Clint Eastwood sfida Hollywood, Richard Jewell verrà girato in Georgia
Clint Eastwood afferma ancora una volta la propria indipendenza ed opta per la scelta più controversa, infischiandosene del boicottaggio di una parte di Hollywood
Malgrado il boicottaggio in atto da tempo a fronte del controverso Heartbeat Bill, la legge che impedirebbe di abortire non appena non appena è possibile rilevare il primo battito del nascituro, Clint Eastwood ha deciso che il suo prossimo film verrà girato comunque in Georgia, dove tale legge dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2020. A cominciare da Alyssa Milano, altri si sono infatti uniti all’invito di boicottare il cosiddetto Peach State, esortando a spostare le proprie produzioni altrove.
Tornando al film, il soggetto si sofferma sulla storia vera di Richard Jewell (da cui il titolo), un addetto alla sicurezza che nel corso delle Olimpiadi del 1996 ad Atlanta fu ingiustamente accusato di aver partecipato all’attentato al Centennial Olympic Park. A detta di un portavoce della Warner Bros., l’insistere su questa location è dovuto all’esigenza di verosimiglianza, così come riporta The Wrap. D’altra parte i lavori per quest’ambientazione erano cominciati ben prima che la legge passasse.
Ora, chi ha almeno un po’ di confidenza con certe prese di posizione di Clint Eastwood, saprà che difficilmente il suo è un statement politico. Repubblicano atipico, Eastwood è sì un sostenitore del Secondo Emendamento, ma in più occasioni si è dichiarato a favore dell’aborto e dei matrimoni omosessuali, così come si è detto contrario alla guerra – celebre la sua reazione allorché qualcuno volle far passare American Sniper per un film pro-war.
Ce ne sarebbero svariati di episodi da citare, tali da resituirci un personaggio che su svariati punti coltiva idee senz’altro affini al seppur cangiante universo conservatore statunitense, ma che conta all’attivo pure sortite che hanno contrariato “gente del partito”, come all’epoca dello spot Chrysler al Super Bowl del 2012.
Più probabile, perciò, che non si tratti di una reazione ad alcunché, solo la decisione di non farsi influenzare dalla vita politica e dalle reazioni sempre più numerose da parte di Hollywood, che anche in questo caso ha risposto, seppur in maniera relativamente efficace. Affermando perciò ancora una volta la sua indipendenza, o quantomeno ritrosia rispetto a certi fenomeni. La sfida di cui al titolo, perciò, sta semmai in questo: se proprio deve, le battaglie a Clint Eastwood piace condurle in solitaria.