Daniele Ciprì a Blogo: “Racconto l’Italia prendendola in giro”
Daniele Ciprì a Linea d’Ombra riflette sul modo di raccontare il nostro Paese, protagonista de La Buca e del prossimo film, attualmente in fase di scrittura.
Raccontare la realtà giocandoci: sembra essere questo il ‘segreto’ di Daniele Ciprì ospite di Linea d’Ombra – Festival Culture Giovani di Salerno per riflettere, chiacchierare e ragionare sui modi per raccontare l’Italia contemporanea, tema di un incontro che l’ha visto protagonista con lo scrittore Diego De Silva.
La cifra di Ciprì, in fondo, non è mai cambiata anche se lo ‘stile’ di quel CInico Tv che ha fatto storia – e che lo vedeva ‘in gioco’ con Franco Maresco – ha assunto i torni meno apocalittici, ma non per questo meno incisivi, nel suo ultimo film, La Buca, con Rocco Papaleo e Sergio Castellitto.
“Nel mio ultimo film c’è l’Italia: ho volutamente collocato la storia in un mondo ‘irriconoscibile’ e in un tempo che non esiste ma i protagonisti appartengono ad archetipi riconoscibili. Ho fatto un film brillante leggero e mi sono divertito. E ne sono felice”
ha detto il regista alla platea che ha seguito l’incontro, prima di concederci l’intervista che trovate nel video di apertura.
Al centro del suo racconto, però, ci sono sempre le persone, quelle stesse persone che occupavano lo schermo di Rai 3 con i loro dialetti ‘carnali’ e le atmosfere da ‘Day After’:
“Il cinema mi ha ha permesso di raccontare quello che io vivo tutti i giorni. Zavattini consigliava di ‘vivere’ nei mezzi pubblici per avere il senso della realtà, per raccontarla. E io parto proprio da questo, dai bus, dalle periferie, dalla gente, da quelle follie che riempiono la quotidianità, come le persone che salgono sui bus e iniziano a lamentarsi ad alta voce pensando che interessi a tutti. Penso che la tecnologia ci abbia dato l’impressione di poter parlare di tutto e di avere assoluto diritto di farlo: per questo si urla, convinti che quello che si ha da dire interessi a qualcuno. Ma non è vero e tutto finto”
aggiunge Ciprì che con il suo fare coinvolgente ed energico, divertente ed entusiasta fa ben capire di non essere però per questo contrario alla tecnologia.
La vita, quindi, come un grande palcoscenico cui attingere per raccontarlo, da osservare per portarlo sullo schermo. Ma ci sono molti modi per farlo.
“Io porto quel che mi accade intorno nel mio mondo, ma con un distacco ironico e grottesco che mi permette di raccontare cose che di fatto accadono, ma che sono difficili da ‘accettare’, da mostrare. Io guardo, osservo, ascolto, anche la politica, ma non mi adeguo a quello che succede: cerco di prenderla per il cul0”.
L’Italia è la protagonista anche del prossimo progetto cinematografico, che frulla nella mente di Ciprì fin dal lontano 1989.
“Sto preparando una storia incentrata su un particolare periodo dell’Italia, un periodo tragico, spaventoso, che ha anticipato tanto di questa apocalisse in cui viviamo. Sarà una sorpresa, ma sarà un film molto drammatico. Nei miei film c’è sempre un aspetto drammatico, ma qui si arriva al crollo totale. Spero di farcela, perché è un film molto difficile. Ci sto pensando dal 1989…”.
Ora però sembra che sia finalmente il momento di portarlo in sala:
“Sto scrivendo, sto preparando, sto lavorando con un gruppo di giovani sceneggiatori. E’ una storia vera, ma io non voglio raccontare ‘la storia vera’, voglio trasformarla e devo trovare una scrittura visiva che faccia parte del mio modo di vedere, di amare del cinema”.
Speriamo vada in porto. Noi lo stiamo già aspettando.