Civil War: clip e featurette in italiano del film di Alex Garland (al cinema dal 18 aprile)
Dopo il sorprendente debutto statunitense nei cinema italiani con 01 Distribution il nuovo film di Alex Garland con Kirsten Dunst, Cailee Spaeny e Wagner Moura.
Dopo il sorprendente debutto statunitense, miglior esordio di sempre per un film della casa di produzione A24, dal 18 aprile nei cinema italiani con 01 Distribution arriva Civil War, il nuovo film di Alex Garland, già regista di Ex Machina, Annientamento e Men.
Civil War – Trama e cast
In un’America sull’orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.
Il cast: Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson, Nick Offerman-
Civil War – Featurette e clip in italiano
“Civil War” ha conquistato il pubblico americano registrando un incasso straordinario di oltre 25 milioni di dollari in soli tre giorni. Al suo debutto nelle sale americane è con 14 milioni di dollari il film più visto negli USA durante il fine settimana diventando il miglior esordio di sempre per un film della casa di produzione A24.
Con un costo di 50 milioni di dollari, questo è il film A24 più costoso, superando Beau ha paura (2023), con 35 milioni di dollari.
Nel maggio 2022, Alex Garland ha descritto il film come un complemento al suo film Men del 2022, e ha detto che è “ambientato in un punto indeterminato nel futuro, appena abbastanza lontano da permettermi di aggiungere una presunzione e funge da allegoria fantascientifica” per la nostra situazione attualmente polarizzata.”
Civil War – I trailer ufficiali in italiano
Note di produzione
Una guerra moderna
È eccezionalmente difficile, dice Garland, fare un film di guerra che sia, di fatto, contro la guerra. “È davvero molto difficile per i film di guerra non sensazionalizzare la violenza,” dice. “La maggior parte dei film anti-guerra in un certo senso non sono veramente film anti-guerra. Hanno veramente tanto a che fare con il cameratismo e il coraggio. Non è che stanno cercando di essere romantici, ma semplicemente diventano romantici. È quasi come se non potessero evitarlo perché il coraggio è romantico e la tragedia in un certo senso è romantica.” Parla di film quali Orizzonti di Gloria di Stanley Kubrick oppure l’epico e agghiacciante film sovietico Va’ e vedi come rare eccezioni. Garland voleva che Civil War fosse decisamente un film anti-guerra, dove la carica dell’azione ti spinge sull’orlo della sedia ma resta animata principalmente da un orrore crudo, piuttosto che da un’eccitazione sensazionalistica. “Ho adottato un approccio particolare, che riguardava il naturalismo”, dice Garland. “Ad esempio, quando le persone vengono colpite, non hanno detriti addosso. Il sangue non sgorga come una fontana né si vedono grandi schizzi di sangue sul muro dietro di loro. Cadono semplicemente a terra. Dopo che sono caduti, il sangue inizia a scorrere per terra se sono rimasti lì abbastanza a lungo.” Garland voleva intenzionalmente incarnare l’azione attraverso “la grammatica delle immagini che le persone possono aver visto, ad esempio, al telegiornale. La grammatica è meno cinema e più documentario per la maggior parte, che è un modo per rendere la violenza semplicemente più brutale. Non c’è niente di affascinante in una fossa comune. Non c’è niente di romantico al riguardo.” La fotografia del film riflette il senso di vérité del combattimento reale, evitando il lavoro pulito della macchina da presa che Garland ha utilizzato in film precedenti come Annientamento. “Ci sono pochissime scene in questo film che utilizzano binari e carrelli e l’architettura normale per girare un film”, dice. “Stavamo utilizzando piccolissime macchine da presa portatili che hanno la capacità di auto-stabilizzarsi fino a un certo punto, se è quello che ti serve.” “Quel look più crudo quando si tratta di scene di combattimento è il modo in cui vedo le cose davvero”, dice Ray Mendoza, il consulente militare con cui Garland ha lavorato molto sul film. “Guardando queste riprese grezze, il tutto è più viscerale. È così che si guarda la propria vita quando le cose vanno veloci e sono confuse.” Catturare la vasta scala dell’orrore nella sceneggiatura di Garland significava infondere questo inquietante senso di realismo in tutto, dalla scenografia al suono stesso dei colpi di arma da fuoco. “Ogni volta che potevo, usavo proiettili a salve”, nota Garland. “Le persone intorno reagiscono in modo diverso. Il rumore che fanno è forte, soprattutto alcune, come le armi calibro 50, creano quasi come un vuoto nell’aria che è come se qualcuno ti stesse colpendo sul petto. Le persone intorno reagiscono, seppur poco.”
Una nazione fratturata
Garland ha iniziato a scrivere Civil War nel 2020, mesi dopo che la pandemia era iniziata, mentre i futuri possibili che sembravano certi erano stati spazzati via e ci siamo lanciati in una realtà molto diversa. Le paure che lo hanno spinto a scrivere il film in quel momento, negli anni intercorsi, si sono solo accentuate nel tempo. “Ho iniziato a scrivere partendo da una sensazione di rabbia e di ansia, e poi ho continuato con il lungo processo di realizzazione del film” dice Garland. “Qualsiasi senso di frustrazione che avevo durante la stesura originale della sceneggiatura non è mai diminuito. Anzi, è cresciuto.” Come Dunst, Garland vede il suo film sulla stessa falsa riga di molti altri lavori che descrivono le conseguenze di una società che si lacera alle cuciture, con le persone comuni che soffrono di più come risultato. “Il motivo che mi spinge a farlo è che non penso che i pericoli e le paure siano paranoie. La paranoia implica che hai paura di qualcosa di cui non dovresti avere paura.” La guerra scoppia in tutti i paesi. Ogni impero finisce. “È scioccante ma allo stesso tempo sembra totalmente normale” dice Dunst del film. “Questo tipo di cose possono succedere – succedono davvero.” Eppure, anche in mezzo alla sua brutalità, Dunst vede un senso di speranza nel film. “Non credo che sia impossibile arrivare fino a questo punto, ma resto un ottimista” dice. “Ma speriamo che non accada. Tutto quello che succede nel film accade quando le persone non vengono più considerate come esseri umani.” Nonostante tutto il suo estremismo, Garland spera semplicemente che gli spettatori entrino con una mente aperta, escano senza sentirsi alienati e forse considerino la nostra stessa situazione politica all’interno di questo contesto. Civil War in tutta la sua confusione e brutalità, disintegrazione e divisione, è dove quel tipo di pensiero ti porta. È una visione sorprendente, avvincente ed infine terrificante che Garland ritiene necessaria come una doccia fredda che ci desti alla vista di una guerra che non vogliamo veramente vedere ma verso cui ci stiamo dirigendo come sonnambuli. Nel creare un film di guerra americano così singolare e autentico, Garland crea forse anche il suo lavoro più audace e ribelle, all’interno di una carriera già consolidata. “Sono cresciuto nell’era post-hippie-punk, e c’è una parte di me che vuole fare qualcosa di sovversivo” dice. “Non posso evitarlo. È solo un istinto. Mi è stato instillato dentro da giovane. Non sono mai riuscito a liberarmene completamente. È come se mi dicessi ‘senti, se proprio devi farlo, allora fallo e basta’”.