Diego Maradona è morto: la figura del “Pibe de Oro” tra cinema, tv e documentario
Blogo ricorda Diego Maradona, il leggendario calciatore argentino scomparso a 60 anni nelle sue apparizioni e citazioni al cinema, in tv e nei documentari.
Diego Maradona è morto. L’ex campione di calcio e allenatore si è spento a causa di un arresto cardiaco. E’ stato ampiamente considerato uno dei più grandi giocatori di calcio di tutti i tempi e da molti il più grande di sempre. Talento precoce, Maradona ha ricevuto il soprannome di “El Pibe de Oro” (“Il ragazzo d’oro”), un nome che gli è rimasto impresso per tutta la sua carriera che tra alti e bassi, luci e ombre ha delineato il classico binomio genio e sregolatezza.
Per capire l’importanza ricoperta da un figura sportiva come Maradona “bisogna evocare l’atletismo di Michael Jordan, la forza di Babe Ruth e la fallibilità umana di Mike Tyson”. Tutte insieme le personalità e il talento sportivo di questi campioni rappresentano El Diego, un idolo per milioni di persone.
All’epoca in cui Maradona si è ritirato dal calcio attivo, ha traumatizzato l’Argentina. Maradona era più di un semplice grande calciatore. È stato un fattore di compensazione speciale per un paese che in un pochi anni vissero diverse dittature militari e frustrazioni sociali di ogni tipo. Maradona ha offerto agli argentini una via d’uscita dalla loro frustrazione collettiva, ed è per questo che la gente lo ama. E’ una figura divina. [Jorge Valdano – ex compagno di squadra dell’Argentina]
In Argentina, si parla spesso di Maradona in termini riservati alle leggende. Nel film argentino Il figlio della sposa candidato all’Oscar per il miglior film straniero nel 2001 e diretto dal regista argentino Juan José Campanella, qualcuno che impersona un prete cattolico dice al cliente di un bar: “Lo hanno idolatrato e poi crocifisso”. Quando un amico lo rimprovera per essersi spinto troppo oltre, il finto prete ribatte: “Ma stavo parlando di Maradona”. Maradona è anche il soggetto della commedia El Camino de San Diego di Carlos Sorin, sebbene il calciatore appaia solo in filmati d’archivio. La trama segue un giovane argentino che scoperto che Maradona è malato e ricoverato in un ospedale di Buenos Aires, decide di portargli una radice di albero che ha scoperto.
“El Pibe de Oro” è stato anche raccontato nel film italiano Maradona – La Mano di Dio, un film biografico del 2007 diretto da Marco Risi e interpretato da Marco Leonardi. Diego nasce in una borgata alla periferia di Buenos Aires e tra la terra, la lamiera, il lavoro e la povertà s’innamora perdutamente di un oggetto che lo rende grande: un pallone da calcio. Un giorno da bambino si trova a giocare con i “cebollitas”, e grazie al suo temperamento, senza pensarci tanto e con grande passione raggiunge la fama mondiale diventando il più grande giocatore della storia del calcio. Diego gioca con l’Argentinos Junior, con il Boca e con la Selezione Argentina vince i mondiali Under 17. Poi parte. Attraversa l’oceano e raggiunge Barcellona. Poi Napoli. E qui diventa il re, anzi, ‘O re.
La figura di Maradona al cinema è stata narrata anche in svariati documentari tra questi ricordiamo Amando a Maradona del 2005, Maradona di Kusturica del 2008, Maradonapoli del 2017 e Diego Maradona del 2019.
Amando a Maradona diretto da Javier Vázquez narra la storia del “Pibe de Oro”, partendo dai primi anni di vita dell’argentino (in un sobborgo di Buenos Aires) passando all’esordio nel mondo del calcio con la maglia dell’Argentinos Juniors, alla gloria del Mondiale 1986 e le vittorie con il Napoli per arrivare al declino dato dalla droga.
Maradona di Kusturica diretto da Emir Kusturica, approfondisce la vita di Diego Armando Maradona, creando anche dei parallelismi con alcuni personaggi dei film di Emir Kusturica. Il film si sviluppa nei luoghi dove Maradona ha vissuto, che vengono rivisitati dall’ex calciatore argentino insieme con il regista: Buenos Aires, Napoli e Cuba. Il film ripercorre la parabola di Maradona, dalle umili origini al suo esordio nell’Argentinos Juniors, i passi della carriera calcistica, i momenti alti (lo scudetto col Napoli, il Mondiale vinto con la Nazionale argentina) e quelli bassi (la positività ai Mondiali di calcio 1994 per efedrina), e ancora il declino inesorabile e la lenta risalita. La pellicola si sofferma inoltre sul pensiero del Maradona-uomo: la droga, la famiglia, il calcio di oggi e le idee politiche contro il sistema neo-liberista nordamericano.
Maradonapoli di Alessio Maria Federici prende il via il 30 giugno 1984, quello che sembra un giorno come tanti. Forse in tutto il resto del mondo ma non a Napoli, quello è il giorno dell’“avvento” di Maradona. Già da quel 30 giugno Napoli sente che Maradona sarà una di queste e che donerà a tutti i napoletani, dal più aristocratico al più povero, quella goccia di felicità che li farà vivere meglio. Maradona resta a Napoli 7 anni in cui fa di tutto, vincendo due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa UEFA e una Supercoppa italiana con il Napoli. E in quei 7 anni vive la città, le sue contraddizioni, le sue meraviglie, le sue difficoltà, le sue speranze. Ma soprattutto vive i sogni di tutti i napoletani e li alimenta, parlando di riscatto e vittoria. Diventerà un’icona, un mito… un santo. E oggi? Di quel calciatore che ha dato sostanza ai sogni di un popolo cosa è rimasto a Napoli? Maradonapoli racconta questo, cercando in ogni angolo della città una sua immagine, un oggetto che lo ricordi, ascoltando dalle persone che cosa vuol dire aver avuto Maradona nella propria città.
Diego Maradona del regista vincitore dell’Oscar e del BAFTA Asif Kapadia, regista dei documentari Amy (sulla cantante Amy Winehouse) e Senna (sul pilota automobilistico Ayrton Senna). Agli inizi degli anni Ottanta, non avendo mai vinto lo scudetto, la Società Sportiva Calcio Napoli viveva un periodo particolarmente difficile, vantando però una tifoseria senza eguali per passione e dimensioni. Poi, il 5 luglio 1984, Maradona arrivò al Napoli con un ingaggio record e per sette anni scatenò l’inferno. Il genio assoluto del calcio mondiale e la città più imprevedibile d’Europa si dimostrarono un connubio perfetto: Diego Maradona era stato benedetto sul campo e trattato come un Dio fuori di esso. Il carismatico argentino trascinò infatti il Napoli al suo primo scudetto. Era il 1987 e quello fu un evento epocale. Ma c’era un prezzo da pagare perché, finché fece miracoli in campo, a Diego fu concessa ogni cosa, ma quando la magia svanì, divenne prigioniero della sua stessa città. Forse perché, come spiega il preparatore atletico di Diego, Fernando Signorini, Diego non ha nulla a che fare con Maradona ma Maradona trascina Diego ovunque lui vada.
Sono rimasto affascinato dal suo viaggio, ovunque andasse c’erano momenti di incredibile brillantezza e drammaticità. Era un leader, portando le sue squadre ai massimi vertici, ma anche a molti minimi nella sua carriera. Era sempre il piccoletto che combatteva contro il sistema…ed era disposto a tutto, a usare tutta la sua astuzia e intelligenza per vincere. [Asif Kapadia – Regista]
Maradona è stato anche citato in Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino, interpretato da Roly Serrano lo vediamo ospite di una clinica in Svizzera stanco e fisicamente appesantito, ma capace ancora di grandi exploit da giocoliere. Maradona appare anche nei titoli di testa di Santa Maradona, film di Marco Ponti del 2000 e nel 1999 interpreta un cameo nei panni di se stesso in un episodio della commedia Tifosi di Neri Parenti al fianco di Nino D’Angelo e Peppe Quintale.
In altri media, Maradona è stato anche incluso in molti cameo del fumetto argentino El Cazador de Aventuras. Dopo la chiusura, gli autori hanno iniziato un nuovo fumetto di breve durata intitolato “El Die”, utilizzando Maradona come personaggio principale. Nel 1982 Maradona appare in una pubblicità per la Coppa del Mondo per la Coca-Cola e in una pubblicità giapponese per Puma. Nel 2010 è apparso in uno spot pubblicitario per la casa di moda francese Louis Vuitton, indulgendo in una partita di calcio balilla con gli altri vincitori della Coppa del Mondo Pelé e Zinedine Zidane. Maradona appare anche nel video musicale della canzone dei Mondiali 2010 “Waka Waka” di Shakira, con filmati che lo ritraggono mentre celebra la vittoria dell’Argentina nel 1986. Uno spot televisivo del 2006 per la bevanda analcolica brasiliana Guaraná Antarctica ha ritratto Maradona come un membro della squadra nazionale del Brasile, indossando la maglia gialla e cantando l’inno nazionale brasiliano con i giocatori brasiliani Ronaldo e Kaká. Più tardi nella pubblicità si sveglia realizzando che era un incubo causato dall’aver assunto troppa bevanda. Nel 2017 Maradona è apparso come un giocatore leggendario nei videogiochi di calcio FIFA 18 e Pro Evolution Soccer 2018.