David 2015, Gabriele Muccino polemico e con poca memoria storica: la giuria snobbò anche La ricerca della felicità (ma non è vero)
Gabriele Muccino se la prende con la giuria dei David di Donatello, colpevole di averlo premiato solo una volta. Con la regia de L’ultimo Bacio
48 anni all’anagrafe, Gabriele Muccino ha vinto venerdì scorso un David di Donatello ‘speciale’. Il secondo della carriera per il regista romano, nel 2001 eletto regista dell’anno grazie a L’ultimo bacio. Un premio ‘speciale’ che Muccino, tornato nel Bel Paese per girare L’estate addosso, ha ritirato polemicamente. Intervistato dal Corriere della Sera, infatti, Gabriele è andato giù duro nei confronti del cinema nazionale. Cinguettando bordate.
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“Ieri sera ho ritirato un David speciale. Ma perché Speciale? Non ricevo candadature dal 2003 quando per Ricordati di me, su 13, ne vinsi 0. Ad un certo punto mi sono chiesto, “ma premiano i più simpatici ( a loro ), i più sconosciuti o i migliori?”. Me lo chiedo da sempre”.[/quote]
Ora, nell’anno di Ricordati di Me, come dimenticarlo, a vincere quasi tutto fu l’eterno ‘rivale’ di Muccino, ovvero Ferzan Ozpetek con lo splendido La finestra di fronte. Non propriamente uno ‘scippo’. Anche gli Oscar hollywoodiani ci hanno spesso concesso titoli pluri-candidati e rimasti a mani vuote. Gabriele dovrebbe forse telefonare a Martin Scorsese, 11 nomination con The Aviator e una sola statuetta vinta, 10 nomination e zero premi con Gangs of New York. Stiamo tra le altre cose parlando del più grande regista vivente eppure vincitore di un Oscar solo al settimo tentativo e dopo 30 anni di carriera. Ma Scorsese non ha mai rilasciato dichiarazioni al vetriolo come quelle targate Muccino al Corriere:
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“Non ce l’ho con i David. Piuttosto con un Paese che non riesce ad abbracciare il bello che ha. Faccio notare un paradosso. Un regista che a 39 anni riesce a fare un film, La ricerca della felicità , all’interno del sistema hollywoodiano, che incassa centinaia di milioni di dollari, il cui protagonista, Will Smith, viene candidato all’Oscar, non viene neanche messo in cinquina? Lo stesso successe con Sette anime. Lo dico senza rabbia né rancore, non fa male a me ma all’Italia che non riesce a dire bravo a chi se lo merita. La Giuria dei David non considerò i miei primi due film americani nemmeno candidabili nella cinquina dei film stranieri. 450 milioni di dollari nel mondo. Lo dico senza rabbia mé rancore, non fa male a me ma all’Italia che non riesce a dire bravo a chi se lo merita”. [/quote]
Parole durissime, come detto, segnate da una scarsissima memoria storica. Perché La ricerca della felicità venne candidato ai David del 2007 nella categoria ‘miglior film straniero‘. A vincere fu Babel di Alejandro González Iñárritu, con The Departed – Il bene e il male tra gli sconfitti. Non propriamente il primo titolo capitato per caso. Non si capisce quindi il ‘senso’ della polemica di Muccino, che ha preso una clamorosa cantonata. L’Ultimo Bacio venne candidato a 10 David e ne vinse 5. Successivamente il regista romano ha diretto il già nominato Ricordati di Me e si è trasferito negli Usa. Oltre a The Pursuit of Happyness ci sono stati il generalmente poco apprezzato Sette Anime e lo sbertucciato Quello che so sull’amore, mentre il discutibile Baciami ancora ottenne 3 candidature e vinse un David, quello per la miglior canzone originale a Jovanotti. Nel passato del regista, inoltre, ci sono una nomination come miglior esordiente per Ecco fatto; una nomination per lo script de L’ultimo bacio; ed una per il David Giovani con Baciami ancora. In attesa di poter vedere Fathers and Daughters, suo nuovo film ‘americano’ con protagonisti Russell Crowe, Amanda Seyfried, Aaron Paul e Jane Fonda, la domanda sorge di fatto spontanea: perché tanto gratuito astio, caro Gabriele?