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Dragonball Evolution – La recensione in anteprima

Dragonball Evolution (Dragonball) di James Wong con Justin Chatwin, Emmy Rossum, Joon Park, Chow Yun-Fat, James Marsters, Eriko Tamura, Jamie Chung, Randall Duk Kim, Texas Battle, Shavon Kirksey, Luis Arrieta, Richard Blake, Julian Sedgwick.In un prossimo futuro, un giovane liceale di nome Goku vive con l’amatissimo nonno, Son Gohan, che nel tempo libero gli insegna

10 Aprile 2009 07:00

DragonballDragonball Evolution (Dragonball) di James Wong con Justin Chatwin, Emmy Rossum, Joon Park, Chow Yun-Fat, James Marsters, Eriko Tamura, Jamie Chung, Randall Duk Kim, Texas Battle, Shavon Kirksey, Luis Arrieta, Richard Blake, Julian Sedgwick.

In un prossimo futuro, un giovane liceale di nome Goku vive con l’amatissimo nonno, Son Gohan, che nel tempo libero gli insegna i segreti delle arti marziali. In punto di morte, Son Gohan raccomanda al nipote di andare a trovare il saggio Maestro Muten nella città di Paozu. Lungo il suo cammino, Goku incontra la bella Bulma, e insieme a lei cercherà di trovare tutte le sette sfere del drago, che conservano un enorme potere. Il loro scopo è quello di evitare che finiscano nelle mani del perfido guerriero alieno Piccolo, giunto dal pianeta Namecc per dominare la Terra.

Ispirato alla celeberrima serie manga firmata dal maestro Akira Toriyama, da cui è già stata tratta una serie animata di grande successo in tutto il mondo e numerosi videogiochi per console, Dragonball è l’ennesima dimostrazione che il cinema non sempre è in grado di rielaborare il materiale narrativo di un fumetto, soprattutto quando la produzione non è nipponica. Forse qualcuno ricorda il flop clamoroso di The Fist of the North Star, il film live-action ispirato alla saga di Ken il Guerriero, o l’inqualificabile Crying Freeman, fino al più di recente il tentativo dei fratelli Wachowski con Speed Racer, il mondo dei fumetti giapponesi si è sempre rivelato un campo minato per essere trasportato su pellicola. Quando il background culturale è rimasto lo stesso invece sono state realizzate ottime versioni cinematografiche come Old Boy di Park Chan-wook, il durissimo Battle Royale di Kinji Fukasaku fino a titoli come Ichi the killer o Yattaman firmati da Takashi Miike.

Per una precisazione d’obbligo, è necessario sottolineare che chi scrive è un grande estimatore dell’opera di Akira Toriyama. Detto questo una seconda premessa necessaria; la trasposizione cinematografica di un capolavoro del fumetto (come pure di un opera di letteratura) è sempre un operazione che difficilmente potrà soddisfare i fan dell’originale, sopra quando il mondo che deve essere ricostruito è frutto della mente folle e geniale di un visionario come Akira Toriyama. Il piccolo Goku viene quindi proiettato dal suo mondo senza tempo ad un futuro prossimo venturo e si trasforma in un adolescente timido e impacciato ma dalle grandi doti di guerriero. Più vicino a Ralph Macchio di un Karate Kid in chiave fantasy che dal ragazzo-scimmia nato dalla china di Toriyama, elementi che rappresentano solo una piccola porzione di quanto è stato macellato il progetto iniziale che si è dimostrato un lento e doloroso travaglio fin dal 2002 quando la 20th Century Fox ne ha acquistato i diritti.

Il progetto infatti è stato rallentato da infiniti problemi produttivi, fino al 2007 quando il regista Stephen Chow ne ha preso in mano la produzione. La folle ironia di Chow poteva far ben sperare ma il marchio di fabbrica dei suoi film non è riconoscibile nel nella regia di James Wong, autore di Final Destination. Tralasciando il sacrilegio di aver stravolto e deformato un classico venerato da milioni di fan, la pecca più grave di questo Dragonball Evolution è la completa assenza dell’ironia che pervade le tavole di Toriyama, disegno dopo disegno. Wong prende tutto troppo sul serio, a partire il personaggio del Maestro Muten, un vecchio e arzillo maestro di arti marziali, un po’ saggio e un po’ maniaco sessuale, ruolo che è stato affidato a uno spaesato Chow Yun-Fat (e ci chiediamo perché uno come lui abbia accettato un progetto del genere). Dragonball Evolution si rivela così un lavoro molto più vicino al classico film adolescenziale da sabato pomeriggio in tv, condito di effetti speciali di medio livello, e soprattutto che ha molto poco in comune con il fumetto. Il rischio più grave è che potrebbe non appassionare nemmeno chi non ha dimestichezza con i comics o la serie animata.

La sceneggiatura infatti è piuttosto piatta, i personaggi non riescono a diventare interessanti perché Wong ne banalizza quasi completamente i tratti caratteriali dimostrando di avere pochissima dimestichezza con il lavoro di Toriyama, peccato gravissimo quando ci si deve confrontare con un mostro sacro. Il film, curiosamente, è uscito in Giappone in concomitanza con altri due titoli tratti da comics nipponici, il già citato Yattaman e Doraemon; per quanto possa contare il box-office ha dato ragione a questi titoli, lasciando a Dragonball il grandino più basso del podio del primo weekend, non certo un successo.

Dragonball Evolution esce al cinema il 10 aprile

Voto Carlo: 3,5
Voto Gabriele: 1