Diario di un maniaco perbene – la crisi del buffo lupo solitario di Pasotti
Quarantenni solitari in crisi per la commedia d’esordio di Michele Picchi e Cydia S.r.l., in sala con la Festa del cinema dall’8 maggio 2014.
Un maniaco per bene sembrerebbe una contraddizione in termini, se ‘in fondo in fondo’ maniaci non lo fossimo un po’ tutti, alla stregua del protagonista del lungometraggio d’esordio di Michele Picchi, e della giovane casa di produzione Cydia S.r.l.
Un pittore quarantenne, in blocco creativo e crisi esistenziale, con uno sguardo ironico sul mondo e conflitti interiori ben nascosti a tutti, ma tali da sostenere l’universo privato di tic, fissazioni e ossessioni, del buffo outsider che anima il “Diario di un Maniaco Perbene”.
Un Lupo solitario di nome e di fatto, interpretato da Giorgio Pasotti con un cappio al collo, decisamente poco metaforico e destinato a trasformarsi in ispirazione, girovagando in una Roma d’agosto assolata e deserta, molto diversa da quella de La grande Bellezza di Paolo Sorrentino, della quale il suo misterioso Stefano deteneva tutte le chiavi.
Il tenero Lupo in crisi a caccia di ispirazione, diviso tra la città popolare e assolata, e la penombra del suo appartamento, l’amministratore che lo trascina alle insopportabili riunioni di condominio, lo sconosciuto spiato nella convinzione che si tratti di un pittore odiato, l’amico meccanico che vuole farlo fidanzare con la sorella “coatta”.
Solo una delle figure femminili che orbitano nell’universo solitario di questo Lupo, con il cappio sempre in agguato, dalla nipotina di nove anni ammessa (l’unica) nel suo mondo parallelo, all’anziana dirimpettaia ficcanaso, passando per l’ex che lo tartassa di telefonate e problemi, la ragazza incontrata su Facebook che sostiene di essere esperta di Hemingway e Kamasutra (pur mandandolo in bianco) e la giovane suora che il “maniaco perbene” corteggia spudoratamente, usando finti dubbi teologici come pretesto.
Il borderline che si isola nel mondo onirico e fiabesco che popola i suoi quadri, opera dell’artista belga Véronique Dalschaert, e tratteggia l’atmosfera della commedia agrodolce presentata al TaorminaFilmFest, nel giorno stesso in cui anche Pasotti è diventato quarantenne, distribuita in collaborazione con Mariposa Cinematografia da giovedì 8 maggio 2014, in concomitanza con la Festa del Cinema.
Note di Regia
«Diario di un maniaco perbene» e? il giornale di bordo di uno stravagante artista che contiene le riflessioni di vita del quarantenne Lupo, pittore in crisi di creativita?, interpretato da Giorgio Pasotti che vive la sua esistenza ermeticamente alienato nella sua casa-studio protetto, (almeno cosi? lui crede), dal mondo esterno.
In questa commedia che vede Giorgio Pasotti protagonista, ho voluto raffigurare
sullo schermo le riflessioni, le contraddizioni ed i dubbi esistenziali di un surreale e brillante artista. Lupo e? un personaggio “da film” eppure cosi? reale, un artista non romano che vive Roma quasi da straniero, un artista in difficolta? che proprio per questo spesso fa sorridere ma che all’improvviso sa anche turbare ed emozionare.
Il personaggio di Lupo l’ho pensato ispirandomi ad un pittore, che ha realmente abitato nello studio-casa dove il film e? per buona parte ambientato. Questo artista, un mio caro amico, riusciva incredibilmente a scindere la sfera della sua vita privata da quella delle relazioni con gli altri. Erano per lui “due mondi”, e due “realta?” che solo in poche occasioni si potevano incontrare. Da qui e? nata la storia, il soggetto e la sceneggiatura e da qui nasce la sua arte nella pittura e nella vita.
“Diario di un Maniaco Perbene” e? una commedia dal tono agrodolce ambientata in una Roma sognata e vissuta con lo sguardo e le ossessioni di questo buffo eterno pesce fuor d’acqua.
Il personaggio di Lupo e? quello di un borderline talentuoso che si riappropria di una dimensione che riteneva perduta. Fiabesco a suo modo, come i quadri che dipinge ispirato dall’amore nel finale del film.
Sono le opere della pittrice Ve?ronique Dalschaert, (artista belga nata nelle fiandre, vera autrice dei quadri) trait d’union di un mondo onirico che trasfigura in surrealismo oggetti animali e cose della realta? quotidiana, proprio come Lupo si aggira immerso nei suoi pensieri surreali tra i concretissimi vicoli di Roma.
Via | Festa del Cinema – Facebook