Far East Film Festival: notizie da Udine parte 5
Magra giornata quella di ieri al Far East Film Festival, che certamente poteva essere, programma alla mano, un momento di interludio prima dell’atteso Horror day, ma dalla quale comunque ci si poteva aspettare qualcosina in più. Certo, la banda del Far East non è stata propriamente facilitata nel compito; c’ha pensato l’ubiqua Cina a mettere
Magra giornata quella di ieri al Far East Film Festival, che certamente poteva essere, programma alla mano, un momento di interludio prima dell’atteso Horror day, ma dalla quale comunque ci si poteva aspettare qualcosina in più. Certo, la banda del Far East non è stata propriamente facilitata nel compito; c’ha pensato l’ubiqua Cina a mettere qualche bastone fra le ruote bloccando la proiezione di Lost, Indulgence, film considerato inopportuno per la facilità con cui parla d’adulterio.
Un film, peraltro, abbastanza atteso nell’ambiente udinese, che si dovrà accontentare della doppia proiezione di The Other Half, di cui si parlerà venerdì. Un po’ mestamente, quindi, la giornata comincia con un film che esprime il trash filippino al massimo della sua potenza; la commedia per famiglie fantascientifica avventurosa Resiklo – sì, vuol dire riciclo – è una divertente accozzaglia di stunt irrealistici e battute recitate enfaticamente, belle donne e cattivi cattivissimi, buoni buonissimi e lieto fine.
Il film, tra l’altro, ha rappresentato una delle più grandi delusioni del mercato cinematografico filippino, non riuscendo neanche lontanamente a incassare i soldi spesi nella realizzazione. Peccato, il possibile sequel telefonato alla fine del film non verrà realizzato. Ci struggiamo.
E’ quindi la volta del medical thriller The Glorious Team Batista, che narra le vicende di un team che si occupa di operazioni cardiache praticamente infallibile; per questo motivo qualcuno si insospettisce quando i pazienti cominciano a morire senza motivi evidenti. A indagare viene chiamata una dottoressina buona gentile e ingenua. Tratto da un best-seller, il film è uscito in Giappone appena tre mesi fa ed è tuttora nelle sale (forte di un incasso totale di oltre dieci milione di euro); “The Glorious team Batista” si fregia di un bel primo tempo, scorrevole, simpatico, ben girato; per poi trasformarsi nella seconda parte in una mediocre puntate di “Dr House” dove, a causa di qualche cattiva scelta di regia e sceneggiatura, la tensione e la carica emotiva hanno l’elettrocardiogramma piatto.
Our Town è l’esordio alla regia del coreano Jung Kil-young, che racconta dell’incredibile rapporto che lega fra loro tre persone, nell’ambito di una città di medie dimensioni infestata da un serial killer che uccide e crocifigge le sue vittime, tutte donne. Una regia ancora un po’ ingenua e didascalica si contrappone a un soggetto veramente interessante, che tenta di sondare i meccanismi attraverso i quali nasce e poi si comporta un omicida. La pellicola, per niente banale, rimane interessante fino alla fine e fa sperare realmente in qualcosa di buono per questo esordiente.
Mezzanotte occupata, nella giornata di ieri, dal ritorno del regista malese Mamat Khalid, che dopo i fasti del film presentato nei giorni scorsi faceva sperare in un’altra pellicola valida. Invece gli zombie del villaggio delle banane, (Zombi Kampung Pisang) pur se ben girato, annoia terribilmente. Colpa, probabilmente, di un inizio che stenta decisamente a decollare, affidandosi a molte battute/frecciatine su divi dello star system malese, argomento sul quale siamo colpevolmente carenti.
A domani per un clamorosamente farlocco resoconto per sentito dire dell’Horror day, chè io me ne starò tutto il giorno a dormire. Buona giornata dell’orrore a tutti.