Diaz – Non pulire questo sangue di Daniele Vicari: la recensione in anteprima
Leggi la recensione in anteprima del film Diaz, di Daniele Vicari. Su Cineblog!
Genova. Durante i lavori del G8 che vede allo stesso tavolo i potenti del mondo, per le strade della città ligure si riversa un fiume pacifico di gente che vuole fare sentire la sua voce per dimostrare che un altro mondo è possibile. In mezzo a migliaia di persone armate solo di slogan e bandiere ci sono alcune centinaia di contestatori violenti, infiltrati sostiene qualcuno, che nascosti da caschi e passamontagna neri hanno messo a ferro e fuoco l’area limitrofa alla Zona Rossa. I media li hanno battezzati Black Block, nessuno sa esattamente chi sono, da dove vengono e cosa vogliono ma il risultato è una insensata guerriglia che sconvolge la manifestazione pacifica.
La notizia che un giovane italiano è stato ucciso da un colpo di pistola ha già fatto il giro del mondo, la tensione sale in modo vertiginoso. Il film inzia con la classica struttura narrativa dei film catastrofici, la cinepresa segue il percorso di avvicinamento di alcuni personaggi (estremamente differenti) che li condurranno all’interno della Scuola Diaz il 20 luglio 2001, uno dei tanti luoghi messi a disposizione dal Genova Social Forum per far dormire parte delle migliaia di manifestanti arrivati da tutto il mondo. Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna, un giornale di centro destra, che vuole vedere coi suoi occhi quello che sta succedendo. Alma è un’anarchica arrivata dalla Germania e insieme a Marco, avvocato del Social Forum, cerca di aiutare i familiari preoccupati a trovare i propri cari dispersi nella folla, alcuni arrestai. Nick è un uomo d’affari francese che arrivato a Genova si trova respinto da tutti gli alberghi nonostante fosse arrivato in città per partecipare a un seminario di un noto economista. Anselmo è sindacalista che di manifestazioni ne ha viste tante, un anziano pacifico che sceglie di rimanere in città e non tornare a casa con il bus dei suoi compagni. Bea e Ralf sono arrivati quasi per caso e cercano un posto per dormire in attesa di prendere il treno per partire l’indomani. Ma ci sono anche due anarchici (o black block ?) che hanno dato fuoco a delle automobili dopo averle ribaltate…
Tutti questi personaggi, ciascuno secondo la propria strada, sono ospiti della Scuola Diaz dove nella notte un blitz della polizia ha portato all’arresto di 93 persone e al ferimento di 87. La motivazione ufficiale è quella della ricerca di un nucleo di black block che sarebbe nascosto all’interno dell’istituto, ma l’intento di un’incursione così violenta è piuttosto chiaro. Colpirne uno per educarne cento, un barbaro metodo sbrigativo per colpire indiscriminatamente con metodi fascisti, in quella che è stata definita la più grave violazione dei diritti umani dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (almeno per quello che riguarda un paese che si considera parte del mondo civilizzato).
Difficile quindi distinguere quanto il cinema possa separarsi dalla cronaca, visto che lo stesso Vicari ha dichiarati di essersi documentato direttamente dalle carte del processo che ha portato in tribunale oltre 300 poliziotti che parteciparono all’azione. Per la cronaca solo 29 vennero effettivamente processati di cui 27 sono stati condannati in appello per lesioni, falso in atto pubblico e calunnia, (ma siamo in Italia e i reati in gran parte sono arrivati a prescrizione). Le violenze dei 93 arrestati, trasferiti nel carcere di Bolzaneto, hanno portato a 44 condanne per abuso di ufficio, abuso di autorità contro detenuti e violenza privata, sollevando un caso incredibile visto che in Italia non è previsto il reato di tortura.
C’è una sottile linea rossa che collega il film Diaz con Romanzo di una strage, di marco Tullio Giordana, forse non è un caso che siano usciti nei cinema quasi in contemporanea. I film rielaborano due dei momenti più bui della storia recente della nostra Repubblica, in entrambe i casi la giustizia non ha fatto il suo compito, lasciando senza risposte molte delle domande che anche i normali cittadini dovrebbero farsi di fronte a casi del genere. Due film potenzialmente necessari ma che hanno il problema di confrontarsi con un ruolo storico-documentario, con la necessità di (ri)costruire una memoria collettiva ma anche di confrontarsi con una rielaborazione di fiction di un fatto realmente accaduto. Possibile credere alla tesi delle due bombe (una anarchica e una nera) all’interno della Banca dell’Agricoltura o della (possibile) presenza di violenti all’interno della Diaz?
Il film di Vicari è un pugno nello stomaco. Violentissimo, senza appello. Oltre venticinque minuti dove a parlare è solo il tonfa (il manganello dei poliziotti) e le suole dei loro anfibi. Il limite della sostenibilità dello sguardo si supera più volte, ma come sottolinea Vicari spesso è sua scelta quella di edulcorare la visione, dato che le carte raccontano atrocità tali da risultare al limite del “credibile” se messe in pellicola. Scelta condivisibile. Meno condivisibile invece è il fatto che un film che voglia essere un grido di denuncia, un invito a non dimenticare e a non ripetere, faccia ben attenzione a non toccare le alte sfere coinvolte nelle decisioni che hanno portato al massacro della Diaz, a non fare nomi di alcun genere sebbene le carte (anche se in modo incompleto) abbiano effettivamente visto dei condannati, dimenticando poi che molti dei responsabili di quello che è accaduto quella notte sono poi stati ricompensati con promozioni e aumenti di grado.
Diaz – Non pulire questo sangue (drammatico, 120 min. Italia 2012) regia di Daniele Vicari. Con Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou, Fabrizio Rongione, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Antonio Gerardi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Alessandro Roja, Eva Cambiale, Rolando Ravello, Monica Birladeanu, Emilie De Preissac, Ignazio Oliva, Camilla Semino
Voto di Carlo: 7
Voto di Federico: 8
Voto di Gabriele: 7
Diaz – Non pulire questo sangue sarà distribuito da Fandango, a partire da venerdì 13 aprile 2012. Qui potete vedere il trailer.