Cinema e Motori: le moto dei film di Fellini in mostra a Modena
Le moto sono state grandi protagoniste in molti capolavori di Federico Fellini e Modena, capitale della Motor Valley, lo omaggia con una mostra.
La più famosa rimane forse la splendida Harley Davison WL 750 del 1934 “protagonista” di Amarcord (1973), senza dimenticare le vespe dei paparazzi ne La dolce vita o il Moto Guzzi Ercole de La strada. Capolavori del cinema che hanno immortalato anche capolavori della meccanica: il cinema di Fellini di movimento, anche nell’immobile Rimini prebellica narrata in Amarcord, la vita pulsa in ogni stagione e a rompere il silenzio delle nottate romagnole ci pensava il rombo della già citata bicilindrica americana.
Modena, città dei motori per eccellenza, omaggia il Maestro e le due ruote utilizzate nei suoi film con una mostra Le moto nel cinema di Fellini, ospitata nientemeno che nel Museo Casa Enzo Ferrari (via Paolo Ferrari 85). La mostra è a cura di Costantino Frontalini, del Museo del Sidecar d’epoca e verrà inaugurata il 18 maggio per poi rimanere in attività fino al 9 giugno, anticipando le celebrazioni per il ventennale della scomparsa del regista (31 ottobre 1993).
La Strada fu uno dei primi successi del Maestro che aveva esordito due anni prima con lo stroncatissimo(a torto) Lo sceicco bianco, per poi passare ai Vitelloni (entrambi con Alberto Sordi): Giulietta Masina e Anthony Quinn girovaghi per la penisola post bellica a bordo di uno scassato motocarro Sertum (anche se nella mostra verrà esposto il Guzzi Ercole utilizzato nel balletto La Strada) sono l’esempio del movimento assoluto e la moto, come l’auto nei romanzi di Steinbeck diventa il simbolo della libertà o comunque espressione di vitalità.
Il circo in senso metaforico venne poi riproposto ne Le notti di Cabiria, del ’57, sempre con l’amata Giulietta Masina protagonista nel ruolo di un’innocente prostituta persa appunto nel circo della vita e costretta a vagare per le sue strade. Qui compare un altro motocarro ma si tratta di un piccolo Innocenti FD 125, del 1955, che ai non appassionati di motori potrebbe sembrare un “vespino” con un carretto attaccato.
E proprio la Vespa fu la protagonista de La dolce vita (Palma d’oro al 13° Festival di Cannes e vincitore dell’Oscar per i costumi), dove Paparazzo (che poi divenne un neologismo felliniano al pari di “amarcord”) insegue i vip per le vie di Roma in sella al mitico scooter Piaggio. L’atmosfera rispetto ai film precedenti è totalmente cambiata e ora anche il mezzo di trasporto diventa trendy quanto le serate dell’allora magica via Veneto.
Delle produzioni anni ’70 troviamo la Laverda S 750 utilizzata in Roma, ultima apparizione cinematografica di Anna Magnani, poi il sidecar Gilera Saturno de I Clowns (dove emerge ancora la fissazione per il mondo circense) e la Moto Guzzi Alce del provocatorio La città delle donne con Mastroianni per concludere con la Ducati Indiana (anche se nella sceneggiatura si parlava di una “mastodontica Harley Davidson”) comparsa nell’ultimo film di Fellini, La voce della Luna, viaggio notturno e onirico con protagonisti Paolo Villaggio e Roberto Benigni. A concludere questo percorso “motoristico” nella filmografia del regista romagnolo verrà esposto anche il suo primo mezzo di trasporto, un triciclo degli anni ’20.