Home Curiosità Due euro l’ora: la normalità della schiavitù operaia al cinema

Due euro l’ora: la normalità della schiavitù operaia al cinema

Andrea D’Ambrosio porta al cinema una storia vera con la normalità della schiavitù operaia del Mezzogiorno a Due euro l’ora

di cuttv
pubblicato 10 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:36

Di questi tempi la schiavitù operaia non è uno ‘squisito’ privilegio del Sud d’Italia, ma è alla tragedia dell’operaia morta davanti agli occhi e l’omertà di tutti, nell’incendio di un garage-fabbrica dell’irpino Montesano, che si ispira Due euro l’ora di Andrea D’Ambrosio, vincitore del Nastro d’argento con il documentario sulla Terra dei fuochi Biutiful cauntri.

Il soggetto e la sceneggiatura, scritti da Donata Carelli con Andrea D’Ambrosio, in questo caso si concentrano sulla normalità della schiavitù operaia del Mezzogiorno, raccontando le difficoltà e le speranze di due donne che lavorano un una fabbrica/magazzino di tessuti, confezionando capi di abbigliamento per un datore di lavoro rozzo e violento (Enzo De Blasi/Peppe Servillo), alla paga di due euro l’ora.

A cercare riscatto dalla propria condizione, attraverso il lavoro, è la diciassettenne Rosa (Alessandra Mascarucci), alle prese con il primo amore e la speranza di un futuro migliore che per guadagnare i soldi necessari ad arrivare in Svizzera, inizia a lavorare di nascosto smettendo di andare a scuola.

Come lei anche la quarantacinquenne Gladys (Chiara Baffi), appena tornata dal Venezuela, senza amore, sogni e denaro che si illude di poter essere felice con Aldo (Paolo Gasparini).

Il cast ricco di bravi attori conta anche, Alyona Osmanova (Alina), Massimo De Matteo (Franco), Virginia Da Brescia (Zia Marisa), Davide Schiavo (Nicola), Antonella Morea (Amelia), Patrizia Di Martino (Lucia), Marianna Mercurio (Carmela), Lorenza Leone (Sabrina), Peppe Miale (Raffaele), e il piccolo Gabriele D’Aquino (Fabio).

[quote layout=”big” cite=”Andrea D’Ambrosio]«Sono contento che sia stato colto dal pubblico il mio intento di raccontare con leggerezza una storia dura e di prevaricazione in cui le donne sono le vere eroine. Per scrivere Due euro l’ora con la sceneggiatrice Donata Carelli sono partito da un fatto di cronaca accaduto nel 2006 nella bassa Campania. Il mio è un film che parla del Sud, è una storia sul lavoro, sull’amore e sulla giovinezza che fugge, su donne che lottano e sperano in una vita diversa. Se il film ha convinto il pubblico è grazie soprattutto alla squadra che mi ha sostenuto e agli attori, fantastici attori, che sono riusciti a darmi forza ed entusiasmo durante i faticosi e meravigliosi giorni di riprese. Il mio premio è il loro premio».[/quote]

Due euro l’ora è prodotto da Enzo Porcelli, lo stesso dei film di Manoel de Oliveira e di Gianni Amelio, per Achab Film e realizzato col contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con Rai Cinema.

Dopo il successo riscosso al Bif&st-Bari International Film Festival, con il premio Laudadio per il regista del miglior film e il premio Artisti 7607 per la migliore attrice protagonista a Chiara Baffi, e la grande affluenza di pubblico all’evento del 1° maggio a Montemarano, l’anteprima al cinema Metropolitan di Napoli, di mercoledì 11 maggio alle ore 21, con Peppe Servillo e Chiara Baffi, precede l’uscita in sala del 12 maggio.