Franca Rame è morta – un omaggio all’arte di vivere combattendo
Il nostro saluto e omaggio a Franca Rame, scomparsa oggi a Milano, una grande interprete dell’arte di vivere combattendo per utopie e ideali, con una filmografia da riscoprire sullo schermo.
Alla lista delle perdite oggi si aggiunge quella sentita per Franca Rame, portata via da un ictus a Milano, dopo 84 anni immolati all’arte che riflette, l’utopia che da battaglia, la satira che combatte, di una donna piccola e forte, sopravvissuta alle maschere della commedia, un rapimento, violenza fisica e psicologica, alla satira della politica.
Una grande e coraggiosa interprete del mondo da sbirciare dietro il palcoscenico, cresciuta tra burattini e marionette, quelle delle tradizioni di famiglia, quelle della società dello spettacolo e della politica, portati in scena sui palcoscenici dei teatri cittadini, in tour con gli spettacoli di satira, in piazza contro gli orientamenti governativi che non condivide.
La donna che sposa Dario Fo (nel 1954), insieme all’arte, le battaglie e gli ideali, che condividono con la Compagnia Dario Fo-Franca Rame (dal 1958), con gli spettacoli di satira feroce e di controinformazione politica, e “Una vita all’improvvisa” diventata biografia a quattro mani e due cuori, della donna eletta senatrice del Piemonte, che si è dimessa non condividendone gli orientamenti.
La donna che dalla fine degli anni settanta partecipa al movimento femminista, compone testi come Tutta casa, letto e chiesa, Grasso è bello!, La madre, sottoscrive la lettera aperta sul caso Pinelli pubblicata sul settimanale L’Espresso, nel marzo del 1973 viene rapita e violentata da esponenti dell’estrema destra, e dai procedimenti penali che dopo 25 anni prescrivono il reato, ma dal 1981 inizia a condivide il drammatico monologo de Lo stupro … che riguarda tutti.
L’attrice da riscoprire sullo schermo, attraverso una filmografia variegata che si estende dal 1952 al 2007, con l’irriconoscibile Silvana che cerca di sedurre Walter Chiari in Lo sai che i papaveri (1952) diretto da Vittorio Metz e Marcello Marchesi, ma anche il Rosso e Nero (1954) di Domenico Paolella, Rascel-Fifì (1956) di Guido Leoni e Lo svitato (1956) di Carlo Lizzani, Il cocco di mamma (1957) di Mauro Morassi e il Caporale di giornata (1958) di Carlo Ludovico Bragaglia, La zia d’America va a sciare (1958) di Roberto Bianchi Montero, Amore in quattro dimensioni (1963) di Massimo Mida, Extraconiugale (1964) di Mino Guerrini, Follie d’estate (1964) di Carlo Infascelli e Edoardo Anton, Nobel per due (1998) di Filippo Piscopo, e Io non sono moderat! (2007) di Andrea Nobile.
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