E La chiamano Estate a rischio uscita: Fiorelisa Calcagno, vedova di Bruno Martino, contro il film di Paolo Franchi
Uscita bloccata in extremis per E La chiamano Estate di Paolo Franchi?
UPDATE: il film uscirà regolarmente in sala. Vietato ai minori di 14 anni.
Non se ne esce più. Dopo aver ‘sconvolto’ il Festival Internazionale del Film di Roma, suscitando proteste, fischi e risate di scherno, e aver vinto contro ogni più logico pronostico due premi (Miglior Regia e Miglior Attrice), E La chiamano Estate di Paolo Franchi rischia di non uscire al cinema.
Fiorelisa Calcagno, vedova di Bruno Martino, autore dei brani musicali “Estate” e “E la chiamano estate”, utilizzati all’interno del film di Franchi, ha infatti depositato un ricorso cautelare d’urgenza per bloccarne la distribuzione. Il motivo? “L’interpretazione, le scene a carattere pornografico, la trama scabrosa sincronizzate alle musiche del maestro Martino lederebbero gravemente il patrimonio culturale e artistico del musicista“. La donna, che non ha visto la pellicola ma si è semplicemente fidata di quanto letto sulla stampa, non sarebbe stata neanche contattata dai produttori del film, tanto che non le sarebbero stati corrisposti i diritti d’autore per le musiche utilizzate.
Paolo Franchi, dal canto suo, vede e rilancia le accuse della vedova Martino, rispondendo con un’accusa di calunnia:
«Io sono parte lesa e mi rivarrò coi miei avvocati. La casa discografica Universal, che detiene i diritti musicali, aveva visto le scene collegate alla canzone del maestro dando il suo benestare. Chiederemo il risarcimento, io, la produzione e la Officine Ubu distribuzione. La vedova avrebbe almeno potuto vedere il film prima di agire. Non c’è nulla di pornografico né volgare nelle scene incriminate, per cui la signora dovrà rispondere di calunnia».
E La chiamano Estate, teoricamente in sala da domani, continua quindi a far parlare di se’. Nel caso in cui il film venga bloccato, qui potrete rileggere la nostra (indignata) recensione in anteprima, direttamente dal Festival di Roma.
Fonte: Eduesse