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Citizen Rosi: trailer del documentario su Francesco Rosi al cinema il 18, 19 e 20 novembre

Citizen Rosi: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul documentario di Didi Gnocchi e Carolina Rosi nei cinema italiani dal 18 al 20 novembre 2019.

pubblicato 18 Novembre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 15:33

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Dal 18 al 20 novembre arriva nelle sale, con Cinecittà Luce, il documentario Citizen Rosi incentrato sul cineasta Francesco Rosi. Il documentario ripercorre attraverso il cinema del regista la storia del nostro Paese, partendo da quel film che Rosi riteneva raccontasse la madre di tutte le trattative tra lo Stato e le mafie, tra settori delle istituzioni e cartelli del crimine: “Lucky Luciano”.

Il film è diretto in tandem dalla giornalista e scrittrice Didi Gnocchi specializzata in documentari su storia, arte e cultura e l’attrice Carolina Rosi, figlia del regista Francesco Rosi.

 

La trama ufficiale:

 

Francesco Rosi ha inventato un nuovo stile narrativo per un cinema che prima di lui non esisteva. I suoi film nascevano da ricerche e inchieste sulla realtà del paese: lavorava sui documenti, su “ciò che era noto”. Ha raccontato il ‘potere’ che corrompe e si corrompe quando si mischia alla criminalità. Il racconto si snoda attraverso i film di Rosi messi in fila non nell’ordine in cui sono stati girati, ma in base alla precedenza storica dei fatti di cronaca che raccontano. In questo modo, il documentario, non racconta solo il lavoro di Rosi, ma restituisce anche mezzo secolo della storia d’Italia. I suoi film di impegno civile Salvatore Giuliano, Lucky Luciano, La sfida, Il caso Mattei, Cadaveri Eccellenti, Tre Fratelli, hanno obbligato a riflettere intere generazioni. Ma soprattutto Rosi ha anticipato la narrazione di una democrazia inquinata dalla corruzione fin dalla sua nascita. Ci accompagnerà in questo viaggio la figlia Carolina, testimone fin da bambina del lavoro del padre, che ha assistito con amore e pazienza fino alla morte. E’ Rosi stesso, in tanti frammenti delle sue interviste, a dare senso e intensità al suo cinema. Tanti gli intervistati, magistrati, giornalisti, registi e amici.

 

 

Il documentario include interviste a registi (Roberto Andò, Marco Tullio Giordana, Giuseppe Tornatore), scrittori (Roberto Saviano, Raffaele La Capria, Giancarlo de Cataldo) e giornalisti (Lirio Abbate, Furio Colombo, Francesco La Licata). Tra gli intervistati anche l’economista Giulio Sapelli, lo storico Antonio Nicaso, i magistrati Nino di Matteo, Vincenzo Calia e Nicola Gratter e l’ex magistrato Gherardo Colombo.

 

NOTE DI REGIA

 

Citizen Rosi non è nato come un classico documentario di puro tributo celebrativo. Francesco Rosi stesso, non avrebbe voluto. I suoi film, rappresentano un tale valore nella storia del nostro paese, valore cinematografico e civile, che abbiamo deciso di lavorare su più registri. Quello cinematografico/artistico e quello della ricostruzione giornalistica dei temi trattati da Rosi. Un ulteriore piano, privato e quindi sentimentale, è quello che ci ha permesso di unificare i due piani narrativi con la voce e il volto di Carolina Rosi, figlia del regista. È lei quindi a tessere il filo emotivo e quello artistico e storico.Le sequenze dei suoi film ci portano di volta in volta dentro nodi cruciali della storia del nostro paese che vengono commentati sia da Rosi stesso, attraverso materiale di repertorio, che da persone di ambienti diversi: dal mondo del cinema, al mondo della cultura, della giustizia e del giornalismo.Il racconto si snoda attraverso i film di Rosi messi in fila non nell’ordine in cui sono stati girati, ma in base alla precedenza storica dei fatti di cronaca che raccontano. In questo modo, il documentario, non racconta solo il lavoro di Rosi, ma restituisce anche mezzo secolo di storia d’Italia. A partire da ciò, abbiamo voluto fare un ulteriore passo avanti. Cosa è accaduto dopo? Dei grandi temi affrontati da Rosi, dei grandi misteri della storia d’Italia, dei problemi che i suoi film hanno posto, oggi cosa sappiamo in più di allora? Su quali sentenze, su quali documenti, possiamo contare oggi? Cosa avrebbe scelto di raccontare Rosi del nostro tempo e quanto il suo cinema ha aiutato almeno due generazioni a prendere coscienza della realtà? La regia ha continuamente incrociato questi piani: sequenze di film, ritorno ai luoghi dove Rosi girò, interviste, repertorio storico e giornalistico. Come dicevamo è la presenza di Carolina Rosi, filmata nella casa che fu del padre e nello studio appena ricostruito, a tenere insieme e a dare senso e intensità alla materia. Lei tra le fotografie, i ritagli di giornali, i libri; lei dentro il mondo del padre, dentro le curiosità, le passioni, i valori e le battaglie della vita. E infine c’è l’inserimento di alcune brevi sequenze che punteggiano qua e là il documentario: ciò che rimane di un materiale ripreso con una piccola telecamerina amatoriale che doveva essere di puri appunti e che invece diventa tenera traccia della memoria: Carolina che rivede insieme al padre qualche tempo prima che se ne andasse, tutti i suoi film. [Didi Gnocchi e Carolina Rosi]