Five Nights at Freddy’s, recensione: un fruibile adattamento più thriller sovrannaturale che horror a tutto tondo
Leggi la nostra recensione di “Five Nights at Freddy’s”, godibile adattamento cinematografico del popolare videogioco horror al cinema con Universal Pictures International Italy.
Five Nights at Freddy’s, l’adattamento del popolare videogioco horror è finalmente approdato nei cinema dopo una fase di sviluppo durata otto anni, culminata nel coinvolgimento degli specialisti in horror della Blumhouse Productions di Jason Blum e della regista Emma Tammi, i cui crediti includono l’horror The Wind e un paio di episodi della serie tv Into the Dark. Tammi subentrata nelle ultime fasi di sviluppo rimpiazzando Chris Columbus, ha scritto anche la sceneggiatura del film con Seth Cuddeback (Mateo) e Scott Cawthon creatore del videogioco originale.
Five Nights at Freddy’s – Partiamo dalle basi
“Five Nights at Freddy’s” è un franchise multimediale basato su una serie di videogiochi indipendenti creata, progettata, sviluppata e pubblicata da Scott Cawthon. La serie è incentrata sull’immaginario Freddy Fazbear’s Pizza, un pastiche di reali catene di pizzerie come Chuck E. Cheese’s e ShowBiz Pizza Place. Il giocatore è una guardia di sicurezza notturna nei primi tre giochi, che deve usare diversi strumenti (come il controllo delle telecamere di sicurezza) e sopravvivere a personaggi animatronici che prendono vita e uccidono.
Il quarto gioco, che ha meccaniche di gioco diverse rispetto ai suoi predecessori ed è considerato uno dei più spaventosi del franchise, si svolge nella casa di un bambino che deve difendersi dalle versioni da incubo degli animatronic chiudendo le porte e scappando a piedi. Il quinto gioco è ambientato in una struttura di manutenzione di proprietà di una consociata della Freddy Fazbear’s Pizza. Il personaggio del giocatore è un tecnico (invece di una guardia notturna), che deve completare diversi compiti ogni notte impartiti da una IA.
Nel sesto gioco il giocatore gestisce la pizzeria e deve decorarla con oggetti e lavorare al turno di notte. Il settimo gioco presenta un gameplay in realtà virtuale con i tre giochi originali, con il giocatore che affronta un personaggio virtuale che tenta di abbandonare il mondo reale. Il prossimo ottavo gioco sarà ambientato in un moderno centro commerciale.
Il franchise ha generato anche tre romanzi (“Five Nights at Freddy’s: The Silver Eyes”, “Five Nights at Freddy’s: The Twisted Ones” e “Five Nights at Freddy’s: The Fourth Closet”) ed è stato incluso nel Guinness dei primati (Gamer’s Edition), stabilendo un record per il maggior numero di sequel pubblicati in un anno. Nel 2020 è iniziata la pubblicazione di “Fazbear Frights: Short Stories Collection”, una raccolta in sette volumi di brevi racconti horror con protagonisti personaggi del franchise.
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Un adattamento figlio del compromesso
La scelta di una regista come Emma Tammi (e in precedenza Chris Columbus) è strettamente legata alla scelta di smussare il lato horror dell’operazione approcciando l’adattamento con un divieto della censura fissato a PG-13; una scelta prevedibile se si pensa a quanto questo franchise horror sia popolare tra gli adolescenti. Un divieto ai minori di 13 anni avrebbe portato al cinema una fetta decisamente più corposa di spettatori e l’escamotage sembra aver funzionato poiché mentre scriviamo questo articolo il sito Rotten Tomatoes segnala un 80% di gradimento degli spettatori e solo un 30% di recensioni positive. Percentuale quella del pubblico accompagnata da un incasso globale di 217 milioni di dollari, insomma se i patiti dell’horror potrebbero non apprezzare questa versione un tantino edulcorata del materiale originale, i fan del videogioco originale sembrano invece aver apprezzato appieno questo compromesso che punta tutto sul sovrannaturale.
Il film segue una guardia giurata tormentata da un passato traumatico, un ottimo Josh Hutcherson, che inizia a lavorare al Freddy Fazbear’s Pizza. Mentre trascorre la sua prima notte di lavoro, si rende conto che il turno di notte da Freddy’s non sarà così facile da superare poiché il locale è infestato da inquietanti pupazzi animatronici posseduti.
“Five Nights at Freddy’s” risulterà quindi troppo blando per i palati forti e patiti del genere horror, mentre chi non disdegna il sovrannaturale più classico, in cui violenza e gore sono ridotti ai minimi termini, potrebbe invece apprezzare come noi questo adattamento andato incontro ad una serie di stroncature decisamente fuori luogo per una pellicola alla fine gradevole e fruibile che può essere descritta come “Piccoli brividi incontra Megan”. La domanda sorge però spontanea, da un divieto ai minori di 13 anni cosa ci si poteva attendere? Un bagno di sangue alla SAW X? Spesso approcciando un film non si prendono in considerazione alcuni fattori cruciali come il rating della censura americana, ricordiamo che un PG-13 all’epoca trasformò I Mercenari 3 in un flop, ma non è questo il caso poiché la scelta è stata ponderata e la platea di fruitori si è ampliata non poco.
Creature animatroniche e Josh Hutcherson – I punti di forza
La scelta di Emmi Tammi alla regia è stata particolarmente azzeccata, poiché il suo esordio, un interessante western horror sovrannaturale dal titolo “The Wind” tutto giocato su atmosfera e paranoia, è quello che i produttori volevano per “Five Nights at Freddy’s”. Oltre alla ottima performance di Josh Hutcherson, che ci ha ricordato quella di Kiefer Sutherland in Riflessi di paura, non possiamo non citare le meraviglie animatroniche del film create dal leggendario Creature Shop di Jim Henson, un’azienda fondata nel 1979 dal creatore dei Muppets scomparso nel 1990. L’azienda ha collaborato a classici quali Dark Crystal, Labyrinth, i film live-action anni novanta delle Tartarughe Ninja e più recentemente il Pinocchio di Guillermo del Toro e la serie tv Dark Crystal: la resistenza. L’intelligente utilizzo di effetti pratici abbinato alla creazione di fedeli e immersive scenografie che portano gli spettatori a rivivere sul grande schermo l’ambientazione vissuta nel gioco, siamo certi farà la gioia dei giocatori più incalliti.
“Five Nights at Freddy’s” non è forse quello che certa critica e i patiti di horror si aspettavano, per i delusi non possiamo che consigliarvi un paio di alternative: Willy’s Wonderland, un omaggio a “Five Nights At Freddy’s” con protagonista Nicolas Cage e The Banana Splits Movie, una commedia horror descritta come “Supermarket Horror incontra La bambola assassina”, che vede gli amatissimi pupazzi della serie tv per bambini Lo show dei Banana Splits di Hanna-Barbera (1968) trasformarsi in brutali killer assetati di sangue.