Cineblog consiglia: In fuga per tre
In fuga per tre (Three Fugitives, USA 1989) Di Francis Veber. Con Nick Nolte, James Earl Jones, Martin ShortDomani pomeriggio, 16 Febbraio ore 18.00 su LA7Appena uscito di galera un criminale redento (Nolte) viene coinvolto, suo malgrado, da un improvvisato rapinatore (Martin Short) che tenta il colpo solo per mantenere in clinica la figlioletta muta.
In fuga per tre (Three Fugitives, USA 1989)
Di Francis Veber. Con Nick Nolte, James Earl Jones, Martin Short
Domani pomeriggio, 16 Febbraio ore 18.00 su LA7
Appena uscito di galera un criminale redento (Nolte) viene coinvolto, suo malgrado, da un improvvisato rapinatore (Martin Short) che tenta il colpo solo per mantenere in clinica la figlioletta muta. I tre dovranno così fuggire insieme.
Su “In fuga per tre” non c’è molto da dire. Diretta da Francis Veber, è una non troppo originale commedia tratta da un film francese dello stesso regista “Due fuggitivi e mezzo” (del 1986), che già non brillava di suo, ma che però era sostenuta da attori come Gérard Depardieu che il pur bravo Nolte sostituisce senza onore. Non è questo l’unico caso di film europeo, e in special modo francese, che gli studios americani saccheggiano cercando di forzare gli schemi della comicità d’oltreoceano. Ricordiamo anche, fra gli altri “Tre uomini e un bebé” (dal francese “Tre uomini e una culla”), e l’ottimo “Nikita” di Luc Besson, trasposto negli Stati Uniti in “Nome codice Nina” e il remake non ufficiale del capolavoro di Truffaut “La mia droga si chiama Julie”, volgarizzato da Blake Edwards in “I miei problemi con le donne”, del 1983. Purtroppo, nella quasi totalità di questi casi, i produttori americani brutalizzano le sceneggiature originarie, cercando malamente di adattarle ad un pubblico generalmente meno raffinato e abituato a risate più grasse.
In questo caso, però, è lo stesso Veber che riadatta un suo film per il mercato statunitense, e la trasvolata oceanica sembra non avergli giovato. A film movimentati e pieno di ritmo infatti, al suo ritorno in patria (dopo un altro film americano, “Ma capita tutto a me”, davvero poco divertente) sostituisce commedie scialbe, verbose, esteticamente troppo raffinate rispetto al tema trattato (come ne “La cena dei cretini”), semplicemente volgari, troppo vicine a similari prodotti hollywoodiani (come “L’apparenza inganna”), scollegate raccolte di sketch mediocri (“Sta zitto…non rompere”) fino ad abbassarsi alla più triviale commedia degli equivoci (“Una top model nel mio letto”).
“In fuga per tre” sembra essere un preludio a tutto ciò. Tutto il film sembra essere stato (ri)scritto sulla coppia Nolte-Short, e per un po’ il gioco funziona, ma alla lunga si sente tirare la corda. Tutto sommato divertente, specie se vista in un pomeriggio domenicale.