Home Festival di Venezia Festival di Roma: certi silenzi sono meglio del muto

Festival di Roma: certi silenzi sono meglio del muto

Mi accingo a seguire il Festival di Roma. Faccio poca fatica. Le proiezioni avvengono a non molta distanza di casa mia e il luogo è piacevole, come ho potuto apprezzare nei dieci anni in cui, da un piccolo studiolo dell’Auditorium, sotto il portico, accanto alla libreria facevo con gli amici di RaiSatCinema interviste, ritratti, incontri,

29 Settembre 2009 08:15

raisat cinema

Mi accingo a seguire il Festival di Roma. Faccio poca fatica. Le proiezioni avvengono a non molta distanza di casa mia e il luogo è piacevole, come ho potuto apprezzare nei dieci anni in cui, da un piccolo studiolo dell’Auditorium, sotto il portico, accanto alla libreria facevo con gli amici di RaiSatCinema interviste, ritratti, incontri, resoconti di rassegne, recensioni di film.

Adesso lo studiolo è chiuso. Fa tristezza. Quando c’eravamo noi, i televisori posti all’esterno luccicavano la sera (le registrazioni avvenivano al tramonto) e facevano da richiamo per il pubblico che passava e si fermava. Il pubblico andava ai concerti o a rappresentazioni, quando non c’era ancora il Festival di Roma, e si incuriosiva, riconosceva i registi, i produttori, gli attori nostri ospiti. Credo che a questo pubblico, interessato allo spettacolo e alla cultura, RaiSatCinema manchi molto.

Le ragioni della sparizione, o quasi; della riduzione o fine delle realizzazioni, o quasi; del calo d’interesse della casa madre è stato notevole, o quasi, sono note. RaiSat è uscita da Sky e cerca casa nel digitale. Non sono il solo a sentirne la mancanza. Continuo ad incontrare persone, molte persone, che chiedono: torna RaiSatCinema? No, non torna, rispondo; o tornerà un’altra cosa, a sentire le voci in giro. Peccato. Il cinema vive una stagione pessima sul piano della informazione. Sulle reti generaliste vive tempi agri e ridotti, e ruotano in onda personaggi spettrali o imbonitori o giocolieri del bla bla. Tirem innanz. Sto per seguire il Festival di Roma, dicevo. Un Festival che saggiamente ha scelto la strada della discrezione. Nessuna enfasi. Nessuna esposizione anzitempo di clamorosi carpet red o zombie o gossip. Silenzio opportuni. Parole prudenti o sommesse. Mica male. Un film meglio di vecchi o nuovi film muti (o rassegne, il nulla da dire). Vado a sentire e a vedere. Tranquillo.

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