Commedia all’italiana 2014 – mai un anno tanto nero e mal gestito: 27 film in 7 mesi (ed altri 8 nelle prossime 7 settimane)
35 commedie all’italiana in 40 settimane di programmazione, togliendo le 12 estive inspiegabilmente escluse. Questa la situazione del cinema nostrano 2014
2 gennaio – Un boss in salotto: 12.166.000 euro – PRIMO
9 gennaio – Sapore di te: 1.860.000 euro
23 gennaio – Tutta colpa di Freud: 7.891.000 euro
30 gennaio – La gente che sta bene: 1.457.000 euro
6 febbraio – Smetto quando voglio: 4.004.000 euro
13 febbraio – Sotto una buona stella: 10.278.000 euro – PRIMO
27 febbraio – Una donna per amica: 2.865.000 euro
6 marzo – La mossa del pinguino: 722.000 euro
13 marzo – Maldamore: 471.000 euro
20 marzo – Amici come noi: 2.896.000 euro
20 marzo – Noi 4: 356.000 euro
3 aprile – Ti ricordi di me?: 730.000 euro
10 aprile – Un matrimonio da favola: 1.715.000 euro
17 aprile – Ti sposo ma non troppo: 388.000 euro
17 aprile – Song ‘e Napule: 635.000 euro
23 aprile – La sedia della felicità: 1.442.000 euro
1 maggio – Un fidanzato per mia moglie: 1.689.000 euro
29 maggio – Pane e Burlesque: 255.000 euro
5 settembre – Arance e martello: meno di 100.000 euro
25 settembre – La buca: 596.000 euro
2 ottobre – Fratelli unici: 2.158.000 euro
9 ottobre – Tutto molto bello: 1.613.000 euro
16 ottobre – …E fuori nevica!: 3.517.000 euro – PRIMO
23 ottobre – Soap Opera: 1.716.000 euro
23 ottobre – Buoni a nulla: 250.000 euro
30 ottobre – Confusi e felici: weekend d’esordio 1.624.000 euro
6 novembre – Andiamo a quel paese: ?
13 novembre – La scuola più bella del mondo: ?
20 novembre – Scusate se esisto!: ?
27 novembre – Ogni maledetto Natale: ?
4 dcembre – Ambo: ?
11 dicembre – Il ricco, il povero e il maggiordomo: ?
11 dicembre – Ma tu di che segno 6?: ?
18 dicembre – Un Natale stupefacente: ?
27 titoli usciti nell’arco di 7 mesi, perché tra giugno e settembre le saracinesche distributive si sono chiuse. Solo 3 titoli su 27 riusciti ad agguantare la prima posizione al box office. Due su 27 in grado di superare la soglia psicologica dei 10 milioni di euro. Un altro quella dei 5 milioni. Dopodiché in 17 si sono arenati sotto i due milioni. In 10 sotto il milione. Questa è la tragica e inaccettabile situazione della commedia all’italiana, in questo 2014 letteralmente spolpata da produttori e distributori sull’orlo di una crisi di nervi. L’annata nerissima del box office italiano, con un 2014 che a 40 giorni dalla fine dei giochi vede Maleficent primatista con appena 14.061.321 euro, è crollata dinanzi alla pioggia di commedie tricolori sbarcate in sala a cadenza quasi settimanale. 8 pellicole nelle ultime 7 settimane, con altre 8 in arrivo nelle prossime 7. Un massacro concorrenziale insensato e il più delle volte qualitativamente scarso, per non dire scarsissimo, tanto da saturare il mercato e portare lo spettatore medio a disertare il grande schermo, perché quasi incapace di star dietro alla grandinata di progetti solitamente identici tra loro. Nella trama, nel lancio promozionale, nei poster copia-e-incolla, nei trailer e anche, se non soprattutto, nei cast. E qui si apre un’altra piaga della cinematografia nazionale.
Perché gli attori son sempre gli stessi, con casting da portare a termine come se fossero album di figurine. ‘Questo lo do a te, l’altro lo prendi tu, poi al prossimo giro tocca a me‘. Nel corso di questo 2014 Luca Argentero è apparso in 3 film, Raoul Bova in 2 (ma ha il nuovo dei Vanzina in coda e costretto a slittare al 2015), Rocco Papaleo in 3, Paola Cortellesi in 3, Ambra Angiolini in 4, Ricky Memphis addirittura in 5, Vincenzo Salemme in 4, Cristiana Capotondi in 3, Edoardo Leo in 5, Marco Giallini in 4, Chiara Francini in 3 e Claudio Bisio in 2. E solo per fare alcuni nomi. Persino i registi hanno voluto raddoppiare, con due film dei Vanzina e due di Miniero visti in sala nel corso dell’anno. E’ evidente che dinanzi a tanta povertà di idee l’italiano medio scappi. Anche colui da sempre ‘innamorato’ di quella commedia che riesce miracolosamente a portarlo al cinema promettendogli di staccare il cervello per 100 minuti.
35 commedie all’italiana in 40 settimane di programmazione (togliendo le 12 estive inspiegabilmente escluse) non si erano forse mai viste in questi ultimi anni di esagerata scorpacciata di genere. Persino il vecchio mantra dell’incasso ‘quasi sicuro’ è ormai crollato. E sono i tristi numeri di questo 2014 a parlare. Il costo medio di un film italiano dal cast più o meno ricco non scende quasi mai sotto i 3 milioni di euro. La metà degli incassi resta tra le tasche degli esercenti. I produttori che quest’anno hanno realmente guadagnato con la commedia all’italiana si possono quindi contare sulle dita di una mano. La mano di Homer Simspon, che ne ha solo 4. Vero è che difficilmente altri ‘generi’ riescono a far breccia nel cuore dello spettatore italiano. Ma un tempo non era così. E allora perché non provare e non tornare ad investire sugli horror, sui thriller, sui polizieschi, sui film romantici, sui gialli, sui noir, sui titoli di fantascienza e soprattutto sul cinema d’autore, impegnato se non addirittura sperimentale. Perché non guardare altrove, evitando così di infierire su un genere che ha visibilmente l’acqua alla gola, è agonizzante e il più delle volte fallimentare a prescindere. D’altronde se il maggiore incasso italiano degli ultimi 8 mesi (otto, lo ribadiamo) è Il giovane favoloso di Mario Martone, con 4 milioni fino ad oggi raccolti e un botteghino che continua a crescere, più di qualcuno dovrebbe iniziare a porsi non poche domande. Sbrigandosi a trovare degne risposte.