Elisyum: spot in italiano, curiosità e note di produzione
A meno di una settimana dall’uscita nei cinema d’Italia, pioggia di curiosità riguardanti Elisyum
Pochi giorni ancora e Neill Blomkamp farà il suo atteso ritorno nei cinema d’America, 4 anni dopo il meritato boom di District 9. Il giovane regista sudafricano sarà chiamato a replicare quel sorprendente esordio, con un budget di oltre 100 milioni di dollari tra le mani ed un cast da Premi Oscar, grazie alla presenza di Matt Damon e Jodie Foster.
Nelle sale nostrane dal 29 agosto, e da noi recensito in anteprima, il film si concede quest’oggi una ricca pagina produttiva, con due spot nella nostra lingua a fargli da traino. La trama? Nell’anno 2154 esistono due tipi di persone: i multimilionari, che vivono su Elysium, una stazione spaziale nuova di zecca realizzata dall’uomo, e i “comuni mortali”, che vivono su un pianeta Terra ormai sovrappopolato e allo stremo. I terrestri tentano in tutti i modi di fuggire da un mondo ormai devastato e dominato da crimine e povertà. L’unico uomo che può riuscire a ripristinare l’equilibrio tra i due estremi è Max (Matt Damon), un ragazzo comune che vuole a tutti i costi raggiungere la stazione spaziale. La sua vita è appesa a un filo e, non senza remore, intraprende una missione pericolosa che lo porterà a scontrarsi con Delacourt (Jodie Foster), Segretario di Stato di Elysium, e con le sue inflessibili forze armate. Alla fine, però, riuscirà a salvare non solo la propria vita, ma anche quella di milioni di persone sulla Terra.
Costato ‘solo’ 30 milioni di dollari, District 9 nel 2009 ne raccolse addirittura 115 in America, poi diventati 211 in tutto il mondo, con 2 milioni di euro in arrivo dall’Italia e ben 4 nomination agli Oscar, tra le quali quella come Miglior Film. Riuscirà il più ricco ed ambizioso Elisyum a fare di meglio? Nell’attesa di avere risposte in merito, a voi tutto quel che c’è da sapere sulla sua realizzazione.
Nel 2009 Neill Blomkamp entra in scena con il suo primo film, District 9. È un enorme successo di critica e di pubblico: la critica apprezza lo stile del regista e il pubblico di tutto il mondo ne ammira originalità e innovazione. In particolare gli spettatori sono colpiti dai temi affrontati dal film e dal modo in cui l’invasione aliena si intreccia senza sbavature con temi sociali importanti e scottanti. E non soltanto loro ne rimangono impressionati, visto che i membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences candidano il film all’Oscar® come miglior film e miglior sceneggiatura. In Elysium, Blomkamp torna alla fantascienza per dipingere due mondi distinti e separati: una Terra sovrappopolata e alla deriva e Elysium, la stazione spaziale realizzata dall’uomo per i multimilionari. Se nel 2013 sei astronauti vivono e lavorano nella stazione spaziale internazionale che orbita a circa 250 miglia dalla Terra, nella visione di Blomkamp, tra 150 anni, queste umili origini porteranno alla realizzazione di abitazioni dotate di tutti i comfort per le persone più abbienti. “Da una parte l’idea è assurda” dichiara il regista. “L’idea di portare pietre, malta, cemento, piscine e tutto quanto è necessario per costruire queste costosissime dimore su una stazione spaziale è ridicola. È un modo per ribadire il concetto che è al centro del film, ossia che la gente di Elysium è straricca e usa le proprie risorse per creare un ambiente tutto per sé, separato, sintetico, quasi ermetico. Da questo punto di vista Elysium è il rovescio della medaglia di un’invasione aliena: siamo ancora alle prese col tema dell’uomo che tenta di proteggere il proprio stile di vita, ma invece di combattere sulla Terra scappa nello spazio.”
L’idea di un mondo perfetto separato dalla Terra ormai prossima alla fine si basa su un’ipotesi reale, come dichiara lo stesso Blomkamp: “Negli anni ’70 era stata presa in considerazione l’ipotesi di lasciare la Terra e costruire delle stazioni spaziali vivibili. Una delle risposte più convincenti a questa ipotesi è lo Stanford Torus. Mi piace l’idea di prendere questo modello fantascientifico molto conosciuto e infilarci dentro ricchezza, diamanti e case alla Bel Air. L’idea di mettere queste case esagerate e assurde su una stazione spaziale a forma di ciambella mi fa ridere a crepapelle ed è per questo che ho voluto farne un film.”
Secondo Simon Kinberg, produttore del film con Blomkamp e Bill Block, l’azione continua in Elysium e il sottotesto politico si amalgama bene perché fiorisce dalla fantasia di Blomkamp scrittore e regista. “Elysium è, prima di tutto, un film d’azione. Ma guarda caso, Neill ha uno spiccato interesse per la politica e per il mondo” sostiene Kinberg. “I temi trattati nel film sono atipici per un film d’azione con uscita estiva, ma conto sul fatto che il pubblico non vada al cinema solo per divertirsi ma anche per farsi un’idea sul mondo reale.”
“In qualità di regista Neill ha la stoffa e l’esperienza necessarie per realizzare un bel film d’azione che tocca temi seri” aggiunge Block, CEO di QED International, che ha prodotto anche District 9. “Dopo l’esperienza con Neill e il suo District 9, non vedevamo l’ora di produrre questo film con Modi Wiczyk e la MRC.”
“Mi piace esagerare tanto quanto mi piace fare film che trattano temi seri” dichiara Blomkamp. “Sono, prima di tutto, un artista visivo. Non voglio fare film troppo seri, mi piacciono l’azione e la parte estetica ed è così che inizia tutto per me. Ma mi interessa anche la politica, così, una volta messa a punto la situazione e dopo aver individuato personaggi e intreccio, si fanno strada le idee politiche che mi stanno a cuore. I temi di mio interesse solitamente sono gli aspetti sociologici, quelli d’ampio respiro, e mi piace l’idea di realizzare dei film che trattano questi temi senza essere pedante o voler fare la predica. Penso che, se inseriti in un’ambientazione di fantascienza, il pubblico veda questi temi da un altro punto di vista. La cosa più importante è che il film sia piacevole, ma desidero anche che ci sia una storia valida, e che non sia solo intrattenimento.”
Così come District 9 esplora temi quali la giustizia sociale, la separazione tra classi sociali e le relazioni razziali, Elysium solleva importanti questioni sulla nostra situazione attuale rispetto al futuro. “Il film è un’allegoria” suggerisce il regista. “Penso molto al tema del divario tra ricchi e poveri e a come incide sull’immigrazione e penso che più scendiamo in basso più il mondo sarà simile a quello di Elysium. In questo senso credo che le domande che suscita il film siano più che mai attuali.”
Secondo Blomkamp, nonostante l’ambientazione sia fantascientifica, il cuore del conflitto è più reale di quanto ci si possa aspettare. “Quando la gente vede la ricchezza di Elysium in contrapposizione alla povertà della Terra, certamente qualcuno penserà che è esagerato rispetto alla realtà. Ebbene non è così. I due estremi esistono, sulla Terra, proprio oggi” aggiunge. “A Città del Messico, a Johannesburg, a Rio, in mezzo a un mare di poveri esistono isole di ricchezza estrema, trincerata dietro le cancellate. Ed è così che, secondo me, andrà a finire nelle città americane ed è per questo che il film è ambientato a Los Angeles. Questo tipo di discrepanza non può durare a lungo. E non so dove andremo a finire, o ci spingeremo oltre o imploderemo. Elysium è il bivio di questo percorso.”
L’idea di affiancare immagini di estrema povertà e di straordinaria ricchezza frulla da tempo nella testa di Blomkamp, tanto che, anni fa, ha sperimentato la combinazione di queste immagini con Photoshop. “In una fotografia da me creata, alcuni ragazzini giocano in un villaggio del Sudan e sullo sfondo si vede la famosa scritta Hollywood. In un’altra foto un autobus indiano sovraffollato attraversa la Piazza Rossa di Mosca. Foto del genere sono interessanti, addirittura sconvolgenti, e sono funzionali al film”, dichiara Kinberg.
Al centro del caos sulla Terra, tra i due mondi, c’è Max, interpretato da Matt Damon. “Max deve andare a Elysium per salvare la pelle, ma nella sua condizione disperata viene coinvolto in un complotto che gli fa capire che il problema va ben oltre la sua situazione”, dichiara Blomkamp. “E alla fine si trova a combattere per qualcosa di più importante di se stesso, perché riguarda tutti gli uomini sulla Terra.”
Jodie Foster nei panni del Segretario di Stato Delacourt , è l’antagonista di Damon. Delacourt è un integerrimo ufficiale pronto a tutto pur di proteggere Elysium a favore dei suoi ricchi abitanti. “Per lei Elysium è un’utopia, è ciò che la Terra sarebbe potuta essere”, dichiara la Foster. “Il suo compito è tener fuori gli immigrati da questo pianeta. Ha le mani legate da un’amministrazione nuova e più liberale, ma ricorda bene quando la Terra è andata in rovina e del perché si è deciso di creare Elysium. Sa cosa succederebbe se non la difendesse ad ogni costo: farebbe la stessa fine della Terra. Se Elysium venisse concesso a tutti si finirebbe per non darla a nessuno.”
Sharlto Copley, amico d’infanzia di Blomkamp nonché protagonista di District 9, torna nel ruolo centrale del cattivo di turno: Kruger. “Faceva parte del Reparto speciale e ora è una sorta di mercenario, un professionista che lavora sulla Terra per l’élite di Elysium”, spiega Blomkamp.
“Sharlto trova sempre un modo per rendere tutto divertente, anche senza volerlo”, dichiara Blomkamp. “Anche nelle situazioni più difficili ed estreme, gli viene naturale un umorismo beffardo. Fa sempre di testa sua: io gli do delle indicazioni generiche sul personaggio e lui lo interpreta in modo brillante e per me è sempre un piacere vederlo recitare.”
Copley attinge alle proprie esperienze personali per interpretare il suo personaggio: “Non era previsto che Kruger fosse sudafricano, ma mi sentivo di interpretarlo in quel modo”, dice l’attore. “Ho pensato a due stereotipi di sudafricano e ho provato a creare un personaggio unico che non si è mai visto prima. Innanzitutto per l’accento e il sarcasmo mi sono ispirato ai ragazzi di un quartiere malfamato a sud di Johannesburg. Per ciò che riguarda l’aspetto militare, invece, ho pensato a un’unità delle forze armate sudafricane che esisteva durante gli anni dell’Apartheid e si chiamava Battaglione 3-2. Era un battaglione molto famoso e rispettato e combatté in Angola durante le guerre dell’amministrazione Bush, per fermare l’avanzata del comunismo in Africa. La barba di Kruger, i suoi pantaloncini e le sue capacità militari estremamente letali si ispirano a quei soldati.”
Così come Copley, il cast di Elysium è pieno di attori poco conosciuti in America ma molto famosi nei paesi d’origine. “L’idea di un film multiculturale e internazionale è scritta nel suo DNA”, dichiara Kinberg. “Abbiamo due attori brasiliani, Alice Braga e Wagner Moura. In Brasile Wagner è una star al livello di Will Smith, Tom Cruise o Brad Pitt nel resto del mondo. Diego Luna è una star in Messico. Volevamo che il film rappresentasse il mondo in cui viviamo.”
“Un casting del genere non è casuale” dichiara Moura, protagonista del film brasiliano di maggior successo di tutti i tempi, Tropa de Elite 2 – Il nemico è un altro. “Neill avrebbe potuto chiamare qualunque attore hollywoodiano avesse voluto. Perché prendere attori brasiliani? Credo che per un film del genere, che tratta di divergenze sociali, avere un cast internazionale sia una marcia in più.”
In Elysium, Moura interpreta Spider, un leader malavitoso che descrive come “un incrocio tra un rivoluzionario e un trafficante di uomini. È un tipo che aiuta la gente a raggiungere Elysium illegalmente. La domanda è: perché lui non vuole andare ad Elysium? La risposta è che non vuole farne parte perché ha dei progetti più grandi.”
Braga interpreta Frey, amica d’infanzia di Max, anche se le loro strade si sono separate. “Sono cresciuti insieme in orfanotrofio” spiega Braga. “Praticamente sono una famiglia, anche se la vita li ha portati in direzioni opposte. Lei ha sempre voluto essere un’infermiera e ha fatto di tutto per realizzare il suo sogno. Max, invece, è stato inghiottito da un mondo molto duro. Così, anche se si sono persi di vista per buona parte della loro vita, sono ancora legati a filo doppio. Quando si rincontrano ricomincia tutto da dove era finito.”
Il film è stato girato soprattutto a Città del Messico, che fa le veci di Los Angeles nel 2154, e a Vancouver, che fa le veci di Elysium. “Vancouver è la scelta perfetta per Elysium: è tutto così pulito e sicuro, la qualità della vita è altissima. Dall’altra parte, invece, Città del Messico sembra rappresentare alla perfezione la visione cinematografica della L.A. del futuro” dichiara Blomkamp. “Le stesse luci di L.A, la toponomastica fuori controllo, la grandezza, la luce e lo smog e se consideriamo la crescita demografica di L.A. nei prossimi cento anni, Città del Messico è una perfetta versione cinematografica della L.A. del futuro.”
Secondo Blomkamp è difficile descrivere l’energia di Città del Messico ma è importante incanalarla: “Quando non si conoscono parti del mondo definite ‘terzo mondo’ – come alcune parti di Città del Messico, dell’India, della Cina o di Johannesburg – è difficile sapere come vivono le persone che ci abitano. C’è la povertà più assoluta ed è difficile ottenere cure mediche, ma c’è anche tanta vitalità e ottimismo. Ecco, volevo includere tutto questo nel film.”
“La sensibilità estetica di Neill si manifesta nel rendere tutto reale e questo si riferisce sia ai luoghi, sia all’azione”, spiega Kinberg. Uno degli aspetti di District 9 che colpisce il pubblico e la critica è che a volte il film sembra reale: scene drammatiche, spezzoni di falsi documentari e spezzoni di telegiornali veri, e sono tutti parte della stessa storia. Secondo Kinberg, Blomkamp porta la stessa sensibilità in Elysium. “Il sole è vero, il fumo è vero, l’odore è vero. Il caos, la lotta e il pericolo della città informano e infettano il film. L’azione fisica sembra spericolata, reale, sporca in un modo che difficilmente si vede in un film d’azione di fantascienza.”
Dopo la loro collaborazione in District 9, il supervisore degli effetti visivi Peter Muyzers è nuovamente in squadra con Blomkamp. “Realizzare District 9 è stato abbastanza semplice: avevamo un ambiente vero e inserivamo i personaggi in quell’ambiente nel modo più realistico possibile” dichiara. “Con Elysium è stato il contrario. Neill voleva creare un mondo che non esisteva ma che doveva sembrare assolutamente credibile. Così, abbiamo creato l’ambiente dentro il quale inserire i personaggi reali. Poiché Elysium ospita persone molto ricche, abbiamo fatto tantissime ricerche. Neill ci ha fornito le foto e i video di come si vive a Beverly Hills, a Hollywood e in generale nel mondo del lusso più estremo. Abbiamo lavorato molto con lo scenografo Phil Ivey per determinare la grandezza dell’anello, la sua larghezza e quante persone potevano vivere su Elysium, quante case poteva ospitare, che aspetto avessero, che tipo di infrastrutture ci fossero e, ovviamente, come arrivarci. Alla fine abbiamo realizzato un anello largo tre chilometri con un diametro di sessanta chilometri, il ché significa che la stazione spaziale può ospitare circa mezzo milione di persone.”