Cintura Nera – Jung Do, recensione: coinvolgente film d’azione e arti marziali incentrato sul più odioso dei crimini (disponibile su Netflix)
Recensione del film d’azione sudcoreano di Netflix diretto da Jason Kim e interpretato da Kim Woo-bin e Kim Sung-kyun.
“Nel sistema giudiziario statunitense i reati a sfondo sessuale sono considerati particolarmente esecrabili…” recita l’intro di Law & Order – Unità vittime speciali, una delle serie tv crime più popolari di sempre, e proprio attorno a questi crimini odiosi che colpiscono donne e bambini che è incentrato Cintura Nera – Jung Do, un nuovo godibilissimo e coinvolgente film d’azione e arti marziali di produzione sudcoreana ora disponibile su Netflix.
“Cintura Nera – Jung Do” non è una commedia…
Non lasciatevi ingannare dalle prime immagini che sembrano portare “Cintura Nera – Jung Do” sul terreno fertile del “buddy cop” a tinte comedy, poiché il film di Joo-hwan Kim aka Jason Kim è in realtà un brutale e toccante dramma d’azione che metterà a dura prova la vostra sensibilità rispetto a crimini odiosi come la violenza sessuale su donne e bambini.
La trama segue le vicissitudini dell’esperto di arti marziali Lee Jung-do (Kim Woo-bin), 3° Dan in Judo, Kendo e Taekwondo. Durante una delle consegne a domicilio per la rosticceria del padre, Jung-do assiste all’aggressione di un agente di polizia per mano di un criminale sessuale intento a eludere la sorveglianza della sua cavigliera elettronica. Jung-do interviene, atterra il criminale, salva il poliziotto e si ritrova in men che non si dica reclutato come “agente di arti marziali” in una task-force che ha l’arduo compito, con un budget ristretto ai minimi termini, personale limitato e turni massacranti, di monitorare tutti quei criminali sessuali che escono di prigione e finiscono all’interno di un programma speciale di sorveglianza. Quello che per Jung-do inizia quasi come un passatempo alla ricerca del brivido, finirà per cambiarlo profondamente quando verrà a stretto contatto con quel nefasto e perverso mondo infestato da stupratori seriali di donne e bambini. Un lavoro che diventerà una missione di vita e che lo porterà sulle tracce di una organizzazione che opera nel dark-web vendendo video di minori abusati.
Un efficace mix di generi ben diretto e interpretato
Il regista Joo-hwan Kim noto per aver diretto il bizzarro action-horror The Divine Fury (disponibile su Prime Video), ma soprattutto per la strepitosa serie tv d’azione I segugi (disponibile su Netflix), dirige con mano sicura questo solido dramma che miscela con dovizia “crime” e arti marziali. Al mix vanno aggiunti piccoli e toccanti momenti di “sollievo comico” rappresentati dal rapporto goliardico di Lee Jung-do con la sua cricca di chiassosi amici d’infanzia, e dal nuovo legame allievo/mentore che Jung-do instaura con il suo superiore e partner di lavoro, il paterno e bonario Kim Seon-Min, interpretato da Kim Sung-kyun (Una famiglia in fuga, Seoul Vibe – L’ultimo inseguimento, La battaglia di Hansan).
Cuore pulsante dell’intera operazione è naturalmente il protagonista, l’attore e modello Kim Woo-bin, visto in due recentissime serie tv, il dramma Our Blues – Vite intrecciate e il post-apocalittico Black Knight entrambe disponibili su Netflix. Woo-bin oltre a mostrare il lato più atletico e letale del suo personaggio, è davvero bravo a mostrare anche il suo repentino maturare che il nuovo lavoro gli imporrà attraverso la sofferenza, la brutalità e l’orrore con cui verrà a contatto, e che gli infliggeranno ferite fisiche, ma soprattutto emotive, le più difficili da cui guarire.
Tra uno scontro e l’altro c’è anche spazio per la critica sociale…
“Cintura Nera – Jung Do” inoltre tra un brutale corpo a corpo e un inseguimento, trova anche il tempo di denunciare la modalità in cui la società sudcoreana approccia alcuni reati particolarmente odiosi, e i problemi relativi all’ampio utilizzo della “Libertà vigilata”. Problematica quella di leggi lassiste e giudici troppo morbidi che abbiamo purtroppo anche in Italia, ma in questo caso diciamo che il “mal comune” non è certamente un “mezzo gaudio”. I giudici spesso emettono sentenze in favore dei carnefici dimenticando le vittime e il dolore generato da certi atti, così la donna che ha subito violenza o la famiglia in lutto rischiano di ritrovarsi l’omicida o il predatore sessuale a piede libero in tempi brevi e magari domiciliato nello stesso quartiere.
Possiamo includere quindi “Cintura Nera – Jung Do” tra le nuove produzione sudcoreane di stampo “action” e “crime” che regalano intrattenimento ed emozioni forti in una confezione impeccabile, tanto per intenderci non si vive di solo “Squid Game”.
Dichiarazioni di regista e cast
Il regista Jason Kim ha detto di essere a conoscenza del lavoro svolto dagli ufficiali di libertà vigilata da parecchio tempo.
Ho ricevuto questa lettera (dal governo della città) che mi informava che un criminale che indossava una cavigliera monitorate che si era trasferito di recente nel mio quartiere. Era la prima volta che volevo fare delle ricerche approfondite sull’argomento. Poi ho chiesto a persone in giro come poliziotti ed ex poliziotti che dedicano la loro vita a proteggere le persone nella società.
Sia Kim Woo-bin che interpreta la “recluta” Lee Jung-do che Kim Sung-kyun che veste i panni del bonario mentore e partner Kim Seon-Min hanno detto che non erano a conoscenza di questo lavoro prima di girare il progetto.
È stato molto interessante per me conoscere il lavoro. Mi dà anche un senso di dignità e senso del dovere quando interpreto il personaggio con una nuova occupazione (che non ho mai interpretato prima)”, ha detto Kim Woo-bin ai giornalisti.
“Sono diventato famoso anche per questa occupazione attraverso questo film. Non sapevo che esistesse un’istituzione (dove lavorano agenti di libertà vigilata e agenti di arti marziali). All’inizio, pensavo che fossero persone molto severe e serie, ma questo film mi ha anche insegnato che hanno anche aspetti umani”, ha detto Kim Sung-kyun ai giornalisti.
Nel film, Kim Woo-bin è un professionista di arti marziali con in totale nove cinture in tre diverse arti marziali (taekwondo, kendo e judo).
“Non sono riuscito a diventare un professionista di arti marziali così talentuoso in soli tre mesi, ma ho fatto del mio meglio e mi sono allenato il più possibile, quindi trasmetto naturalmente un senso di professionalità negli atteggiamenti e nei gesti di Jung-do” aggiungendo che ha anche provato a mostrare diversi aspetti di Jung-do perdendo gradualmente peso e tingendosi i capelli.
Il regista Kim ha detto che si è concentrato sull’evidenziare le sequenze d’azione di Kim coinvolgendo tutti e tre i tipi di arti marziali (taekwondo, kendo e judo).
Dato che Jung-do pratica tre sport diversi, ho cercato di enfatizzare i suoi passi ispirati allo sport, oltre a pensare se avrebbe mostrato mosse di taekwondo, tenuto un bastone in un combattimento o giocato a judo (nell’ideazione delle sequenze d’azione).
Per le sue coreografie d’azione di punta, Kim ha detto che questa volta voleva dare a Jung-do le divertenti e fantastiche abilità di lanciare oggetti.
Volevo aggiungere un po’ di arguzia alle azioni di Jung-do, quindi gli ho dato l’abitudine di lanciare cose. Così sono stato in grado di ideare la prima sequenza d’azione al mondo che coinvolge il lancio di un barattolo, di cui ho discusso molto con il mio staff su come ridurre al minimo la ferita attraverso vari round di test ed esperimenti.
[Fonte: TheKoreaHerald]