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Decreto 1000 proroghe: rispunta il rincaro dei biglietti del cinema

A fine dicembre si è cominciato a parlare di una tassa di scopo prevista dal decreto 1000 Proroghe che il governo stava per valutare. La tassa, secondo alcuni, avrebbe comportato un aumento di 1 € sul prezzo di ogni biglietto cinematografico. Le polemiche sono state immediate e molto accese, ma dalle stanza Ministero delle Attività

pubblicato 11 Febbraio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 15:01


A fine dicembre si è cominciato a parlare di una tassa di scopo prevista dal decreto 1000 Proroghe che il governo stava per valutare. La tassa, secondo alcuni, avrebbe comportato un aumento di 1 € sul prezzo di ogni biglietto cinematografico. Le polemiche sono state immediate e molto accese, ma dalle stanza Ministero delle Attività e dei Beni Culturali, sulle cui politiche ci sarebbe da aprire una parentesi decisamente troppo lunga, era arrivato un comunicato di smentita secondo cui il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri non prevede alcuna istituzione di un contributo speciale di un euro sui biglietti di ingresso nelle sale cinematografiche. Ogni altra notizia al riguardo sarebbe fuorviante e priva di fondamento. Parole di Sandro Bondi.

A meno di due mesi di distanza ecco che il balzello torna fuori, esattamente per come era stato assicurato che non sarebbe stato. Il sovrapprezzo sarebbe (che però è escluso dalle sale parrocchiali, chissà perché) servirà per coprire le agevolazioni fiscali alla produzione cinematografica. Proviamo a metterla in questo modo, il Ministero riconosce l’interesse culturale di un film (Femmine contro maschi, giusto per citarne uno) e così chi lo va a vedere oltre che pagare il biglietto ci mette un euro di tasse non pagato dalla produzione.

La sovrattassa durerà fino al fine 2013 e dovrebbe fruttare una cifra di circa 150 milioni nell’arco di tre anni. Eventuali disavanzi dovrebbero essere riassegnati dal Ministero dei Beni culturali attraverso il Fondo per la produzione, la distribuzione, l’esercizio e le industrie tecniche previsto dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 28, cioè la Riforma della disciplina in materia di attività cinematografiche. Ovviamente il mondo del cinema si schiera unanime contro questa decisione e la sensazione di essere presi in giro è decisamente forte…

Foto | Mattinainblu