Elezioni americane: 10 film sulle campagne elettorali americane e la corsa alla Presidenza degli Stati Uniti
Cineblog ha selezionato 10 film da guardare mentre si attendono i risultati delle elezioni americane 2024 che vedono in corsa per le presidenziali Kamala Harris e Donald Trump.
Le elezioni americane si avvicinano, e in attesa di scoprire chi tra la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump diventerà il 47º Presidente degli Stati Uniti andiamo a proporvi una delle nostre classifiche speciali. Stavolta si tratta di una Top 10 che raccoglie quelli che secondo noi sono i migliori film su piazza che trattano di elezioni politiche americane e la corsa alla presidenza degli Stati Uniti.
Come di consueto abbiamo spaziato tra i generi, partendo idealmente da un classico pluripremiato del calibro di Tutti gli uomini del presidente (1976), per poi esplorare la politica statunitense e le elezioni americane attraverso la lente della commedia, del dramma, del romance, del mockumentary e persino una viratina nel thriller di stampo complottista.
- 10 film su elezioni e presidenziali americani
- 1. Tutti gli uomini del presidente (1976)
- 2. I colori della vittoria (1998)
- 3. Sesso & potere (1997)
- 4. Il presidente – Una storia d’amore (1995)
- 5. Le idi di marzo (2011)
- 6. Il candidato (1972)
- 7. Head of State (2003)
- 8. Bob Roberts (1992)
- 9. The Manchurian Candidate (2004)
- 10. L’uomo dell’anno
- 10 film su elezioni e presidenziali americani
- 1. Tutti gli uomini del presidente (1976)
- 2. I colori della vittoria (1998)
- 3. Sesso & potere (1997)
- 4. Il presidente – Una storia d’amore (1995)
- 5. Le idi di marzo (2011)
- 6. Il candidato (1972)
- 7. Head of State (2003)
- 8. Bob Roberts (1992)
- 9. The Manchurian Candidate (2004)
- 10. L’uomo dell’anno
10 film su elezioni e presidenziali americani
1. Tutti gli uomini del presidente (1976)
Un pezzo di storia del giornalismo che diventa una pezzo di storia del cinema. Tutti gli uomini del presidente è ovviamente un film sul giornalismo, ma sullo sfondo si muove la politica elettorale nella sua forma più oscura e inquietante. Quando Robert Redford e Dustin Hoffman, nei panni dei reporter del Washington Post Bob Woodward e Carl Bernstein, scoprono la verità dietro l’irruzione nel Watergate e la copertura che ha portato alle dimissioni di Richard Nixon. Gan parte della loro indagine li porterà da quel maldestro tentativo di rubare informazioni al Partito Democratico nell’edificio del Watergate alla scoperta di una campagna elettorale compromessa e inquinata da atti manipolatori che vanno da pagamenti illegali alla diffamazione.
- Oltre ad essere stato un grande successo di pubblico e critica, il film ha ricevuto otto candidature agli Oscar vincendone quattro, tra cui quelli a William Goldman per la migliore sceneggiatura non originale e a Jason Robards come miglior attore non protagonista.
- Questo è stato il primo film che Jimmy Carter guardò durante il suo mandato di Presidente degli Stati Uniti d’America.
- Il film ha introdotto lo slogan “segui i soldi”, assente nel libro e in qualsiasi documentazione sul Watergate.
- Oltre all’irruzione nella sede del Partito Democratico, questo film fa riferimento all’irruzione nell’ufficio dello psichiatra Daniel Ellsberg nel tentativo di screditarlo. Ellsberg era l’impiegato della Rand Corporation che fece uscire di nascosto copie della massiccia e scandalosa documentazione di Robert Macnamara sulla gestione della guerra del Vietnam da parte degli Stati Uniti, nota come “Pentagon Papers”. Ciò costituisce la base del film, The Post (2017), che è il prequel storico di Tutti gli uomini del presidente, in quanto presenta anche il Washington Post, tra cui Meryl Streep nel ruolo di Katherine Graham e Tom Hanks in quello di Bradlee, alle prese con i Pentagon Papers. The Post introduce anche Tutti gli uomini del presidente, poiché si conclude con la scoperta dell’irruzione al Watergate. In seguito, quando venne svelata la copertura del Watergate, si scoprì che Hunt e Liddy si erano introdotti con la forza anche nell’ufficio dello psichiatra di Ellsberg e che tale intrusione era stata autorizzata da John Ehrlichman, consigliere capo di Nixon per la politica interna e uno dei principali complici del Watergate.
2. I colori della vittoria (1998)
Henry Burton (Adrian Lester), giovane di colore idealista, nipote di un leader che ha combattuto per i diritti civili, decide di partecipare, sia pure dopo molte incertezze, alla campagna per le elezioni presidenziali di Jack Stanton (John Travolta), governatore progressista di uno Stato del sud. La campagna elettorale va avanti freneticamente, e gli umori cambiano in rapida successione. Gli scandali sessuali sono quelli che più mettono in difficoltà il gruppo. Dapprima una segretaria denuncia una relazione con Jack, poi il padre di una ragazzina di colore denuncia che la figlia e’ incinta di Jack. E tutti questi scandali vengono messi a tacere con enorme fatica. La campagna elettorale va avanti senza esclusione di colpi. Henry, duramente provato, vorrebbe dimettersi. Ma Jack lo convince a rimanere. Arrivano le elezioni, Jack viene eletto Presidente ed Henry e’ tra coloro a cui stringe la mano il giorno della vittoria.
Se il documentario “The War Room” documentava il cuore della campagna di Clinton e il romanzo “Colori Primari” di Joe Klein, pubblicato in forma anonima e sottilmente romanzato, ne è una feroce satira, la versione cinematografica I colori della vittoria del regista Mike Nichols è una vivace combinazione di ponderatezza e farsa. John Travolta è protagonista nei panni di Clinton come “Governatore Jack Stanton” accanto a Emma Thompson, Billy Bob Thornton e Kathy Bates (candidatura alla migliore attrice non protagonista). Il film segue il team elettorale di Stanton mentre affronta il lungo percorso della campagna, elaborano strategie contro gli oppositori e cadono ad ogni svolta a causa del donnaiolo compulsivo Stanton.
- L’allora presidente Bill Clinton apprezzò così tanto questo film che invitò persino John Travolta ad una festa, a una condizione: che si presentasse nei panni del governatore Jack Stanton. Travolta rifiutò.
- La parte principale fu inizialmente offerta a Tom Hanks, che la rifiutò a causa della sua amicizia con l’allora presidente Bill Clinton. Hanks affermò di aver rifiutato la parte perché era titubante nell’interpretare un ruolo di mezza età.
- Il cast include quattro vincitori dell’Oscar: Dame Emma Thompson, Billy Bob Thornton, Allison Janney e Kathy Bates; e quattro candidati all’Oscar: John Travolta, Diane Ladd, James Earl Jones e Rob Reiner.
3. Sesso & potere (1997)
A meno di due settimane dalle elezioni presidenziali, scoppia uno scandalo alla casa bianca: il presidente Dini ha accusato di aver commesso atti di libidine su una procace minorenne. Prima che l’incidente possa causare danni irreparabili, lo staff presidenziale e chiama Conrad Brean (Robert De Niro), un misterioso personaggio consigliere della casa bianca per gli ‘affari sporchi’. Brean è l’uomo dell’ultima spiaggia, un grande stratega della comunicazione in grado di manipolare la politica, la stampa e soprattutto l’opinione pubblica. Anticipando l’accesa reazione di tutti gli organi di stampa, Brean riesce abilmente a distogliere l’attenzione dei media dal presidente inventando una guerra tra gli Stati Uniti e l’Albania! Con l’aiuto di Stanley Motss (Dustin Hoffman), un famoso produttore Hollywoodiano che si occupa della produzione televisiva dell’opera, Brean realizza una parvenza di guerra’ e ne diffonde le immagini via satellite…
In un momento in cui l’Intelligenza artificiale tiene banco e le fake news sono all’ordine del giorno, grazie alla nefasta influenza dei social media, la black-comedy anni novanta Sesso & Potere con Robert De Niro e Dustin Hoffmann è quanto mai attuale. Nel film politica e Hollywood si fondono in un ficcante e farsesco teatrino di guerra usato come arma di distrazione di massa. La sceneggiatura è di David Mamet (con Larry Beinhart e Hilary Henkin) mentre alla regia c’è Barry Levinson .
- Dopo l’uscita del film, il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton fu coinvolto in uno scandalo sessuale con Monica Lewinsky. Gli eventi della vita reale sembravano rispecchiare la trama del film nell’agosto del 1998, quando Clinton ordinò attacchi con bombe contro obiettivi di Al-Qaeda in Medio Oriente dopo aver testimoniato e proprio mentre Lewinsky era pronta a testimoniare sullo scandalo, e più tardi nel dicembre del 1998, quando la sua amministrazione guidò un raid aereo in Iraq proprio prima che la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti fosse pronta a votare sul suo impeachment a causa dello scandalo Lewinsky. Molti commentatori politici e critici per descrivere questi eventi fecero riferimento al titolo originale del film “Wag The Dog” che equivale a “Distrarre l’attenzione”. A seguito di ciò interesse per il film aumentò rapidamente in quel periodo portando gli incassi globali a 64 milioni di dollari da un budget di 15.
- Durante le riprese di questo film, il regista Barry Levinson, Dustin Hoffman e Robert De Niro hanno avuto un incontro improvvisato e casuale in un hotel di Washington, D.C. con il presidente Bill Clinton. Hoffmann ricordando quel momento ha detto che Clinton chiese a De Niro: “Allora, di cosa parla questo film?” De Niro guardò Levinson, sperando che rispondesse alla domanda, ma Levinson, a sua volta, guardò Hoffman che rendendosi conto che non c’era nessun altro a cui scaricare la responsabilità ha iniziato a ballare il tip tap blaterando qualcosa di cui non ha memoria (“Non ricordo nemmeno cosa ho detto”). Il film ha ricevuto due candidature all’Oscar: miglior attore protagonista a Dustin Hoffman e miglior sceneggiatura non originale a Hilary Henkin e David Mamet.
4. Il presidente – Una storia d’amore (1995)
Un fascinoso Michael Douglas interpreta il Presidente degli Stati Uniti, vedovo, che si innamora di una lobbysta ambientale interpretata da una meravigliosa Annette Benning. Un’avvincente e ingegnosa commedia romantica diretta da Rob Reiner che sembra una versione a tinte romance della popolare serie tv West Wing – Tutti gli uomini del Presidente creata da Aaron Sorkin che è lo sceneggiatore di questo film.
- Prima che iniziassero le riprese del film, Michael J. Fox stava ancora tenendo segreta la sua diagnosi di Parkinson. Pensava che avrebbe perso il ruolo se Rob Reiner l’avesse scoperto. Durante uno screening di base e di routine per la forma fisica, Fox era terrorizzato che i medici potessero rilevare il tremore periodico nella sua mano sinistra e alla fine collegarlo al Parkinson. Fortunatamente per Fox, prese le sue medicine in tempo per sedare il tremore e il test non si limitò a niente di più che controllare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna.
- Prima che Aaron Sorkin si unisse al progetto, le prime versioni della sceneggiatura raffiguravano il presidente Andrew Shepherd come un veterano militare ed ex agente delle forze speciali. Rob Reiner discusse il ruolo principale con Bruce Willis e Steven Seagal prima che le riscritture di Sorkin trasformassero Shepherd in un personaggio più accademico.
- Dopo che il senatore Bob Rumson critica la fidanzata del presidente Andrew Shepherd, Shepherd risponde a tono: “Tu vuoi scatenare un dibattito, Bob? Meglio se vieni da me, Sydney Ellen Wade è lontana da te anni luce”. Nel marzo 2016, il candidato repubblicano alla presidenza Ted Cruz ha parafrasato da vicino le battute di questo film mentre rispondeva all’attacco del collega candidato repubblicano Donald Trump alla moglie: “Se Donald vuole entrare in conflitto, è meglio che lo faccia con me, perché Heidi è decisamente fuori dalla sua portata”. Cruz hè noto per citare spesso battute dai suoi film preferiti durante la campagna elettorale. Anche un altro dei suoi film preferiti vede Rob Reiner alla regia, La storia fantastica (1987).
- Martin Sheen, Anna Deavere Smith, Nina Siemaszko, Beau Billingslea, Joshua Malina, Ralph Meyering, Jr., Richard McGonagle, Thom Barry, Gabriel Jarret, Ron Canada, Nick Toth e Aaron Sorkin hanno tutti avuto ruoli in questo film e nella serie tv West Wing – Tutti gli uomini del Presidente, entrambi scritti da Sorkin. Alcune idee di sceneggiatura inutilizzate per il film sono state poi utilizzate nella serie. Il presidente del film ha studiato con un economista premio Nobel, mentre il presidente della serie televisiva è un economista premio Nobel. Il film è stato classificato dall’American Film Institute al 75° posto delle 100 più grandi storie d’amore d’America.
5. Le idi di marzo (2011)
In Ohio, in un prossimo futuro, durante le primarie dei democratici per la presidenza degli Stati Uniti, un giovane e idealista guru della comunicazione (Ryan Gosling) lavora per un candidato, il governatore Mike Morris (George Clooney), e si trova, suo malgrado, pericolosamente coinvolto negli inganni e nella corruzione che lo circondano.
- Il film diretto da George Clooney non ha riscosso un grande successo, forse perché uscito durante gli anni piuttosto “tranquilli” della presidenza Obama, ma andrebbe rivalutato solo per il cast stellare reclutato da Clooney che include anche Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Jeffrey Wright, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood.
- Il film scritto da George Clooney, Grant Heslov e Beau Willimon e tratto dall0opera teatrale Farragut North di Beau Willimon ha ricevuto Nomination all’Oscar, Golden Globe e BAFTA per la Migliore sceneggiatura non originale.
- Le idi di marzo ricorrono il 15 marzo, giorno noto come il giorno in cui Giulio Cesare fu assassinato. Nel “Giulio Cesare” di Shakespeare, prima di essere pugnalato a morte, un indovino dice a Cesare: “Guardatevi dalle idi di marzo”.
- Alcuni dei poster della campagna del governatore Mike Morris (George Clooney) sono ispirati all’iconico poster “Hope” di Shepard Fairey, utilizzato durante la campagna di Barack Obama nel 2008. La fotografia AP che Fairey ha utilizzato in “Hope” è stata scattata in una conferenza stampa del 2006 in cui l’allora senatore Obama ha condiviso il palco con il collega senatore Sam Brownback e George Clooney, che era appena tornato dal Sudan. In effetti, George Clooney è stato ritagliato dall’immagine originale del poster “Hope”.
- Il cast del film include tre premi Oscar (George Clooney, Philip Seymour Hoffman e Marisa Tomei) e tre candidati all’Oscar (Ryan Gosling, Paul Giamatti e Jeffrey Wright).
- Una spilla di scena della campagna di questo film è esposta allo Smithsonian’s Museum of American History di Washington. È esposta insieme a diverse spille di campagne autentiche.
6. Il candidato (1972)
Bill McKay (Robert Redforde), un avvocato della California, si candida al Senato pur avendo poche speranze ed essendo nettamente sfavorito rispetto al suo rivale, il senatore Crocker Jarmon (Don Porter). McKay bvince e fa carriera, ma entra a far parte del circolo di corruzione che cercava egli stesso di combattere.
Il candidato è un film schietto, provocatorio, dall’umorismo tagliente e un taglio quasi documentaristico. Il film non sente affatto il trascorrere del tempo, ma resta una satira sempre pungente e attuale con un Robert Redford al top della forma.
- Il personaggio di McKay è basato sul senatore statunitense John V. Tunney (anche se ha anche delle somiglianze con Jerry Brown). Il regista Michael Ritchie ha lavorato per la campagna di successo di Tunney alle elezioni del Senato del 1970.
- Il film è stato scritto da Jeremy Larner che ha vinto un ‘oscar per la Migliore sceneggiatura originale. Larner è uno scrittore di discorsi pe ril senatore Eugene J. McCarthy durante la campagna di McCarthy per la nomination presidenziale democratica del 1968.
- Robert Redford diede vita al progetto e assunse personalmente Michael Ritchie per dirigerlo, dato che aveva lavorato come consulente tecnico in varie campagne politiche.
- Il ruolo del senatore Crocker Jarmon fu inizialmente offerto a James Stewart, che rifiutò la parte poiché la riteneva dispregiativa nei confronti dei politici conservatori.
7. Head of State (2003)
Quando Washington ha disperatamente bisogno di un candidato presidenziale a poche settimane dalle elezioni, ha bisogno di qualcuno che sicuramente perderà. Scelgono Mays Gilliam (Chris Rock), un politico sconosciuto di un quartiere degradato di Washington, come loro burattino. Mays arruola suo fratello Mitch (Berni Mac) come suo compagno di corsa e vicepresidente centrale del partito. Il comico Chris Rock scrive, dirige e recita nella commedia di successo di Capitol Hill che dimostra che il vero potere a Washington è un sacco di risate.
La presidenza di Obama era un mero miraggio quando Rock porta la sua satira da comico stand-up in questa commedia, tanto leggera quanto pugnace nel parodiare un mondo, quello della politica, che spesso è già parodia di se stesso.
- Tina Fey è stata una delle cinque scrittrici non accreditate che hanno riscritto la sceneggiatura.
- Chris Rock ha preso spunto per questa storia dalla lista del 1984 di Walter Mondale/Geraldine A. Ferraro, in cui i democratici pensavano che, dal momento che non avevano alcuna possibilità di vincere contro Ronald Reagan/George Bush, avrebbero potuto anche fare una prima storica in modo da ottenere sostegno per le elezioni successive. Così hanno candidato Ferraro come prima candidata donna alla vicepresidenza per il loro partito (e hanno perso).
- Parte del dibattito presidenziale è una ripetizione letterale del Monty Python’s Argument Sketch da The Money Programme (1972).
- Nel 1999, l’attore Chris Tucker stava lavorando a un progetto concorrente chiamato “Mr. President”, in cui avrebbe dovuto interpretare un uomo qualunque che inaspettatamente diventa il primo presidente nero degli Stati Uniti. Tuttavia, Head of State (2003) è arrivato nei cinema prima ancora che “Mr. President” iniziasse la produzione. Chris Tucker insisteva ancora che il suo film sarebbe stato realizzato e in realtà fece un bel po’ di ricerche per il ruolo. Visitò le truppe in Virginia, si offrì volontario per promuovere la registrazione degli elettori e si consultò con Bill Clinton, Nelson Mandela e Jesse Jackson, il primo importante candidato presidenziale nero. Nel 2008, Barack Obama fu eletto presidente nella vita reale e il film fu completamente scartato.
- Nei titoli di coda, si vede Mays Gilliam sostenere che l’età minima per bere alcolici debba essere abbassata: “se hai 18 anni, puoi andare in guerra, ma non puoi bere un drink”. Nel 2012, il candidato presidenziale nella vita reale Gary Johnson (Partito Libertario) ha detto la stessa cosa mentre sosteneva che l’età minima per bere alcolici venisse abbassata a 18 anni.
8. Bob Roberts (1992)
La campagna elettorale di un cantante “folk” di successo (Tim robbins), sospettato di tendenze fasciste, che punta al seggio di senatore in Pennsylvania. Tutto sembra andare a gonfie vele finché un giornalista non lo accusa di essere coinvolto in traffici di armi e di droga. Per farcela ci vorrebbe un miracolo, oppure un attentato.
Tim Robbins scrive, dirige e interpreta questo finto documentario supportato dal direttore della fotografia Jean Lépine, già collaboratore di Robert Altman per la serie tv Tanner ’88 e I protagonisti. Robbins debutta alla regia e adatta per il grande schermo un personaggio che aveva interpretato in uno sketch di un circolo folk che bruciava libri al Saturday Night Live.
- Alan Rickman ha aiutato Tim Robbins a finanziare la produzione di Bob Roberts con i suoi soldi.
- Il film segna il debutto cinematografico di Jack Black.
- Il cast del film include quattro vincitori dell’Oscar: Tim Robbins, Susan Sarandon, Helen Hunt, Fisher Stevens; e due candidati all’Oscar: David Strathairn e Bob Balaban.
9. The Manchurian Candidate (2004)
Questo thriller psicologico vede protagonisti Denzel Washington nei panni del maggiore dell’esercito Bennett Marco, un soldato in carriera che cresce sospettoso sulla sua esperienza exp in Desert Storm dopo il sergente della squadra Raymond Shaw (Liev Schreiber), figlio del potente senatore Eleanor Shaw (Meryl Streep), diventa un candidato per il vicepresidente.
La sceneggiatura di Daniel Pyne dà un taglio politicamente contemporaneo al romanzo di Condon, il cui nucleo di stampo complottista resta intonso mentre l’elemento psicologico viene enfatizzato ad arte.
- Il film di Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti, Philadelphia) è un remake del film del 1962 Va’ e uccidi (1962) diretto da John Frankenheimer, entrambi basati basato sul romanzo di Richard Condon del 1959. Dai romanzi di Condon sono stati tratti anche i film Rebus per un assassinio (Winter Kills) di William Richert (1979) e L’onore dei Prizzi di John Huston (1985).
- In “Va’ e uccidi” (1962), gli agenti del lavaggio del cervello erano comunisti cinesi delle province della Manciuria vicine alla Corea del Nord.
- Se le lettere del cognome di Noyle (Simon McBurney) vengono riorganizzate, formano Yen Lo, il nome del personaggio equivalente in “Va’ e uccidi” (1962).
- Sebbene molti presumano che Meryl Streep abbia basato la sua interpretazione su Hillary Clinton, Streep ha citato Peggy Noonan, Condoleezza Rice e Dick Cheney come sue fonti di ispirazione.
- La malvagia società Manchurian Global qui ritratta è chiaramente modellata su colossi aziendali della vita reale come Halliburton e Bechtel, aziende spesso accusate di manipolare e poi trarre profitto in modo non etico dalla politica estera americana.
- Lo sceneggiatore Daniel Pyne per la sua bozza iniziale è stato pagato oltre 1 milione di dollari.«Il romanzo iconoclasta e incisivo di Richard Condon, uscito nel ’59, ha ispirato il film del 1962 diretto da John Frankenheimer che ha dipinto un ritratto dell’America come mai si era visto prima sul grande schermo. Oggi, con la sceneggiatura di Daniel Pyne che dà un taglio contemporaneo al romanzo di Condon, con Denzel Washington nei panni di Ben Marco e con tanti soldati americani lontani da casa, non potevo che essere entusiasta di fronte all’opportunità di girare questo film.»
10. L’uomo dell’anno
Che cosa succederebbe se un errore di calcolo commesso da un computer portasse alla Casa Bianca uno degli uomini più divertenti della nazione? Tom Dobbs (Robin Williams) e’ un uomo che ha fatto carriera in televisione prendendo in giro i politici e facendosi portavoce di una nazione esasperata. Nel corso del suo talk show quotidiano, racconta barzellette su un sistema politico in caduta libera fino al giorno in cui ha un’idea veramente brillante e divertente: candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti! E per farlo, Dobbs fonda un movimento popolare con il quale si presenta alle elezioni. Quando finalmente giunge il fatidico giorno, Dobbs sorprende il mondo intero vincendo le elezioni.
Sicuramente non il miglior Robin Williams, ma un’occasione per rivedere il compianto attore e comico in uno dei film interpretati nella parte finale della sua carriera, e in questo caso film dalla premessa sorprendentemente lungimirante. La premessa di un conduttore di un talk show notturno che viene eletto presidente è stata ampiamente derisa al momento della sua uscita. Tuttavia, il film ha trovato un rinnovato rispetto quando la vita ha imitato l’arte in seguito all’elezione del 2016 del conduttore di reality show Donald Trump negli Stati Uniti, all’elezione del 2017 del comico Jimmy Morales in Guatemala e all’elezione del 2019 del comico Volodymyr Zelenskyy in Ucraina.
- Robin Williams ha basato la sua performance su una combinazione di numeri di stand-up comedy suoi e di Jay Leno.
- In una scena cruciale, Tom Dobbs dice che il paese non è composto da “stati rossi e stati blu, ma dagli Stati Uniti d’America”, una battuta presa direttamente da un discorso tenuto dall’allora senatore dello Stato Barack Obama alla Convention nazionale democratica del 2004, due anni prima dell’uscita di questo film. Obama è stato eletto presidente nel 2008.
- Il cast del film include due vincitori dell’Oscar: Robin Williams e Christopher Walken; e due candidati all’Oscar: Laura Linney e Jeff Goldblum