Home Recensioni Fast & Furious 7: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Fast & Furious 7: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Cosa ne pensano i critici del settimo capitolo di Fast & Furious?

di carla
pubblicato 7 Aprile 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:00

E’ uscito la settimana scorsa Fast & Furious 7 di James Wan con Vin Diesel, Paul Walker, Jason Statham, Dwayne Johnson, Jordana Brewster, Lucas Black, Kurt Russell, Jordana Brewster, Tyrese Gibson, Michelle Rodriguez, Nathalie Kelley, Djimon Hounsou, Chris “Ludacris” Bridges, Tony Jaa, Ronda Rousey. L’avete visto? Vi è piaciuto? Dopo la nostra recensione, ecco arrivare oggi i commenti dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes il film ha conquistato l’82% di voti positivi. Decisamente non male.

Simon Miraudo – Student Edge: Il franchise più allegro si è intersecato con la vita reale e la tragedia e le ha trattate con grazia sorprendente. Voto: 3.5 / 5

Staci Layne Wilson – AtHomeInHollywood.com: Allacciate le cinture di sicurezza e godetevi il viaggio!

Steve Macfarlane – Slant Magazine: il film sottolinea che la maggior risorsa radicale del franchising è anche la più conservatrice: l’accento prevalente sopra ogni altra cosa è la famiglia. Voto: 3/4

Greg Wakeman – CinemaBlend.com: Vi ritroverete così spudoratamente assorti da Furious 7 che perdonerete il suo palese disprezzo per la narrazione e apprezzerete la corsa per quello che è. Voto: 4/5

Jacob Sala – New York Daily: “Furious 7” è il più grande e il più sciocco film della saga “Fast and Furious”, ufficialmente trasformando la serie in “The Avengers” con muscle car. Ma cosa c’è di sbagliato? Voto: 4/5

Sara Stewart – New York Post: Auto da corsa, vendetta, acrobazie che sfidano la logica e roba che salta per aria. Troppa roba salta per aria, veramente. Voto: 2/4

Alonso Duralde – TheWrap: si colloca tra i migliori della serie.

MaryAnn Johanson – Flick Filosopher: Troppo lungo, troppo complicato, troppo sentimentale, e troppo ridicolo. Alcuni diranno che questi sono i suoi lati positivi.

Simon Reynolds – Digital Spy: non poteva essere più perfetto. Lacrime saranno versate. Voto: 4/5

Robbie Collin – Daily Telegraph: Mi sono trovato inaspettatamente a versare una lacrima. Voto: 3/5

Mike Ryan – Uproxx: E’ impossibile guardare Furious 7 e non pensare a Paul Walker per tutto il tempo. E per quanto mi sono divertito a vedere il film… mi sono ritrovato con una sensazione incredibilmente triste. Voto: 8/10

Edward Douglas – ComingSoon.net: Furious 7 conosce il suo pubblico e gli offre esattamente ciò che vuole, tra cui un emozionante ultimo atto. Voto: 7.5 / 10

Jon Lyus – HeyUGuys: Furious 7 è il perfetto popcorn-movie e non c’è modo migliore per rendere omaggio a Paul Walker. Voto: 3/5

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Di tutto e di più, 140 minuti senza piede sul freno: un messaggio macho e chiaro, speriamo che ne venga vista pure l’ironia: trattasi di un’avventura in cui sceneggiatura e psicologia sono azzerate, ma l’inverosomiglianza da cartoon regna sovrana. Non c’è più Paul Walker, morto in un incidente d’auto (pena del contrappasso), ma rivive sia nelle scene girate o con l’aiuto del digitale e controfigure ad hoc (…) in regia c’è James Wan (padrone del cinema pop horror, la saga Saw) che manovra una mastodontica macchina di effetti, roboante e zeppa di musiche e rumori (…).

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Giunti al settimo capitolo, anche i critici più severi si sono arresi. Nonostante nessuno si azzardi a definire Vin Diesel un attore, tutti concordano sul fatto che il personaggio di Dominic Toretto – criminale tosto dal cuore buono – gli calza a pennello; e che il carattere fumettistico della serie, con le sue inesistenti trame imbastite su rocambolesche corse in auto, esplosioni, muscolari scene d’azione, assicura un divertimento quasi astratto, surreale a dispetto (o in forza?) della sua «meravigliosa stupidità». Spaziando da Los Angeles a Tokyo, quest’ultimo episodio registra un cambiamento di mano di regia, con il James Wan della saga Saw in sostituzione di Justin Li; l’entrata in scena di un nuovo cattivo, il duro Jason Statham, e del veterano Kurt Russell in qualità di enigmatico funzionario governativo. Soprattutto rappresenta l’ultima apparizione di Paul Walker/Brian O’Conner – il poliziotto trasmigrato per amore nella famiglia (peraltro molto unita) dei Toretto – morto a soli 40 anni nel novembre 2013 in un incidente stradale, cui il finale con un affettuoso, commovente omaggio.

Roberto Nepoti – la Repubblica: «Il cinema fa camminare i morti». Citata da Edgar Morin in un suo libro, la frase non è mai stata tanto vera: la settima puntata del franchise resuscita virtualmente lo sfortunato Paul Walker, morto durante le riprese, facendogli «finire» il film a forza di effetti digitali e controfigure (tra cui i suoi fratelli). Ma non è solo la macabra consapevolezza a rendere il film, tutto sommato, sgradevole: è l’esagerazione di ogni componente che affolla questo blockbuster agli anabolizzanti, dalla trama ridotta a tre righe. Minacciati da un ex-agente killer impazzito, che li vuole ammazzare, i nostri devono recuperare un’invenzione in grado di crackare tutti i dispositivi della Terra onde scovarlo e ammazzare lui. Assieme a Paul Walker c’è tutto il cinema dalle grosse braccia: il supergonfio Vin Diesel come Dom Toretto, il colossale Dwayne Johnson come agente Hobbs, il duro Jason Statham nella parte del cattivo. Così il film è diviso in porzioni tipo una torta, in modo da far contenti tutti. Nel fracasso generale e in un crescendo di esagerazioni, con le auto che — alla lettera — prendono il volo.