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Francesca – di Bobby Paunescu: recensione in anteprima

Francesca (Francesca, Romania, 2009) di Bobby Paunescu; con Monica Barladeanu, Doru Boguta, Luminita Gheorghiu, Teodor Corban, Dana Dogaru, Doru Ana, Ion Sapdaru, Mihai Dorobantu, Gabriel Spahiu, Dan Chiriac.Se leggete qualche rivista specializzata, capirete come già si stia tentando di mettere sotto la lente d’ingrandimento la cinematografia rumena, che, dopo un gran silenzio, grazie ai festival

pubblicato 12 Novembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 08:57

Francesca (Francesca, Romania, 2009) di Bobby Paunescu; con Monica Barladeanu, Doru Boguta, Luminita Gheorghiu, Teodor Corban, Dana Dogaru, Doru Ana, Ion Sapdaru, Mihai Dorobantu, Gabriel Spahiu, Dan Chiriac.

Se leggete qualche rivista specializzata, capirete come già si stia tentando di mettere sotto la lente d’ingrandimento la cinematografia rumena, che, dopo un gran silenzio, grazie ai festival è tornata a farsi viva, rinvigorita soprattutto da alcuni registi, tra cui il Cristian Mungiu di 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, Palma d’Oro a Cannes.

All’ultima Mostra di Venezia è stato proprio questo Francesca ad avere l’onore di aprire la sezione Orizzonti, ovvero quella che tenta di fare il punto della situazione sul cinema meno in vista, più lontano, meno spettacolare. La scelta si è rivalata vincente, non tanto però per le qualità o meno del film, ma per il caos di polemiche che si sono trascinate poi subito sui giornali.

Scrivendo la recensione del film, ammetto un certo imbarazzo, perché sembra che non possa fare a meno di (ri)spiegare quel che successe a Venezia per colpa di due insulti pronunciati da un personaggio del film verso Alessandra Mussolini (PdL) e Flavio Tosi (sindaco di Verona, Lega Nord), e quello che successe in seguito: ovvero, tutta la bagarre sulla distribuzione di Francesca nel nostro paese.

Non vorrei tornare sulla questione, mi sembrerebbe continuare a marciare su qualcosa che in realtà esula completamente dall’analisi dell’opera. Ma dall’altra parte mi rendo conto che la questione ha una sua ragione per continuare ad essere chiarita. Innanzitutto cominciamo dall’inizio: chi è Francesca? Francesca è una ragazza di Bucarest che vuole partire per l’Italia in cerca di lavoro. Vuole realizzare il suo sogno, aprire un asilo multietnico a Sant’Angelo Lodigiano.

Il tema è attuale, quindi. Una delle prime scene prevede un confronto tra la protagonista e il padre nel quale la ragazza confessa il suo desiderio di emigrare. Il padre mette in allerta Francesca dei pericoli: possibile che non capisca che l’Italia non è certo il paese che vede di buon occhio i romeni, nonostante esempi come quella “troia che vuole ammazzare tutti i romeni” o il “sindaco di Verona di merda”?

Partono le querele, il film viene bloccato, si sblocca, si annunciano battaglie. Nessuno sembra però aver visto il film. Nessuno, di conseguenza, sembra aver contestualizzato i due insulti. Che sono pronunciati da un personaggio. Un personaggio: l’equazione non dà come risultato sicuro che sia per forza il pensiero del regista, fino a prova contraria. Ed è questo che rende triste, un po’ inquietante, tutta la polemica che è saltata fuori. Perché è fatta senza cognizione di causa alcuna.

Però c’è anche da andare oltre, e prendere Francesca per quello che è: la storia di un’immigrazione, e un film contro i pregiudizi, tutti. Da una parte della barricata e dall’altra. Un film che vuole anche narrare le contraddizioni del proprio paese, le illusioni e le disillusioni, le paure e le poche certezze, la crisi d’identità e la speranza di una nuova vita. Francesca è, a detta dello stesso Bobby Paunescu, qui al suo esordio, un film che è specchio del nostro mondo, violento, aggressivo e insicuro.

Però, a parte il dibattito suscitato dagli insulti e le intenzioni, lodevoli, Francesca non è nulla di nuovo è obiettivamente ha un sapore di già visto. Parte come una commedia, si focalizza sulle difficoltà della protagonista, ben interpretata da Monica Barladeanu, nei preparativi per la sua partenza e sui casini combinati da Mita, il suo ragazzo, e poi alterna il tutto con il dramma, via via verso il finale.

A Paunescu forse non mancano un certo sguardo, una certa capacità di saper narrare i propri personaggi (Francesca non è certo un’eroina), ma quello che gli manca – e forse per un’opera prima non è una cosa da tenere in poco conto – è una certa energia nella narrazione, una forza che sappia trainare la pellicola. Che si trascina un po’ stanca, sinceramente, nonostante l’urgenza delle tematiche.

Voto Gabriele: 6

Dal 27 novembre al cinema (forse).

Festival di Venezia