Eldorado Road: recensione
Eldorado Road (Eldorado, Francia / Belgio, 2008) di Bouli Lanners; con Philippe Nahon, Bouli Lanners, Michaël Abiteboul, Fabrice Adde, Rausin Jean-Jacques, Stefan Liberski, Renaud Rutten, Didier Toupy, Françoise Chichéry, Baptiste Isaia.Arriva direttamente dalla Quinzaine des Réalisateurs questo piccolissimo film, co-produzione franco-belga che ha fatto parlare di sè. Secondo lungometraggio di Bouli Lanners, attore che ha
Eldorado Road (Eldorado, Francia / Belgio, 2008) di Bouli Lanners; con Philippe Nahon, Bouli Lanners, Michaël Abiteboul, Fabrice Adde, Rausin Jean-Jacques, Stefan Liberski, Renaud Rutten, Didier Toupy, Françoise Chichéry, Baptiste Isaia.
Arriva direttamente dalla Quinzaine des Réalisateurs questo piccolissimo film, co-produzione franco-belga che ha fatto parlare di sè. Secondo lungometraggio di Bouli Lanners, attore che ha diretto anche due cortometraggi, Eldorado Road (il “road” è stato aggiunto dalla distribuzione italiana per far effettivamente capire che si tratta di un film on the road…) narra la storia di Yvan, commerciante di auto d’epoca, e di Elie, un ragazzo tossicodipendente.
I due si conoscono grazie ad una “bizzarra” occasione: Elie infatti è intento a derubare la casa di Yvan! L’uomo, dopo aver capito che il ragazzo non rappresenta per niente un pericolo, capisce la sua situazione e decide di accompagnarlo a casa, vicino al confine con la Francia. Inizia così un viaggio che sarà per entrambi occasione di conoscersi reciprocamente, facendo conoscere all’altro la propria storia e facendo singolari incontri…
Yvan, interpretato dallo stesso regista, è stato da molti definito il “Big Lebowski” belga, soprattutto per la fisicità e il suo caratterino; Elie è volutamente sottotono, quasi moscio, timido, evidentemente segnato nell’anima dalla vita che ha vissuto e da cui sta tentando di fuggire. L’incontro tra i due sarà il momento, forse, per un’evoluzione delle loro storie personali.
L’on the road di Lanners parte come una commedia un po’ grottesca e prosegue facendoci vedere personaggi inusuali: resta in mente l’uomo totalmente nudo che si chiama… Alain Delon. La follia viene man mano sostituita dalla malinconia, quando veniamo a sapere della famiglia di Elie e quando capiamo che Yvan soffre per un motivo decisamente doloroso.
Il viaggio con la Chevrolet del ’79 è un po’ risaputo, e strappa il sorriso senza toccare punte altissime. Ma è anche vero che i due personaggi crescono pian piano e ci si affeziona davvero a loro, come forse all’inizio non avremmo potuto mai pensare. La simpatia delle situazioni si scontra con la tragedia della vita che incombe, cattiva e terribile come solo lei sa essere, e che si palesa nel bellissimo finale.
Eldorado Road non rimarrà nella storia e in Italia non diverrà un cult, ma è un piccolo film (costato pare davvero niente) con tutti i suoi difetti e il suo sapore di “già visto”, ma con una certa forza che si fa sentire. Condite il tutto con una buonissima colonna sonora. Il risultato non è affatto da disprezzare.
Voto Gabriele: 7