Cymbeline di Michael Almereyda: Recensione in Anteprima
Venezia 2014 | Milla Jovovich, Ed Harris, Dakota Johnson, Penn Badgley, Anton Yelchin, Ethan Hawke, John Leguizamo e Bill Pullman hanno ‘distrutto’ Cimbelino di William Shakespeare
Lasciate in pace William Shakespeare. Da anni il mondo del Cinema prende a piene mani dalle opere del drammaturgo e poeta inglese, cercando in alcuni casi di renderle ‘moderne’. Tra i tanti ad aver provato la strada della modernizzazione troviamo Michael Almereyda, nel 2000 regista di Hamlet 2000, con Ethan Hawke nei panni del protagonista. Ebbene passati 14 anni il quasi del tutto dimenticato Almereyda ha provato il bis con Cymbeline, presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti.
Volendo partire dalla fine ci basterebbe sottolineare i fischi e gli ululati di disapprovazione al termine della proiezione con cast e regista presente in sala. Cymbeline, che non è altro che l’adattamento cinematografico dell’opera teatrale Cimbelino di William Shakespeare, scritta intorno al 1610, è infatti ambientata ai giorni nostri, tra iPhone e Barack Obama Presidente degli Stati Uniti d’America. Ed è un disastro. Clamoroso. Rumoroso. Inaccettabile e indifendibile.
Perché come si possono avere tra le mani Shakespeare, Ed Harris, Ethan Hawke, Milla Jovovich, Dakota Johnson, John Leguizamo, Yelchin, Penn Badgley e Bill Pullman e combinare un inguardabile e surreale pastrocchio? Eppure Almereyda è riuscito nella titanica e apparentemente impossibile impresa. Una delle opere meno celebri del Bardo, il Cimbellino, era diventato film solo e soltanto in un’occasione. Era il 1981 e alla regia trovammo P. Ticker, con Gail Chugg (Cimbelino) e Rebecca Engle (Imogene) mattatori.
Ai più conosciuta, la trama ha semplicemente ‘spostato’ i fatti raccontati ai giorni nostri, senza però virare in modo particolarmente netto il percorso degli eventi pennellati dallo scrittore britannico. Re Cymbeline, capo del Motoclub Briton, è un uomo duro, pericoloso, temuto. A vestirne i panni il solitamente memorabile Ed Harris, a quanto pare qui capitato per puro caso. In sella ad una moto, con braccia muscolose e fucile pronto all’uso. L’uomo andrà a scontrarsi con un polizziotto corrotto nonché ‘romano’, mentre sua figlia, la vergine e casta Imogen, disobbedirà agli ordini matrimoniali del padre perché innamorata del povero Postumo. A mettere i bastoni tra le ruote dei due non solo la Regina Jovovich, seconda moglie di Harris che farà di tutto per far sposare suo figlio Anton Yelchin con la Johnson, ma soprattutto Iachimo, viscido, subdolo e sconosciuto che proverà ad intromettersi tra i due. Ad interpretarlo Hawke, a suo tempo Amleto sempre per il regista americano. Tra contraddizioni e verità mai taciute andrà quindi in scena l’inevitabile dramma d’amore in salsa shakespeariana, qui clamorosamente azzoppata da una regia in stato confusionale e da una sceneggiatura per lunghi tratti involontariamente demenziale.
L’aver esagerato nel prendere rischi sinceramente complessi da dover poi gestire ha lasciato Almereyda letteralmente in mutande. Amore, tradimento, vendetta, perdono, morte e rinascita, ovvero le classiche tematiche senza tempo del poeta britannico, sono state qui sotterrate da scelte suicide, appesantite da verbose interazioni attoriali, dialoghi più o meno fedeli agli scritti di Shakespeare gettati in pasto ai lupi, attori con il freno a mano tiratissimo, più violenza rispetto al necessario e quelle strizzate d’occhio ad un mondo ‘gggiovane’, vedi selfie traditore di Hawke, da far venire i brividi. Il cast più ‘sprecato’ di stagione ha così trovato un nome, tra marchette Apple e un finale che prova ad omaggiare il miglior Mel Brooks. Ma senza volerlo. Perché nel dover tirare i fili del racconto Almereyda realizza il suo involontario capolavoro comico. Tra confessioni ‘choc’, morti ammazzati, suicidi e cadaveri bruciati, Cymbeline conclude il suo viaggio nel peggiore dei modi, strangolando definitivamente qualsiasi ulteriore ipotesi futura di modernizzazione shakespeariana. A meno che il regista non voglia concludere la sua personale trilogia…
Voto di Federico: 1
Cymbeline (Usa, 2014) di Michael Almereyda; con Milla Jovovich, Ed Harris, Dakota Johnson, Penn Badgley, Anton Yelchin, Ethan Hawke, John Leguizamo, Bill Pullman