Da Napoleon a Marie Antoinette, tutti i film su Luigi XVI, la “grande comparsa”
Raramente visto come protagonista, spesso dipinto come un inetto, Luigi XVI venne comunque ritratto in decine di film sulla Rivoluzione e l’inizio dell’era napoleonica.
Ci sono personaggi storici che ancora in vita esaltarono la fantasia delle masse, divenendo da subito oggetti di culto, su cui la letteratura e poi il cinema dedicarono amplissimo spazio onde esaltarne le gesta. Altri, invece, raggiunsero imperitura fama non grazie a quel che fecero ma per quel che subirono. Uno di questi è Luigi XVI di Francia incoronato Re l’11 giugno 1775 e che, come tutti sanno, ebbe in sorte una una ben dura fine: la decapitazione nel 1793, quattro anni dopo l’inizio della Rivoluzione Francese.
Un uomo e un sovrano, travolto dagli eventi, spesso descritto come un debole, un nevrotico succube della ben più energica moglie Maria Antonietta, che in molti vorrebbero come vera governante della Francia dell’epoca nonché principale responsabile del precipitare degli eventi a causa della sua frivolezza e delle sua meni bucate (a lei venne ingiustamente attribuito il famoso “e che mangino brioches”). Non è questa la sede per un’analisi storiografica dei personaggi citati né del complesso periodo storico con la fine dell’Ancien regime e l’inizio dell’era napoleonica. La figura di Luigi di Borbone appare però affascinante, perché, se pur presente in decine e decine di pellicole, non fu mai protagonista (tranne di qualche film tv francese), ma sempre un personaggio di secondo piano, una “grande comparsa”.
Si sprecano i titoli sulla Rivoluzione e in molti ricorderete Danton, dell’83 con Jerard Depardieu, oppure su Napoleone, che fu interpretato da attori del calibro di Marlon Brando e Rod Steiger. Su Maria Antonietta stessa, oltre a una vasta letteratura vennero girati anche numerosi film, ma sul Re nulla, o quasi. Un personaggio sullo sfondo, un inetto se vogliamo, un vinto: tralasciando le numerose pellicole del periodo pre-bellico andiamo a Napoléon, film del ’55 diretto da Sacha Guitry che, come suggerisce il titolo tratta della vita dell’Imperatore. La figura di Luigi XVI compare distrattamente, un’ombra nella gioventù del protagonista, un relitto di un’epoca che sta cadendo sotto i colpi del rinnovamento rivoluzionario.
Stessa cosa in Maria Antonietta Regina di Francia, del ’56, basato sulla vita e le passioni della sovrana e sulla sua storia d’amore extraconiugale: il Re appare, ma è un inutile cicisbeo. L’unica volta in cui ebbe l’onore di essere il protagonista, seppur di una parte del film, fu in La pazza storia del mondo di Mel Brooks: destino crudele, finalmente al centro dell’attenzione, ma in una commedia. Interpretato dallo stesso Mel Brooks, inutile dirlo, il Re viene rappresentato come un donnaiolo incallito e infantile, disinteressato alla politica ma ferratissimo in termini di adulteri e divertimenti.
Vale la pena di citare una produzione franco-italiana del 1982, Il mondo nuovo, con Marcello Mastrioanni diretto da Ettore Scola: la storia non parla direttamente del Re, ma di un oggetto parte in causa della sua rovina. La carrozze che lo condusse a Varenne, ove tentò inutilmente la fuga verso il Belgio. Ed è proprio su quella carrozza, che ore prima aveva trasportato le regali persone, che i protagonisti si ritrovano per un viaggio a ritroso verso la capitale travolta dalla Rivoluzione e dal Terrore. Nel ’95 fu la volta del regista Jeremy Irons di trattare quel periodo storico in Jefferson in Paris, con Nick Nolte nella parte del futuro Presidente americano, all’epoca ambasciatore alla corte di sua Maestà Luigi XVI. Il regnante venne interpretato da Michael Lonsdale, perfetto nell’esprimere quel senso di corruzione e decadenza cui la figura del Borbone venne da sempre associata.
E chiudiamo con (tralasciando consapevolmente tanti film “minori”) la commedia storica Maria Antoniette, diretta nel 2006 da Sofia Coppola, con protagonista Kirsten Dunst nel ruolo della Regina: il ruolo del sovrano toccò a Jason Schwartzman (Spun), che con la sua fisicità da imbranato ha messo perfettamente in scena la tragedia di un uomo condannato dalla storia ad essere nulla più che una regale comparsa, destino che lo accomuna a un altro coronato di scarso successo, Giovanni Senza Terra.