Stasera in tv: “Filumena Marturano” con Vanessa Scalera su Rai 1
Rai 1 stasera propone Filumena Marturano, il film tv di Francesco Amato del 2022 con Massimiliano Gallo, Vanessa Scaler, Nunzia Schiano, Marcello Romolo, Francesco Russo, Giovanni Scotti, Massimiliano Caiazzo e Vittorio Viviani.
Filumena Marturano, su Rai 1 il nuovo adattamento della commedia di Edoardo De Filippo diretto da Francesco Amato. Dopo Natale in Casa Cupiello e Sabato, Domenica e Lunedì il progetto continua con Filumena Marturano , la commedia scritta per la sorella Titina che testimonia lo straordinario rapporto umano ed artistico tra i due fratelli. Una commedia “eccezionale” con il suo avere, fin dal titolo, un protagonista al femminile, unico È lei al centro della scena con il suo corpo invecchiato e dolente frutto di decenni di vita in una casa dove è la governante ma non la padrona. In quello spazio combatte per la sua dignità di essere moglie e madre. Ancora una volta, come in quelle precedenti, il centro del racconto è la famiglia e la ricerca dell’armonia che Eduardo non ha mai avuto nella sua vita personale. Per essere sé stessa Filumena costruirà una vita senza lacrime e ingannerà non solo Domenico ma l’intero mondo in cui vive. Su questa figura straordinaria di donna ha lavorato Francesco Amato raccontando anche quello che accade al di fuori del testo teatrale, in una messa in scena di una città governata dagli uomini dove Filumena combatte perché “E ffigli so’ ffigli. E so’ tutte eguali”.
Filumena Marturano – Cast e personaggi
Massimiliano Gallo (Domenico Soriano)
Vanessa Scalera (Filumena Marturano)
Nunzia Schiano (Rosalia)
Marcello Romolo (Alfredo Amoroso)
Francesco Russo (Michele)
Giovanni Scotti (Umberto)
Massimiliano Caiazzo (Riccardo)
Vittorio Viviani (avvocato Nocella)
Anna Iodice (Diana)
Francesco russo (Michele)
Salvatore Misticone (Ciro)
Gino Nardella (prete)
Margherita Di Rauso (Carmela)
Alessandra Mantice (Lucia)
Cara Morlino(Concetta)
Carolina Rapillo (Carla)
Francesca Somma (Bianca)
Gigio Morra (medico)
Filumena Marturano – Trama e trailer
Filumena Marturano è una donna con un passato da prostituta. Convive da anni con Domenico Soriano, un ricco pasticciere. È lei a governare i suoi affari e l’amministrazione della casa mentre l’uomo continua a fare la bella vita illudendosi di essere ancora giovane. Per costringerlo a sposarla, Filumena si finge in punto di morte, ma appena dopo la celebrazione del matrimonio, Domenico scopre l’inganno e chiede l’annullamento. Solo allora la donna gli rivela che uno dei suoi tre figli, cresciuti in segreto, è in realtà suo. Le certezze dell’uomo vacillano e il desiderio di scoprire quale dei ragazzi è sangue del suo sangue inizia a consumarlo. Per Filumena però “ ‘E figli so’ ffigli. E so’ tutti eguali ”.
Curiosità sul film
- Francesco Amato (Cosimo e Nicole, Lasciati andare, 18 regali) dirige “Filumena Marturano” da una sua sceneggiatura scritta con Massimo Gaudioso (18 Regali) e Filippo Gili (La Stanza).
- Il team che ha supportato il regista Francesco Amato dietro le quinte ha incluso: il montatore Lorenzo Peluso (Natale in Casa Cupiello), la costumista Paola Marchesin (Permette? Alberto Sordi), lo scenografo Luigi Bisceglia (Imma Tataranni – Sostituto Procuratore 2) e il direttore della fotografia Gherardo Gossi (Il Muto di Gallura).
- L’originale Filumena Marturano è una commedia teatrale in tre atti scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo e inserita dall’autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari. È uno dei lavori di Eduardo più conosciuti e apprezzati dal pubblico e dalla critica internazionale.
- Scritta originariamente da De Filippo per la sorella Titina De Filippo, che rese una grande interpretazione del personaggio femminile di Filumena, in seguito fu interpretata da Regina Bianchi, Pupella Maggio, Valeria Moriconi, Isa Danieli, Lina Sastri, Mariangela Melato, Mariangela D’Abbraccio.
- Dalla commedia Eduardo De Filippo ha tratto il film omonimo (1951), che ha diretto e interpretato insieme alla sorella Titina, nonché la versione televisiva (1962) con Regina Bianchi nella parte che fu di Titina. Vittorio De Sica ne ha tratto il film Matrimonio all’italiana (1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, sempre ambientato a Napoli.
- La commedia originale è stata tradotta in varie lingue, tra cui l’inglese, con la versione londinese del 1977 diretta da Franco Zeffirelli e interpretata da Joan Plowright. Nel 1979 la stessa Plowright, dopo due stagioni di successi a Londra, interpretò la commedia a Broadway la cui regia fu firmata, in questa edizione, dal marito Laurence Olivier. Tra le altre attrici straniere che hanno dato volto alla protagonista, si ricordano la messicana Katy Jurado[3] (affiancata da Raf Vallone), l’argentina Tita Merello e le brasiliane Heloisa Helena[4] e Yara Amaral.
- La colonna sonora di “Filumena Marturano” è di Paolo Vivaldi (Non Essere Cattivo, Il Permesso. 48 ore fuori:, Adriano Olivetti – La forza di un sogno, Rita Levi-Montalcini, Enrico Piaggio. Un sogno italiano, I Ragazzi dello Zecchino d’Oro).
Note di regia
Sono abituato a fare lunghe chiacchierate con gli attori che vengono a fare i provini, prima di vederli in azione. Oltre al valore dell’interprete, cerco di capire che persone sono, che mondo frequentano, se sono ricchi o come campano, se sono innamorati, se sono in buoni rapporti con i parenti, e che genere di letture preferiscono. È un lavoro che mi arricchisce. Intimamente invidio il talento degli attori, la bellezza, e soprattutto il loro coraggio. Anche se non lo ammetterei mai (e mai lo concederei ai miei figli) avrei voluto essere attore. A dirla tutta – se la fortuna mi avesse baciato e mi avesse fatto attore – avrei voluto essere un attore napoletano. Non si è realizzato nulla di tutto ciò: non riesco a mettere in fila due battute neanche col testo sottomano, e soprattutto sono cresciuto in provincia di Cuneo, famosa a Napoli solo per i trascorsi militari di Totò. Peraltro, non bevo caffè, non sono scaramantico, tifo per una squadra finanziata da un’industria di automobili piemontese. Quando mi chiesero se mi incuriosisse l’idea di fare Filumena, dovetti dare alla mia coscienza una buona ragione per accettare. Anche una menzogna qualunque, che non fosse il vil denaro. La trovai, studiando l’opera di De Filippo, ma non era una menzogna: era l’amore per gli attori, appunto. In quelle famose chiacchierate poi, un giovane attore, Giovanni Scotti, che nel film interpreta Umberto, mi disse una cosa che gli promisi mi sarei rigiocato quando i giornalisti legittimamente mi avrebbero chiesto conto di questa bizzarra impresa. Dunque questa è di Giovanni, ma ci credo anche io: Filumena è un testo vivo. E come è giusto che sia, vuole essere rappresentato. Vuole continuare a essere vissuto. Dagli interpreti e dal pubblico. Forse perché la scrisse per la sorella Titina, il fatto è che Filumena è l’unica commedia in cui De Filippo sottrae al tema della famiglia quel sentimento di cinismo e rancore che caratterizza altri testi celeberrimi. Qui Eduardo si abbandona al melodramma. Abbandonarsi all’amore: questo è il percorso di una tosta, indurita dalla vita, come Filumena. Il suo arco è chiaro. Una che all’inizio non sa che significa piangere, e che alla fine invece si commuove e ci dice che piangere è bello, e che la tenerezza è l’obiettivo della nostra vita. Una grande storia d’amore, questo è Filumena. Molteplice: c’è quella con Soriano, c’è quella con i figli, c’è pure quella tra Soriano e i figli. Un regista di commedie sentimentali come me ci dovrebbe andare a nozze… E invece no: è qui che De Filippo si diverte ad agitare le certezze degli sventurati come il sottoscritto. L’unica lacrima che verserai – dice Eduardo a Filumena – sarà nell’ultima scena. Un melodramma colmo di tenerezza, ma nascosta, o trattenuta, senza abbracciarsi mai, senza concessioni retoriche, senza una lacrima, fino alla fine. Questa è la sfida ambiziosissima che Eduardo ingaggia con il suo testo e i suoi personaggi, e ci consegna oggi. Una celebrazione del lavoro dell’attore, in chiave tematica. Su questo aspetto abbiamo riflettuto con gli sceneggiatori Massimo Gaudioso e Filippo Gili. Filumena è, a sua insaputa, un’attrice: nell’agonia recita una parte in maniera sublime – riesce a far credere a tutti che sta per morire per davvero. Ma non lo fa attraverso strumenti consapevoli. Lei sa come si recita perché ha molto vissuto e molto sofferto. Questo le hanno insegnato le lacrime mai versate: a recitare. Nella mia visione, solo un’attrice oggi poteva fare Filumena. Vanessa Scalera. Non si è ispirata a Titina, né alla Loren, né alla Bianchi o alla Melato. Ha fatto la sua Filumena. Non ce lo siamo mai detti, ma rivedendola a film finito, credo l’abbia fatta come l’avrebbe fatta la Magnani. [Francesco Amato]
Foto: Cristina Di Paolo Antonio