E’ morto Tommy Morrison, il “cattivo” di Rocky V
Ad ucciderlo è stata probabilmente la Sindrome di Guillain-Barré, di cui l’ex campione di boxe soffriva da oltre un anno.
Tommy Morrison si è spento ieri in Nebraska a 44 anni: il grande pubblico lo ricorda per aver interpretato Tommy Gunn in Rocky V, l’allievo ingrato che, istigato da un manager senza scrupoli, sfida il mentore Rocky Balboa. Nel 1990, all’epoca del film, era un giovane pugile di talento e Sylvester Stallone lo aveva scoperto guardando uno dei suoi incontri: a soli 21 anni ottenne la fama internazionale e nel ’92 vinse il titolo mondiale dei pesi massimi WBO, battendo la ex leggenda del pugilato George Foreman.
Nato il 2 gennaio 1969 in Arkansas ebbe un’infanzia difficile e subì parecchie violenze dal padre alcolizzato: infilatisi ben presto i guantoni iniziò a fare carriera con il soprannome di “The Duke”, in onore del prozio, la leggenda di Hollywood John Wayne. Nel 1996 il dramma: viene diagnosticato all’attore l’HIV e la sua licenza di pugile viene ritirata negli Stati Uniti. La carriera di Morrison venne stroncata di colpo e il boxeur rivelò in seguito:
“Ho vissuto una vita troppo permissiva, veloce e senza regole. Spero di poter servire come esempio che vivere questo stile di vita può davvero portare a una sola cosa e che è la miseria. Non sono mai stato così stupido in vita mia. Pensavo di essere a prova di proiettile, ma non lo sono.”
Morrison combatté ancora, in Messico, Canada e Giappone, ma ormai la sua carriera, sia come pugile che come attore, era finita. Da oltre un anno era bloccato in un letto, pare a causa della Sindrome di Guillain-Barré, che lo avrebbe portato poi alla morte, ma né la moglie Tricia, né gli altri famigliari hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali al riguardo.