Figli delle Stelle – La recensione in anteprima
Figli delle stelle (commedia, Italia 2010) Regia di Lucio Pellegrini, con Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Giorgio Tirabassi, Fabio Volo, Claudia Pandolfi, Paolo Sassanelli, Teco Celio, Fausto Sciarappa, Pietro Ragusa, Camilla Filippi, Lydia Biondi, Chiara Tomaselli, Antonello Piroso.Un giovane portuale di Marghera, un insegnante di educazione fisica disoccupato che sbarca il lunario lavorando in Autogrill (ma
Figli delle stelle (commedia, Italia 2010) Regia di Lucio Pellegrini, con Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Giorgio Tirabassi, Fabio Volo, Claudia Pandolfi, Paolo Sassanelli, Teco Celio, Fausto Sciarappa, Pietro Ragusa, Camilla Filippi, Lydia Biondi, Chiara Tomaselli, Antonello Piroso.
Un giovane portuale di Marghera, un insegnante di educazione fisica disoccupato che sbarca il lunario lavorando in Autogrill (ma senza dire niente alla mamma, per non darle un dolore), un nostalgico degli anni di piombo, una giornalista tv alle prime armi ed un uomo appena uscito di galera, delusi dalla vita ed arrabbiati con quella classe politica che se ne frega dei problemi dei lavoratori, decidono di rapire un ministro, di chiedere un riscatto e, con i soldi ottenuti, risarcire la moglie della vittima di un incidente sul lavoro. Sono un gruppo improvvisato e totalmente incompetente, che fallisce del tutto la missione: anzichè rapire il ministro, prendono in ostaggio un sottosegretario che conta quanto il due di picche ed è anche un brav’uomo. Braccati da tutti, incapaci di gestire la quotidianità e di concepire una vita da clandestini, consapevoli di aver rapito un povero diavolo ma allo stesso tempo elettrizzati dall’adrenalina, il nostro gruppetto si troverà alle prese con una missione difficile e decisamente troppo grande per loro.
Il trailer non rende giustizia alla gradevole commedia dinamica ed inusuale di Lucio Pellegrini che debutterà domani nelle sale della nostra Penisola. Una pellicola fresca, leggera (ma solo in apparenza); figlia non delle stelle cantate da Alan Sorrenti ma dei fatti di cronaca che troppo spesso ci vengono raccontati sui quotidiani, riletti attraverso le lenti della tradizione cinematografica italiana che ha per padri Mario Monicelli, Antonio Pietrangeli e Pietro Germi.
Figli delle Stelle è, pur rinnegando un qualsivoglia ideale politico, un film che punta il dito (ma un pizzico di cinismo in più non avrebbe guastato) contro quegli italiani incapaci di prendere posizione, quelli che (come ha detto Paolo Rossi in un altro film visto di recente) da popolo si sono trasformati in pubblico: si indignano, televotano e poi vanno a dormire. Quegli italiani che subiscono senza reagire, senza provare a cambiare le cose; pronti ad applaudire chi sta al potere e a cambiare bandiera quando più gli fa comodo.
Lo script (di Lucio Pellegrini, Francesco Cenni, Michele Pellegrini) non è perfetto e qualche passaggio narrativo si regge in equilibrio precario; ma ha il pregio di portare sullo schermo dei falliti adorabili per i quali non si può non simpatizzare, calati in situazioni surreali, frizzanti e diverse dal solito. Si ride fra i denti di realtà tristemente quotidiane che tutti conosciamo bene per esperienza diretta (temi seri, in primis il precariato e le morti “bianche” – che invece, come viene detto all’inizio del film, sono morti rosse di sangue), trattati con dolce-amara leggerezza. Non si fa mai ricorso – allo scopo di strappare una risata in più – alle solite macchiette gratuitamente volgari, ma si punta su dialoghi serrati e su battute argute.
Gli attori – in primis un fantastico Pierfrancesco Favino ed un altrettanto meraviglioso Giuseppe Battiston in eskimo e colbacco – offrono tutti delle notevoli performances (‘scoppiettanti’, come scherzando è stato più volte detto in conferenza stampa). Le scenografie di Roberto De Angelis e i costumi di Silvia Nebiolo (soprattutto nella seconda parte, quando l’azione si sposta a Cervinia e tutto sembra rimasto fermo agli anni ’80) sono semplicemente perfetti. Peccato solo per quei difettucci di sceneggiatura che impediscono alla pellicola di essere un vero capolavoro.
P.S. Qualcun’altro lo ha già scritto e non vorrei fare la figura di chi copia le recensioni altrui, però davvero il collega non porebbe trovarmi maggiormente d’accordo: l’accento finto-veneto di Volo è assolutamente inascoltabile! Non si poteva dare una differente provenienza regionale al personaggio?
Al cinema da venerdì 22 ottobre – qui c’è il trailer.
Voto Simona: 7,5