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Stasera in tv: “DIA 1991 – Parlare Poco Apparire Mai” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai”, un film di Leonardo Dalessandri e Gabriele Ciances con il magistrato Giuseppe Ayala.

29 Ottobre 2021 10:22

A trent’anni dalla nascita della DIA – Direzione Investigativa Antimafia – in onda in prima visione assoluta su Rai 3 alle ore 21.20 DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai, un film che racconta la storia della lotta alle mafie dal 1991, quando nacque da un’intuizione di Giovanni Falcone, fino alle inchieste più recenti. Il film mostrerà per la prima volta, a 29 anni dalla strage, immagini girate pochi minuti dopo l’attentato di Capaci.

La trama

A trent’anni dalla nascita della DIA – Direzione Investigativa Antimafia – andrà in onda in prima visione assoluta su Rai3 alle ore 21.20 “DIA 1991 – Parlare poco Apparire mai” un film che racconta la storia della lotta alle mafie dal 1991, quando nacque da un’intuizione di Giovanni Falcone, fino alle inchieste più recenti. Il film mostrerà per la prima volta immagini girate pochi minuti dopo l’attentato di Capaci, immagini forti, laceranti, che ancora oggi, a 29 anni dalla strage, ci commuovono e ci turbano. Il 29 ottobre 1991 un decreto legge istituisce la Direzione Investigativa Antimafia, un progetto ispirato dal giudice Giovanni Falcone che unisce le forze di polizia italiane – Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza – nella lotta alla criminalità organizzata, seguendo il modello dell’FBI americana. Il 24 maggio 1992, all’indomani della strage di Capaci, la DIA diventa operativa iniziando ad indagare proprio su quell’evento drammatico che segna una ferita indelebile nel cuore dello Stato. In 30 anni di attività, gli uomini migliori delle forze dell’ordine hanno lavorato nell’ombra e senza clamori per catturare latitanti di mafia, camorra, ‘ndrangheta, anche oltre i confini nazionali; attraverso l’utilizzo di nuovi metodi investigativi sono arrivati alla conclusione di centinaia di arresti, e al sequestro dei grandi patrimoni delle mafie. Il film racconta le operazioni investigative della DIA attraverso la voce dei veri agenti operativi che le hanno realizzate: 4 storie, 10 voci narranti e la memoria di Falcone tenuta in vita da Giuseppe Ayala, il magistrato e amico personale di Falcone che ha condiviso con lui l’ultimo anno e mezzo di vita a Roma. Nel film gli investigatori ritornano nelle città in cui hanno condotto le loro inchieste e iniziano a raccontare com’erano Palermo, Reggio Calabria e Napoli negli anni ’90. Le immagini dei luoghi si mescolano in un passaggio continuo dal presente al passato grazie ad un uso innovativo delle teche RAI. I materiali di archivio RAI diventano il punto di vista degli investigatori: sono i loro occhi che rivedono quelle città negli anni in cui erano operativi. Per la prima volta ascoltiamo le loro voci, i “dietro le quinte” delle maggiori inchieste, il racconto dei metodi investigativi e il sacrificio delle loro vite private, costretti al silenzio e ad agire sempre nell’ombra. Sentiamo le testimonianze di chi quella guerra l’ha combattuta raggiungendo risultati prima impensabili: la cattura di Bagarella, l’inchiesta Olimpia sulla ‘ndrangheta, la cattura del capo della camorra Francesco Schiavone, le indagini sulle infiltrazioni della camorra nel Nord Italia. Dietro quei passamontagna scuri che tante volte abbiamo visto nelle immagini in tv, ci sono donne e uomini che ogni giorno hanno combattuto la criminalità organizzata, pagando spesso un caro prezzo sul fronte della loro vita privata. Ma la contropartita è stata il successo di molte operazioni. Il successo dello Stato, uno Stato finalmente capace di mettere da parte rivalità e divisioni interne per costituire un fronte comune contro le mafie. Sullo sfondo le immagini terribili e crudeli dell’attentato di Capaci, le macerie e la disperazione poco dopo l’esplosione: materiali parzialmente inediti mostrati per la prima volta, immagini viste da una nuova angolazione che ancora una volta ci ricordano che la ferita dell’omicidio di Falcone non si è mai sanata.

Curiosità

  • “DIA 1991” è co-diretto da Leonardo Dalessandri e Gabriele Ciances (anche montatore). Dalessandri è al suo secondo documentario dopo l’esordio Watchtower of Turkey, in cui il regista ha percorso 3500 km in 20 giorni catturando paesaggi e suggestioni della Turchia. Anche Ciances è al suo secondo documentario dopo l’esordio con #OPS – L’evento, doc su Elisa Maino, giovanissima star di Musical-ly che in soli due anni ha raggiunto 4 milioni e mezzo di fan sui social e scritto un romanzo da oltre 50.000 copie. Altri crediti di Ciances includono la regia del corto “Come Ieri” e del video musicale “Per le strade una canzone” di Eros Ramazzotti Feat. Luis Fonsi.
  • “DIA 1991” è scritto da Diana Ligorio, al suo attivo le sceneggiature del documentario La Scelta di Catia – 80 Miglia a Sud di Lampedusa (2014) e della web-serie biografica Nove Giorni al Cairo. Tortura e Omicidio di Giulio Regeni (2017)
  • La Direzione Investigativa Antimafia (DIA) è un organismo investigativo interforze, inquadrato nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’interno della Repubblica Italiana, con compiti di contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia. Contemporaneamente alla sua istituzione è stato soppresso l’Alto Commissariato per la lotta alla mafia. La DIA viene creata durante il governo Andreotti VII a seguito dell’intensificarsi della lotta alla mafia in Italia, grazie all’opera di Giovanni Falcone e come organo interforze di polizia (Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza). Dal 2013 anche la Polizia Penitenziaria è entrata a comporre gli organici della DIA. Così pure il Corpo forestale dello Stato fino alla sua soppressione il 31 dicembre 2016 .
  • La dichiarazione della sceneggiatrice Diana Ligorio: “Non è una fiction e non è un documentario ma vuole essere un prodotto nuovo niente di celebrativo ne’ retorico. Ripercorre la lotta alle mafie nei 30 anni della Dia e la storia degli investigatori che hanno lavorato nell’ombra rendendosi invisibili come i latitanti che hanno catturato. Racconta gli uomini e non i vertici. C’è quello Stato nascosto, invisibile, che lavora senza far parlare di sé. Per questo ci sono poche sirene, c’è poco rumore.”
  • Il commento del magistrato Giuseppe Ayala che nel film racconta Falcone e la squadra di investigatori durante missioni come la cattura di Leoluca Bagarella e l’arresto di Francesco Schiavone ‘Sandokan’: “Falcone, dico una cosa assolutamente ovvia, è stato un grande innovatore e il suo metodo ha garantito allo Stato, non solo ai magistrati ma anche alla polizia giudiziaria, dei risultati che sono stati straordinari, che sono sotto gli occhi di tutti e che in passato erano impensabili – ha detto Ayala dopo la proiezione del film – E purtroppo ha pagato con la vita, in quella logica aberrante di questi criminali quello è il prezzo da pagare. Questo è un film che farà riflettere molti italiani sull’impegno reale e vero delle forze di polizia che hanno una professionalità che spesso ai cittadini comprensibilmente sfugge – ha aggiunto – Il valore di questo filmato è ridare fiducia agli italiani… [Capaci] è una ferita che non si rimargina, sono passati 30 anni ma la ferita rimane.”
  • “DIA 1991” è una produzione 42° parallelo Dipartimento Istituzionale con Rai Cinema e Rai Com.