E’ morto Arnoldo Foà: il ricordo di Cineblog
L’attore, regista e doppiatore Arnoldo Foà è morto a Roma. Avrebbe compiuto 98 anni tra 13 giorni.
E’ morto a Roma all’età di novantasette anni (avrebbe compiuto 98 anni il 24 gennaio) Arnoldo Foà: l’attore, regista, doppiatore, scrittore, poeta, scultore e pittore si è spento intorno alle 17.30 all’ospedale San Filippo Neri dopo un’improvvisa crisi respiratoria. I funerali dovrebbero tenersi nella Sala della Protomoteca del Campidoglio già lunedì 13 gennaio.
Arnoldo Foà, nato il 24 gennaio 1916 a Ferrara da una famiglia di origini ebraiche, dopo aver seguito la sua famiglia a Firenze e aver intrapreso gli studi di economia a vent’anni abbandona tutto per dedicarsi alla sua grande passione, la recitazione. Trasferitosi a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia è costretto nel 1938 ad abbandonare la scuola a causa delle leggi razziali fasciste (nonostante lui si sia sempre dichiarato ateo). Foà riesce comunque a lavorare utilizzando degli pseudonimi e ad ottenere delle piccole parti in Crispino e la comare, Ettore Fieramosca e Orizzonte dipinto. La sua carriera teatrale, cinematografica e televisiva decolla subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Al cinema, nonostante la partecipazione ad oltre 100 pellicole, Foà non ottiene i riconoscimenti che meriterebbe un attore del suo calibro, tant’è che l’unico premio che riceve è un Silver Ribbon nel 2004 come migliore attore non protagonista nel film Gente di Roma di Ettore Scola.
Tra i film ai quali ha preso parte ricordiamo: Altri tempi – Zibaldone n. 1 di Alessandro Blasetti, Il processo di Orson Welles (era l’ispettore), I cento cavalieri di Vittorio Cottafavi (era Don Gonzalo Herrere y Menendez), Borsalino di Jacques Deray (era Marello), Causa di divorzio di Marcello Fondato (era Maini), Il sorriso del grande tentatore di Damiano Damiani (era Monsignor Badensky), Il giocattolo di Giuliano Montaldo (era Nicola Griffo), Cento giorni a Palermo di Giuseppe Ferrara (era il ministro dell’Interno Rognoni), L’attenzione di Giovanni Soldati (era il direttore del giornale), Il cugino americano (era Vincenzo Ammirati), Ardena di Luca Barbareschi (Rosolino), Tutti gli uomini del deficiente di Paolo Costella (era Il Presidente). Dal 2000 ha recitato in film come: Ti voglio bene Eugenio di Francisco Josè Fernandez (era il Prof. Bonelli) Ti spiace se bacio mamma? di Alessandro Benvenuti (era Renato), La febbre di Alessandro D’Alatri (era Il Presidente), Antonio, guerriero di Dio di Antonello Belluco (era Papa Gregorio IX), Quale amore di Maurizio Sciarra (era Robert Stefelmayer), Il 7 e l’8 (era il Padre Superiore) e Legami di Sangue di Paola Columba (era il padre).
Arnaldo Foà è stata anche un celebre doppiatore: lo ricordiamo prestare la voce tra gli altri a Anthony Quinn (Zampanò) ne La strada, a Herbert Lom (Napoleone) in Guerra e pace, Kirk Douglas (Jim Deakis) ne Il grande cielo, John Wayne (Craig McCoy) ne Le ali delle aquile, Peter Ustinov (Nerone) in Quo vadis?, Robert Newton (Edward Teach) ne Il pirata Barbanera, Jack Carson in Innamorato pazzo, Frank Lovejoy ne La belva dell’autostrada, Broderick Crawrford (Augusto) ne Il Bidone, Thosiro Mifune (Tajomaru) in Rashomon e il personaggio di Charles Muntz in Up.
Ad Arnoldo Foà sono stati dedicati due documentari, uno nel 2007 di Alan Bacchelli e Lorenzo Degl’innocenti intitolato Almeno io Fo, e uno nel 2011 di Cosimo Damiano Damato intitolato Io sono il teatro. Arnoldo Foà raccontato da Foà.