Far East Film Festival: l’horror day
Contrariamente alle previsioni l’Horror day del Far East Film Festival mi ha visto partecipare, seppur marginalmente, alle operazioni. Un paio di film visti e orecchie all’erta per cogliere gli umori degli astanti. Umori che, effettivamente, alla fine della giornata non erano dei più soddisfatti. La frotta di Horror-nerd che ha affollato il teatro Nuovo di
Contrariamente alle previsioni l’Horror day del Far East Film Festival mi ha visto partecipare, seppur marginalmente, alle operazioni. Un paio di film visti e orecchie all’erta per cogliere gli umori degli astanti. Umori che, effettivamente, alla fine della giornata non erano dei più soddisfatti.
La frotta di Horror-nerd che ha affollato il teatro Nuovo di Udine arrivando alle nove del mattino e smontando alle due di notte inoltrate, ha assistito a sette proiezioni che, ovviamente non si tratta di un sondaggio scientificamente attendibile, generalmente hanno deluso.
Si doveva partire col botto: Kaidan, del guru Nakata Hideo, faceva fremere gli amanti del genere; i quali, però, si sono sorbiti un pessimo primo tempo solo parzialmente rivalutabile alla luce dell’ottima seconda parte. Sul filippino Altar mi è stato consigliato di stendere un velo pietoso. Dite la verità: uno scribacchino che rivela candidamente di recensire per sentito dire non l’avete mai visto. Beh, sappiate che succede spesso.
Continuiamo coi rumors, passando a un altro film molto atteso (la scuola horror thailandese è sempre più in voga e produce sempre più film di ottima qualità): The Screen at Kamchanod è stato descritto come caotico e un po’ troppo confusionario, nonostante l’affascinante soggetto di partenza, ispirato per altro a una storia realmente accaduta.
Black House è, d’altro canto, il primo dei due horror coreani della giornata: girato splendidamente, a detta di alcuni il film perde clamorosamente di nerbo nella parte finale, infilando un errore dietro l’altro. Un peccato. La prima serata è dedicata all’altra pellicola arrivata dalla Corea del Sud, The Guard Post, realizzata dallo stesso regista dell’acclamato “R-Point”. Stavolta per presa visione, possiamo affermare che il film in questione è, effettivamente, tutto tranne che horror; la componente thriller è decisamente preponderante nel lavoro di Kong Su-chang, che si caratteriza per una bellissima regia, macchiata da una sceneggiatura che di tanto in tanto fa acqua.
In ogni caso il film è godibile, ma non può che deludere gli otaku del genere che non si aspettavano di certo uno sparatutto. E’ quindi la volta di un’altra pellicola decisamente attesa dai fan, Body; sceneggiata dagli stessi matti che due anni or sono proposero l’amatissimo “13 beloved” e diretto dall’esordiente Paween Puruitpanya, “Body” è un altro film thailandese ispirato a una storia vera, quella di un medico che nel 2001 uccise la moglie, la fece a pezzi e gettò gli stessi giù per lo sciacquone di svariati gabinetti di Bangkok. Un po’ pretestuoso, a tratti noioso, fastidiosamente e ricercato visivamente e arty, il film si fregia del titolo di pellicola che abusa della Computer Graphic nel modo più inutile e terribilmente ostentato possibile.
La giornata finisce in crescendo con un’altra pellicola thailandese, il divertente Sick Nurses, che si inserisce nel solco ampiamente e fruttuosamente battuto da alcuni registi di horror thai che si contraddistingue per l’abile commistione del genere orrorifico con la commedia.
Oggi si ritorna nei ranghi, con un’altra giornata che si prospetta di transizione. Unico picco veramente atteso, a notte fonda, sarà il nuovo film di Miike Takashi, “Crows-Episode 0”, tratto da un famoso manga e scandaloso successo al botteghino giapponese (per dire, ha incassato più dei primi cinquanta film di Miike messi insieme). Speriamo ovviamente in piacevoli sorprese.