Come l’acqua per gli elefanti – Recensione in anteprima
Come l’acqua per gli elefanti (Water for Elephants – Drammatico, USA 2011) Regia di Francis Lawrence, con Reese Witherspoon, Robert Pattinson, Christoph Waltz, Paul Schneider, Jim Norton, Hal Holbrook, Mark Povinelli, Richard Brake, Stephen Taylor, Ken Foree, Scott MacDonald, James Frain, Sam Anderson, John Aylward, Brad Greenquist, Tim Guinee, Adrienne Rusk, Dan Lauria, Ashley Palmer,
Come l’acqua per gli elefanti (Water for Elephants – Drammatico, USA 2011) Regia di Francis Lawrence, con Reese Witherspoon, Robert Pattinson, Christoph Waltz, Paul Schneider, Jim Norton, Hal Holbrook, Mark Povinelli, Richard Brake, Stephen Taylor, Ken Foree, Scott MacDonald, James Frain, Sam Anderson, John Aylward, Brad Greenquist, Tim Guinee, Adrienne Rusk, Dan Lauria, Ashley Palmer, Donna W. Scott, Tracy Phillips, Tatum Etheridge, E.E. Bell, Emerson Brooks, Julianna Milton, Niko Novick, Dave Johnson, Kyle Jordan, Hara Finnegan, Calvin Dean, Colby Etheridge.
1931: sbandato e smarrito dopo una tragedia personale, il giovane Jacob Jankowski viene gettato dal destino sul treno sgangherato che trasporta il circo dei Fratelli Benzini ed il loro spettacolo “più spettacolare del mondo”. Sono i primi anni della Grande Depressione e per Jacob il mondo circense diventa presto tanto ancora di salvezza, quanto inferno in terra. Studente di veterinaria prossimo alla laurea, al ragazzo viene affidato il compito di occuparsi del serraglio del circo. Qui conosce Marlena, la bellissima stella del numero equestre, sposata ad August, carismatico e folle direttore del circo e addestratore di animali. Ed incontra Rosie, un elefante apparentemente impossibile da addestrare, che rappresenta l’unica chance dello spettacolo itinerante di evitare il fallimento, nonchè l’unica speranza di salvezza per Jacob e Marlena.
Adattamento per il grande schermo – a firma di Richard LaGravenese – del best-seller di Sara Gruen, Come l’acqua per gli elefanti promette più di quanto non riesca a mantenere. Forse, il regista di Constantine e Io sono leggenda non è stata la scelta più felice che potesse essere fatta, per portare sullo schermo un melodramma fatto di poesia e sentimenti ben più che d’azione.
Confesso di non essere mai stata una fan del circo. L’ho sempre inteso nella sua accezione negativa, come teatro di morte, sofferenza e disgrazie – circo dei gladiatori, circo degli orrori, circo dei freaks, il più moderno e sempre più morboso circo mediatico. Un luogo dove si maltrattavano (oggi forse non più, si spera) dei poveri animali, sfruttati fino allo stremo delle forze e costretti in gabbie anguste. Un luogo dove, nel nome del Dio Denaro, ciarlatani male in arnese truffavano il pubblico e si mettevano in mostra come fenomeni da baraccone, esposte al pubblico scherno, creature sfortunate e sole, che invece avrebbero avuto bisogno di affetto e cure – gemelli siamesi, bambini deformi, uomini affetti da gigantismo, donne cannone o barbute…. Devo però ammettere che la vita nomade e bohemienne degli acrobati e degli artisti circensi degli anni che furono, ha sempre esercitato su di me una buona dose di fascino. Quella romantica aura di mistero, magia e poesia dark, mi attrae mio malgrado. E a giudicare dai trailer, mi aspettavo di ritrovare un po’ di tutto questo in Come l’acqua per gli elefanti. Mi sbagliavo.
Francis Lawrence ha confezionato un film esteticamente grazioso (bei costumi, bella scenografia, ottima fotografia) ma senz’anima, che lascia insoddisfatti e pervasi da uno spiacevole senso di incompiuto. Come attenuante si può considerare che portare al cinema il mondo del circo vuole dire doversi confrontare (sfida impari e quasi sicuramente persa in partenza) con Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. De Mille, icona cinematografica ispirata – per altro – al circo dei fratelli Ringling, più volte citato anche in Come l’acqua per gli elefanti. Aggiungiamo pure che ridurre a 121 minuti di pellicola una vicenda sviluppata nell’arco di 400 pagine rappresenta senz’altro un grosso rischio. Tutto questo detto, però, la sostanza non cambia. Con il materiale (tecnico ed umano) a disposizione, si sarebbe potuto fare molto di più e di meglio. Lawrence non riesce nell’intento di coinvolgere ed emozionare lo spettatore. Nè con la storia d’amore fra Jacob e Marlene, che è il fulcro della vicenda (la chimica sullo schermo dei due protagonisti è di poco superiore allo zero), nè con gli avvenimenti violenti e drammatici che si susseguono. Perfino la tragica uscita di scena di due personaggi di rilievo, verso il finale, lascia indifferenti.
Christoph Waltz ha classe da vendere (forse fin troppa, dato il contesto) ed è bravissimo nel riuscire a farsi odiare anche con poche battute a disposizione. Reese Witherspoon, ingabbiata in un ruolo da bella bambolina, non può fare molto oltre a sorridere e spalancare gli occhioni. Robert Pattinson, sulle cui spalle poggia l’intera vicenda, fa quel che può. Questo film avrebbe potuto essere il suo riscatto, l’occasione per scrollarsi di dosso il personaggio di Edward Cullen e dimostrare al mondo di essere ormai un interprete maturo. La sua performance non è del tutto da bocciare, ma nemmeno da promuovere a pieni voti. Lo rimanderei a settembre, ecco. Le sue fan continueranno ad amarlo (e saranno ben contente di vederlo in scena nel 99% delle inquadrature della pellicola); mentre ai detrattori non è stato fornito alcun valido motivo per cambiare opinione sul suo conto. Un plauso speciale, da parte della sottoscritta, alla magnifica elefantessa che ‘interpreta’ Rosie. Possente, mastodontica e dolcissima, ruba la scena a chiunque altro.
Il film uscirà il 6 maggio 2011, qui trovate il trailer italiano.
Voto Simona: 5/6