Foxcatcher: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Una lettura delle recensioni Americane e Italiane di “Foxcatcher” diretto da Bennett Miller
Ho amato moltissimo Foxcatcher – Una storia americana, film di Bennett Miller ed interpretato da Channing Tatum, Steve Carell, Mark Ruffalo, Sienna Miller, Anthony Michael Hall, Vanessa Redgrave e Tara Subkoff. Il trio Channing Tatum, Steve Carell e Mark Ruffalo è eccezionale e ognuno si meriterebbe un premio. Dopo aver letto le curiosità e la nostra recensione, oggi vi regalo i pareri dei critici Americani e Italiani. E vorrei sentire i vostri commenti. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha ricevuto l’88% di recensioni positive.
Tom Huddleston – Time Out: Bennett Miller succhia tutta l’energia della storia. Voto: 3/5
Moira MacDonald – Seattle Times: guardate il film per le interpretazioni. Voto: 3/4
Rene Rodriguez – Miami Herald: una parabola sugli angoli più bui della mente degli uomini danneggiati che osano sussurrare, invece di gridare. Voto: 3.5 / 4
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Steve Carell è immerso nel ruolo, del tutto convincente. Channing Tatum è eccezionale. Voto: 4/5
Liam Lacey – Globe and Mail: Il trionfo di Foxcatcher non è nel soggetto, ma nella sua arte. Voto: 4/4
Rafer Guzman – Newsday: il miglior cast dell’anno, tra cui un Steve Carell fenomenale. Voto: 3/4
JR Jones – Chicago Reader: Steve Carell è inquietante e completamente irriconoscibile.
Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: La storia era degna di un film, ma è così diluita in 134 minuti che è davvero difficile da raccontare. Voto: 2/4
Randy Myers – San Jose Mercury News: Channing Tatum impressiona in ogni modo. Voto: 3.5 / 4
Dana Stevens – Slate: Miller non ha bisogno di un sacco di dialogo o di retroscena per creare uno stato d’animo inquietante di tensione e di minaccia.
Christopher Orr – The Atlantic: Foxcatcher è tra i migliori film dell’anno, ma alla fine sembra più adatto per i premi che per il pubblico.
Bob Mondello – NPR: Miller utilizza tre interpretazioni superbe.
Kenneth Turan – Los Angeles Times: Una disperata pellicola volutamente inquietante che ci trascina in un vortice di emozioni disperate.
Mark Jenkins – NPR: gli spettatori trascorrono più di due ore con un uomo la cui patologia potrebbe essere delineata in pochi minuti.
Manohla Dargis – New York Times: Splendidamente recitato e montato in maniera impeccabile.
Joe Neumaier – New York Daily News: Contemporaneamente sobrio e avvincente. Voto: 4/5
Peter Travers – Rolling Stone: Steve Carell offre un tour de force di minaccia a lenta combustione. Foxcatcher è uno dei migliori film dell’anno. Voto: 4/4
Amy Nicholson – L.A. weekly: c’è ego, avidità e la disperazione, gli ingredienti essenziali della tragedia americana ma nessuna di queste si adattano insieme. Voto: C +
AA Dowd – AV Club: All’interno di questo vuoto di malessere, gli attori lottano coraggiosamente per dare vita ai loro ruoli. Voto: C +
Kyle Smith – New York Post: “Foxcatcher” è affascinante, misterioso, imprevedibile e strano. Voto: 3/4
Justin Chang – Variety: Steve Carell, Mark Ruffalo e Channing Tatum ci regalano delle superbe interpretazioni.
Todd McCarthy – Hollywood Reporter: Uno studio superbamente modulato di una mente contorta con una performance che cambia la carriera di Steve Carell.
Maurizio Acerbi – il Giornale: La sfortuna di Carrell (farete fatica a riconoscerlo) è stata quella di doversi battere, agli Oscar, contro Eddie Redmayne, perché la sua interpretazione dell’erede du Pont è da statuetta.
Emiliano Morreale – L’espresso: (…) Non sempre, per la verità, la regia di Miller sembra all’altezza del suo intelligente progetto. Spesso le pause e la sordina si fanno insistite, come per distinguersi da un cinema corrivo e non pensoso: Bennett Miller, che conferma il proprio valore a ogni film, sembra ormai a un passo dal grande exploit. Notevole il confronto tra attori (altro punto d’onore del regista): il bietolone Tatum, Ruffalo e l’inquietante Carell. Questi ultimi due sono stati candidati all’Oscar, come Miller: ma alla fine “Foxcatcher”, forse troppo amaro e troppo poco esibizionista, racconto solido di perdenti e solitudini, non ne ha vinto nessuno.