Frankenweenie: pioggia di curiosità più soundtrack e il corto originale in italiano per il ritorno in sala di Tim Burton
Il vero corto da cui è tratto e la nostra recensione, più un mare di curiosità. Ecco Frankenweenie
66 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, dopo esserne costati 40, e una bruciante sconfitta ai Golden Globe ad opera di Brave, ovvero il film Pixar meno riuscito dell’ultimo decennio (escluso il doppio Cars). Tim Burton sognava probabilmente di uscire trionfante domenica notte, con il suo ultimo capolavoro in stop motion, per poi ritrovarsi con un pungo di mosche in mano. Immeritatamente. Perché Frankenweenie è la summa del suo cinema fatto film, tanto da puntare con forza agli Oscar, dove un premio alla ‘carriera’ nei confronti del regista potrebbe serenamente arrivare. In questo caso con merito.
Nell’attesa, giovedì lo splendido Frankenweenie sbarcherà nelle sale italiane, in 3D, chiudendo così una stagione di plastilina che potremmo definire trionfante, dopo i bellissimi Pirati! Briganti da Strapazzo e soprattutto Paranorman. Per omaggiare nel migliore dei modi la pellicola, da noi già recensita e promossa, ripubblichiamo con piacere il corto originale da cui Frankenweenie è tratto, girato dallo stesso Burton nel 1984.
“Il mio interesse iniziale nei confronti di Frankenweenie era basato sull’idea di un ragazzo che diventa grande e sulla mia passione per gli horror. Ma mi sono ispirato anche al forte legame che ho avuto, quando ero bambino, con il mio cane. Il rapporto con un animale è speciale e genera forti emozioni. I cani non vivono quanto gli esseri umani quindi generalmente siamo costretti ad assistere alla fine di questo rapporto. Questo elemento, oltre alla storia di Frankenstein, mi appassionava, anche perché si lega ad un ricordo personale”.
Queste le parole di Burton, per un titolo, Frankenweenie, che vi attende dopo il saltino con una ricchissima carrellata di curiosità, che spazieranno dalla descrizione dei personaggi alle particolarità tecniche della stop motion. Ancora una volta magica, e per questo meritevole di incoronazione.
I PERSONAGGI
VICTOR
Victor Frankenstein è un intelligente e intraprendente bambino di 10 anni, dedito alla scienza. Vive con i suoi genitori e il suo cane, Sparky, nella città di New Holland. Nel suo laboratorio in mansarda, Victor si dedica totalmente alla realizzazione di film e invenzioni. Quando Sparky viene accidentalmente investito da una macchina e muore, Victor utilizza la sua invenzione scientifica per riportarlo in vita.
SPARKY
Sparky è un bull terrier devoto e giocherellone, la cui curiosità è condivisa dal suo amato padroncino, Victor. Sparky si diverte a rincorrere le palline ed essere il protagonista dei film girati da Victor. È un vulcano di energia ed entusiasmo, che non si spengono nemmeno con la sua prematura morte.
IL SIGNORE E LA SIGNORA FRANKENSTEIN
Il Signor Frankenstein è un agente di viaggio, gentile e socievole, a cui piace dispensare consigli al proprio figlio. È molto orgoglioso di Victor, ma è preoccupato del fatto che non abbia altri amici al di fuori di Sparky. Preferirebbe che suo figlio fosse più socievole e, per questo motivo, lo incoraggia a entrare nella squadra di baseball. Il Signor
Frankenstein ha un rapporto amorevole con sua moglie, la mamma di Victor.
La Signora Frankenstein è una mamma dolce, che sostiene suo figlio e lo incoraggia nelle sue ricerche scientifiche, anche se gran parte dei suoi elettrodomestici finiscono in soffitta! Ama leggere e guardare film insieme a suo marito, trascorrere il tempo con la sua famiglia e in compagnia dei suoi libri.
IL SIGNOR BURGEMEISTER
Il Sig. Burgemeister è il vicino di casa dei Frankenstein e il sindaco di New Holland. Irritabile e chiassoso, è fanatico del suo giardino e non sopporta né Sparky né qualunque altra cosa possa minacciare la perfezione dei suoi tulipani. Il Sig. Burgemeister dimostra la sua autorità anche con la sua nipotina Elsa Van Helsing costringendola a diventare la piccola star della festa cittadina.
EDGAR
Edgar è un ragazzino disadattato che non ha amici ma desidera disperatamente fare coppia con Victor per la fiera delle scienze. Nei suoi tentativi di farsi accettare, Edgar ha la tendenza a combinare dei pasticci e spesso parla senza prima pensare. Sebbene prometta di non raccontare a nessuno il segreto di Victor, spiffera tutto accidentalmente.
ELSA VAN HELSING
Elsa Van Helsing è una compagna di classe di Victor un po’ cupa e di profondi sentimenti. Vive nella casa accanto a quella del ragazzo, con lo zio tiranno, il Signor Burgemeister, che la costringe a essere la “Piccola Olandesina” dell’anno durante la festa cittadina. Elsa ha anche un cucciolo, una barboncina di nome Persefone, ed entra in grande empatia con Victor quando perde Sparky.
PERSEFONE
Persefone è una barboncina nera tenuta alla perfezione con un’enorme nuvola di peli sulla testa. È curiosa e flirta con Sparky, ed è estremamente fedele alla sua padroncina, Elsa. Quando Persefone e Sparky si incontrano per la prima volta, nel giardino di casa, scatta immediatamente la scintilla.
IL SIGNOR RZYKRUSKI
Il Sig. Rzykruski è il nuovo insegnante di scienze nella scuola elementare di New Holland. Ha un leggero accento dell’Est Europa e un modo unico di spiegare le cose. Va molto d’accordo con i suoi studenti, tuttavia i genitori fraintendono il suo stile di insegnamento appassionato. Il Sig. Rzykruski è il mentore e la fonte di ispirazione per Victor, gli insegna che la scienza può realizzare sia cose belle che cose brutte e che se uno scienziato non mette il cuore nel proprio esperimento, le conseguenze potrebbero essere disastrose.
NASSOR
Nassor è un ragazzino estremamente intelligente, serio e profondo. Ha una visione della vita più cupa e catastrofica rispetto agli altri ragazzini di New Holland. Nassor è inizialmente scettico rispetto alle voci che girano sugli esperimenti di Victor con l’elettricità, ma una volta convinto cerca in tutti i modi di scoprire i segreti del suo compagno di scuola.
STRANELLA
Stranella non si trova a proprio agio con gli altri ragazzi di New Holland, ma è facile intuirne il motivo: consegna inquietanti presagi con una voce mono tono e lo sguardo fisso. La sua costante compagnia è il suo soffice gatto bianco, Signor Baffino, con il suo stesso imperturbabile sguardo fisso. Gli altri ragazzini le stanno alla larga, soprattutto quando Stranella comincia a parlare dei sogni del Signor Baffino.
TOSHIAKI
Toshiaki eccelle in tutto ed è ultracompetitivo. Gli piace battere Victor e, come uno scienziato pazzo affamato di potere, Toshiaki non si ferma davanti a niente per vincere il primo premio nella gara di scienze a scuola, anche se questo dovesse significare rubare le idee di Victor.
BOB
Bob è un mammone ed è il “braccio” della mente di Toshiaki. È gradevole e mai meschino, ma è anche facilmente influenzabile e credulone. Bob segue Toshiaki ovunque, ma sarà il primo a correre in soccorso di Victor quando questo si troverà nei guai fino al collo.
LA MAMMA DI BOB
La mamma di Bob è una grassottella casalinga di periferia, facilmente soggetta ad attacchi di panico e isterismo ogni qual volta le cose vanno storte. Ha una visione molto semplice e stereotipata della vita, e la condivide senza problemi con tutti. Adora suo figlio Bob ed è convinta di agire al meglio, anche se spesso fraintesa, negli interessi di lui.
I MOSTRI
IL MOSTRO TARTARUGA
Quando Toshiaki scopre il segreto della rianimazione di Victor, è certo di riuscire a vincere la fiera della scienza. Quindi procede alla riesumazione di Shelley, la sua tartaruga deceduta ma, conducendo l’esperimento, le cose vanno terribilmente male. La tartaruga resuscitata torna in vita con un ruggito e cresce a dismisura. Toshiaki non può far altro che fuggire mentre la tartaruga mostruosa si dirige verso la città, distruggendo ogni giardino e ogni recinto lungo la strada.
LA MUMMIA CRICETO
Nassor è convinto di poter riportare in vita il suo criceto Colossus con i metodi scientifici di Victor. Libera il suo criceto dal cimitero degli animali della città, creando un piccolo mostro fasciato come una mummia, che si considera invincibile.
IL RATTO MANNARO
Finito nel bidone dell’immondizia della scuola dopo essere rimasto ucciso sulla strada, questo ratto appiattito dall’incidente avrà una seconda occasione di vita quando Edgar deciderà di resuscitarlo dal regno dei morti. Lungi dall’essere semplicemente un animaletto indesiderato, si trasforma in un grosso ratto mannaro che cammina sulle zampe posteriori, dotato di zanne lunghe e affilate. Come un vero ratto, non nutre alcun sentimento di fedeltà nei confronti del suo creatore e dà la caccia al povero Edgar per tutta New Holland.
LE SCIMMIETTE MARINE
Il progetto scientifico di Toshiaki e Bob non riesce molto bene. Ma quando i due ragazzini scoprono il segreto dell’elettricità all’interno del laboratorio di Victor, Bob pensa di applicarlo alle sue scimmie marine. Il risultato è del tutto imprevedibile: un esercito di piccoli guerrieri si sparpaglia per la città, creando scompiglio ovunque. Non sarà facile fermare queste malvagie creature marine.
IL GATTO VAMPIRO
L’esperimento di Stranella con l’elettricità per la fiera della scienza ha un esito negativo quando la ragazzina accidentalmente trasforma il suo amato gatto Sig.Baffino, in un vampiro. Dotato di gigantesche ali da pipistrello, e di due zanne enormi, quel che un tempo era una soffice e innocua palla di pelo, si libra minaccioso nel cielo notturno, al di sopra dell’ignara cittadina di New Holland.
LA SCELTA DEI DOPPIATORI
Il cast vocale comprende quattro attori che hanno già lavorato nei precedenti film di Burton:
* Winona Ryder (Beetlejuice, Edward mani di forbice)
* Catherine O’Hara (Beetlejuice, The Nightmare Before Christmas)
* Martin Short (Mars Attacks!)
* Martin Landau (Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow)
LA LAVORAZIONE DI FRANKENWEENIE
Dall’idea iniziale alle riprese del film, la lavorazione di Frankenweenie ha richiesto l’elaborata partecipazione di una grande squadra di artigiani, animatori, attrezzisti, creatori dei modelli dei personaggi, disegnatori e artisti. Nel corso degli anni necessari a realizzare Frankenweenie, Tim Burton ha curato ogni fase del processo e il risultato finale riflette la sua inconfondibile creatività e la sua visione unica.
L’ANIMAZIONE STOP-MOTION
L’animazione stop-motion è uno degli stili di animazione più antichi e comporta un grande lavoro di squadra. La stop-motion di Frankenweenie prevede 24 frame al secondo: ciò significa che l’animatore deve fermarsi e posizionare il pupazzo 24 volte per ottenere un secondo di azione filmata. In media un animatore può produrre solo 5 secondi di animazione a settimana. Molteplici modelli dello stesso personaggio hanno permesso agli animatori di lavorare in più di una scena alla volta.
Girare Frankenweenie con l’animazione stop-motion ha richiesto due anni di lavoro e ha impiegato il talento di una troupe esperta e variegata. “Molte persone vengono coinvolte in un film del genere”, dice il regista Tim Burton. “Ciò che rende diverso questo film rispetto ad un live-action è che tutto si svolge in modo rallentato. In un live action bisogna prendere le decisioni rapidamente, mentre nella stop-motion magari si impiegano un paio di giorni o addirittura un paio di settimane per effettuare una ripresa, a seconda della sua complessità”.
Una vasta ricerca e una grande preparazione sono alla base dell’animazione dei due cani, Sparky e Persefone. Il direttore dell’animazione Trey Thomas e la sua squadra si sono documentati sul modo in cui i cani si muovono e si sono recati al Windsor Dog Show per filmare i cani in azione. Hanno ospitato un bull terrier nello studio, per osservare i suoi movimenti, riprendendolo da diverse angolazioni. Anche i barboncini sono stati invitati nello studio e hanno ‘recitato’ il ruolo di Persefone. Racconta Thomas: “Abbiamo cercato di rendere l’azione dei cani nel modo più autentico possibile. Sparky doveva riflettere il massimo realismo”.
Nel film circa 33 animatori hanno lavorato individualmente nei due anni necessari a realizzare Frankenweenie. La settimana tipica di un animatore di stop-motion iniziava con una scena che gli veniva assegnata. L’animatore era responsabile di tutti i personaggi di quella scena. In seguito l’animatore si consultava con il direttore dell’animazione, per stabilire i movimenti della macchina da presa, l’illuminazione e il posizionamento degli attrezzi di scena.
Il giorno successivo ognianimatore aveva il tempo di fare una vera e propria prova, in cui entrava nello specifico della recitazione e dei tempi di ripresa. Tim Burton e il direttore dell’animazione Trey Thomas erano molto precisi rispetto a ciò che volevano in termini di emozione e umorismo da comunicare.
Ogni animatore ha trascorso anche del tempo a testare la mobilità dei modelli dei personaggi, un’operazione che comporta il rafforzamento o l’allentamento delle viti degli arti e delle giunture per capire qual è il modo migliore in cui si può muovere. Alcuni animatori cercavano la precisione assoluta perciò hanno utilizzato un metodo più rigido, mentre altri preferivano un tocco più delicato e quindi optavano per una tecnica più morbida.
Ogni animatore ha trascorso varie ore a lavorare con il suo modello per ottenere tutti i movimenti richiesti, farlo stare seduto o in piedi, bere il tè, o fare qualsiasi altra cosa. Nel giorno della ripresa, l’animatore sapeva esattamente ciò che doveva fare e iniziava le riprese con la tecnica dei 24 frame al secondo. Il direttore dell’animazione Trey Thomas ogni giorno visitava tutti i set e aiutava gli animatori a risolvere le varie difficoltà. “Ogni ripresa era come il pezzo di un puzzle di un quadro più grande, quindi bisognava procedere da un frame all’altro per far muovere i pupazzi (o modelli) in modo credibile e realistico”, spiega Thomas. “Tim [Burton] voleva uno stile credibile che rispettasse le leggi della fisica e che risultasse realistico. Voleva fare un film sincero e autentico, quindi anche gli animatori hanno lavorato così”. Le voci sono state abbinate ai movimenti utilizzando strumenti chiamati dope sheets, inserendo il dialogo nei frame frammentati. Per esempio quando il personaggio dice: “Per favore siediti”, l’animatore osservava che non appena il personaggio finiva quella battuta, indicasse la sedia e l’altro personaggio si sedesse. I dope sheets aiutano l’animatore ad organizzare i suoi pensieri specialmente se in una ripresa ci sono vari personaggi, le cui azioni vanno ognuna tracciate individualmente, anche se si tratta solo di un battito di ciglia.
I PUPAZZI
Nel film compaiono oltre 200 pupazzi, con 18 Victor e 15 Sparky. Dal momento che ogni animatore ha lavorato indipendentemente per realizzare le diverse scene, erano necessari dei sosia, anche come scorte, nel caso un pupazzo avesse bisogno di una riparazione. Il primo modello disegnato per il film è stato Sparky e il suo prototipo ha fissato lo standard del resto del film. Tim Burton aveva un’idea molto specifica per il personaggio di Sparky, voleva che si comportasse e si muovesse come un cane vero. La sua “armatura” era articolata e dieci centimetri era la dimensione più piccola in cui poteva essere realizzato senza penalizzare il suo comportamento e la sua personalità.
Dopo aver creato Sparky, gli animatori hanno fissato le dimensioni di tutti gli altri personaggi. I pupazzi presentavano vari livelli di articolazione. Victor era il personaggio umano più complicato, e il meccanismo della sua testa contiene non solo i contorni delle labbra e delle sopracciglia ma anche un complesso sistema meccanico (con uno strumento simile ad una chiave inglese) che consentiva all’animatore di muovere le sue guance e le sue mascelle con piccoli scatti. Questo lo ha dotato delle più sottili e varie capacità di recitazione. Altri personaggi come Elsa Van Helsing e suo zio, il Sig. Burgemeister, non compaiono spesso in scena, quindi non avevano bisogno di mostrare la gamma di emozioni di Victor; nel loro caso gli animatori hanno potuto ottenere ciò di cui avevano bisogno, manovrando semplicemente le labbra e le sopracciglia.
Anche Sparky è stato un modello incredibilmente complicato. Ci sono oltre 300 giunture nel suo corpo e poiché le sue gambe sono molto esili, doveva essere sostenuto da un supporto speciale affinché gli animatori potessero muoverlo come un vero cane.“Sparky non è mai seduto tranquillamente”, spiega la produttrice Allison Abbate, “e sarebbe stato impossibile renderlo stabile su quelle piccole gambe. Ora nella postproduzione siamo in grado di rimuovere i supporti, perciò gli animatori possono farlo tranquillamente scorazzare avanti e indietro come un vero cagnolino”. Il complicato processo di fabbricazione dei pupazzi ha seguito varie fasi. Prima di tutto Tim Burton ha fatto uno sketch del personaggio; lo sketch è stato quindi inviato ai realizzatori dei modelli dei personaggi di Mackinnon e Saunders, in Inghilterra, che hanno creato sculture in 3D dei disegni, chiamate maquettes (statuine dei personaggi). A quel punto Tim Burton e i fabbricanti di pupazzi hanno parlato a lungo per ottenere il risultato artistico ottimale.
Dopo aver stabilito le dimensioni e gli altri fattori che riguardano i pupazzi, gli artisti hanno realizzato una scultura finale, diversa dalla prima maquette. Questa maquette doveva essere completamente neutra, con le braccia lungo i fianchi, la faccia dallo sguardo fisso in avanti e i piedi separati. Nella fase successiva bisognava creare lo stampo della maquette. Dopo aver ottenuto uno stampo, il fabbricante dei modelli ha creato la cosiddetta “armatura” che serve come supporto per far muovere il personaggio a seconda di ciò che è richiesto dal copione. Il personaggio deve sedersi, mangiare o saltare? Dopo aver ottenuto queste informazioni, i fabbricanti di modelli potevano costruire il giusto scheletro adatto a compiere le azioni richieste. I fabbricanti di armature dovevano essere molto precisi perché c’erano molte parti mobili e piccolissime che dovevano essere inserite con la massima esattezza nel posto giusto del corpo. Dopo aver ideato l’armatura, il fabbricante di modelli iniziava a riempirli: l’armatura veniva posta nel calco e quindi riempita di silicone e di lattice. Spesso la testa veniva lavorata separatamente dal corpo.
Nel frattempo Tim Burton era occupato a lavorare con gli altri artisti, per disegnare i costumi e scegliere le stoffe adatte alla sua visione del film. I costumisti dovevano prima di tutto creare i modelli che Burton doveva approvare, come gli impermeabili del Signor e della Signora Frankenstein; i sarti hanno quindi cucito manualmente tutti i costumi, usando dei punti piccolissimi per rispettare le dimensioni degli abiti.
Subito dopo c’è stato il lavoro dei parrucchieri, che sui modelli hanno utilizzato capelli umani. All’inizio hanno provato dei capelli sintetici, ma erano troppo lucidi e grinzosi quando venivano legati insieme. Ognuno dei capelli è stato perforato e quindi inserito nei fili, che servivano a creare l’effetto del movimento dei capelli quando il personaggio camminava. L’ospedale dei pupazzi del set di Frankenweenie era sempre pieno e ha tenuto molto impegnati i 150 artigiani. Esperti modellatori hanno trascorso mesi a riparare gli arti, a sistemare i capelli e la pelle, ad aggiustare i costumi logori o strappati. Questa squadra ha trovato anche il tempo di creare tutti i personaggi generici presenti sullo sfondo nonché alcuni dei personaggi principali.
Far vivere (e morire) Sparky: come sono stati realizzati i modelli del cane
* Prima di tutto Tim Burton ha fornito agli scultori gli sketch di Sparky, così come lui lo immaginava.
* Gli scultori hanno realizzato maquette grezze e veloci per avere un’idea dell’aspetto di Sparky in 3D.
* Tim Burton ha scelto quelle che gli piacevano e gli scultori le hanno sviluppate.
* Dopo aver deciso il look, gli scultori hanno dovuto realizzare uno “Sparky” vivo, uno morto e le versioni sedute e in piedi di ognuno di essi.
* Dopo aver approvato lo stampo, i fabbricanti di armature hanno disegnato le parti di Sparky che dovevano essere inserite nel calco.
* Quando le armature sono state decise, lo stampo di Sparky è stato realizzato in vetroresina. Il calco è stato attentamente tagliato e le cuciture rimosse.
* Poi lo stampo è arrivato dal pittore che ha mescolato i pigmenti del modello con il silicone, e lo ha lavorato con un aerografo.
* Il pittore quindi ha dipinto Sparky con lo spray, e poi ha asciugato la vernice con l’ovatta, per poi spruzzare nuovamente la vernice creando vari strati.
* Il pittore ha dipinto a mano i punti dello Sparky morto, con una spazzola. Esistono circa 300 punti sullo Sparky morto e tutti hanno avuto bisogno di essere dipinti due volte, per ottenere il colore giusto. Sono stati impiegati circa 3 giorni per dipingere lo Sparky morto.
* Sparky era finalmente pronto a girare!
* In scena c’erano 9 Sparky “morti” e 3 Sparky vivi. Dopo essere stati usati e bistrattati, gli Sparky sono tornati dal pittore per essere nuovamente dipinti. E’ accaduto spesso che un pittore abbia dipinto uno Sparky morto anche 60 volte!
* Frankenweenie prosegue la tradizione degli altri film d’animazione in stop-motion di Tim Burton: La sposa cadavere e Nightmare Before Christmas, entrambi candidati al premio Oscar®.
* La stop-motion è uno degli stili di animazione più datati. Frankenweenie presenta 24 fotogrammi al secondo: ciò significa che l’animatore deve fermarsi e posizionare il pupazzo 24 volte per filmare un secondo di azione. In media, un animatore realizza 5 secondi di animazione a settimana. Gli animatori possono lavorare contemporaneamente a più di una scena, utilizzando diversi pupazzi che raffigurano lo stesso personaggio. In questo film 18 animatori hanno lavorato indipendentemente gli uni dagli altri, nello stesso momento.
* Frankenweenie è il primo film d’animazione che Tim Burton ha diretto per la Disney.
* Tutti i personaggi di Frankenweenie sono basati sui disegni di Tim Burton, alcuni dei quali erano stati realizzati dal regista nel 1984, l’anno in cui è uscito il cortometraggio live-action di Frankenweenie; altri disegni sono stati invece specificamente concepiti per questo nuovo lungometraggio animato.
* Il cast dei doppiatori nella versione originale del film comprende quattro attori che avevano già lavorato con Burton precedentemente: Winona Ryder (Beetlejuice, Edward mani di forbice), Catherine O’Hara (Beetlejuice, Nightmare Before Christmas), Martin Short (Mars Attacks!) e Martin Landau (Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow).
* Lo scenografo Rick Heinrichs vanta una lunga collaborazione con il regista e produttore Tim Burton, con cui ha lavorato in diversi altri film, fra cui Il mistero di Sleepy Hollow che gli è valso un Oscar®; i cortometraggi Vincent e Frankenweenie; i lungometraggi Pee-wee’s Big Adventure, Beetlejuice, Edward Mani di forbice, Batman – Il ritorno, Nightmare Before Christmas e Il pianeta delle scimmie. Recentemente Heinrichs ha ideato le scene del film live action diretto da Burton Dark Shadows.
* I classici del cinema horror degli anni ’30 fra cui Frankenstein e Dracula, hanno ispirato i nomi dei personaggi del nuovo film di Tim Burton: Victor, Elsa Van Helsing, Edgar “E” Gore e il Signor Burgemeister.
* Per il film sono stati creati oltre 200 pupazzi e set, con ben 17 Victor e 12 Sparky. Poiché ogni animatore ha lavorato indipendentemente alle diverse scene, è stato necessario creare molteplici sosia, oltre ai pupazzi “di scorta” nel caso si fossero rotti.
* L’Ospedale dei pupazzi di Frankenweenie era sempre pieno. Per mesi, i più abili modellatori hanno trascorso il tempo a riparare gli arti, ad aggiustare i capelli e l’epidermide, a rammendare costumi strappati o logori. La squadra ha trovato persino il tempo di creare i pupazzi “generici” che popolano lo sfondo delle scene del film, nonché alcuni dei personaggi principali.
* Il primo pupazzo ideato per il film è stato Sparky e le sue dimensioni hanno stabilito lo standard di tutto il film. Tim Burton aveva un’idea molto precisa rispetto al personaggio di Sparky che a suo avviso doveva muoversi e comportarsi come un cane vero. La sua struttura era molto complessa e gli artisti sono riusciti a ridurlo al massimo, ottenendo una dimensione di circa 10 centimetri, senza penalizzare il suo comportamento e la personalità che doveva esprimere nella storia. Dopo aver deciso le misure, sono state stabilite anche le dimensioni degli altri personaggi e dei set.
* Artisti di grande talento hanno trasformato i disegni originali di Tim Burton in sculture tridimensionali fatte di lattice e silicone. I loro costumi sono stati cuciti con punti in miniatura, in linea con le dimensioni di tutto il film. Le parrucche sono state realizzate con ciocche di capelli umani applicate una a una, affinché le capigliature dei pupazzi risultassero realistiche. All’interno dei pupazzi c’è una struttura metallica che funge da scheletro e fornisce agli animatori la possibilità di muoverli e di farli recitare con incredibile veridicità e accuratezza.
* Il film è ambientato nell’immaginaria cittadina di New Holland, un tipico complesso residenziale degli anni ’70, che ricorda Burbank, in California, dove il regista Tim Burton è cresciuto. Il mulino a vento sulla collina che sovrasta la città è un tipico elemento delle Giornate Olandesi che ogni anno vengono celebrate a New Holland.
* I set del film sono stati costruiti su vari tavoli da lavoro. La maggior parte degli oggetti in miniatura presenti nei set sono stati costruiti, dipinti e rifiniti manualmente.
* La musica di Frankenweenie è stata composta da Danny Elfman, la cui collaborazione con Tim Burton risale al 1985, anno in cui l’artista ha composto la colonna sonora di Pee-wee’s Big Adventure. Da quel momento Elfman ha composto la musica di tutti i film di Burton, a eccezione di Ed Wood e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street.
VIVERE L’ESPERIENZA DI FRANKENWEENIE
Il regista Tim Burton non vede l’ora che il pubblico possa vivere l’esperienza di Frankenweenie non solo perché si tratta di una storia che gli è cara, ma anche per via di tutti gli elementi che compongono il film e che lo rendono unico. “Sono soddisfatto perché tutte le varie componenti, fra cui i disegni originali, la stop-motion, il bianco e nero e il 3D, hanno contribuito a dare vita ad una creazione veramente originale”. La produttrice Allison Abbate anticipa le aspettative del pubblico: “È un meraviglioso film per tutta la famiglia; allude ai vecchi film che tutti conosciamo, quindi i genitori apprezzeranno i riferimenti ai classici del cinema, e potranno assaporare ciò che amavano vedere da bambini.” “E poi, ovviamente, è la storia di un bambino desideroso di imparare nuove cose per capire se stesso e conoscere il mondo. I ragazzi si identificheranno nel personaggio e si appassioneranno alla sua vicenda”, conclude.
LA MUSICA
La musica di Frankenweenie è stata composta dal musicista nominato all’Oscar® Danny Elfman, il cui rapporto professionale con Tim Burton risale al 1985, quando ha composto la colonna sonora di Pee-wee’s Big Adventure. Da allora ha sempre lavorato con Burton, ad eccezione di soli due film. Elfman rivela di essere sempre entusiasta quando viene chiamato a comporre la colonna sonora di un film di Tim Burton. Commenta: “Anche se all’inizio non so ancora di cosa si tratta, so che sarà interessante, strano e divertente. Frankenweenie è una storia dolce ma ha un lato mostruoso con cui mi sono subito sentito in sintonia, dato che sono un grande fan del genere”.
Come Burton, anche Elfman è cresciuto guardando i film sui mostri. Nei weekend andava al cinema a vedere film di fantascienza, horror e fantasy. Per creare la colonna sonora perfetta di Frankenweenie, ha attinto a tutte quelle esperienza di gioventù. “Abbiamo usato alcuni strumenti a corda che mi ricordavano Dimitri Tiomkin”, dice Elfman. “Utilizzo anche il Theremin (un antico strumento elettronico) un pizzico di horror giapponese”.
Elfman descrive la colonna sonora da lui composta per Frankenweenie come una “strana mescolanza di semplicità, stranezza e una dose di horror spiritoso”. Spiega: “Ho composto sia un tema musicale che racconta il rapporto fra Victor e il suo cane, sia un tema dedicato solo a Sparky. Questa è una musica giocosa, come sono i cani. Quella di Victor invece è più triste perché parla di quanto ama Sparky e di quanto gli manca. Non c’è nulla di più puro nel rapporto fra un ragazzo e il suo cane”. Nel comporre la colonna sonora del film, Elfman ha impiegato un’orchestra più piccola rispetto a quella che ha utilizzato in film come Alice in Wonderland. “Mi piace la grande sonorità che si ottiene da pochi elementi: questo riflette in modo più autentico il periodo in cui è ambientato il film, perché non c’erano grandi orchestre in quei giorni”, dice. Lavorare con Tim Burton è un’esperienza unica perché Burton collabora con il compositore in modo diverso da come fanno di solito i registi. Spiega Elfman: “Non parliamo molto del film, né analizziamo troppo i personaggi. Tim vuole che la musica sia viscerale”. Elfman adora la “semplicità e la dolcezza” del film. “Mi ricorda The Nightmare Before Christmas, che era anche quello un film intenso con una storia molto semplice”, spiega il musicista. “Frankenweenie è un film tipico di Tim, ed è bellissimo poter folleggiare in questo nuovo e strano mondo”. Karen O ha scritto una canzone dal titolo “Strange Love” che viene ascoltata alla fine del film, durante i titoli di coda. Cantante e compositrice, nonché frontwoman della rock band the Yeah Yeah Yeahs, Karen O, negli ultimi dieci anni, ha collaborato con artisti di spicco del mondo della musica e del cinema: Spike Jonze, Trent Reznor, David Lynch, Flaming Lips, Barnaby Clay, Carter Burwell. Afferma di aver scritto il brano “Strange Love” sulla scia dell’ispirazione dei classici horror di Frankenweenie e della musica calipso di Beetlejuice. La colonna sonora originale di Frankenweenie sarà in vendita dal 15 gennaio 2013.
Track Listing:
1 Frankenweenie Disney Logo
2 Main Titles
3 Mr. Burgermeister/Noses Meet
4 Game of Death
5 The Funeral
6 Electricity
7 Re-Animation
8 Sparky’s Day Out
9 Dad’s Talk
10 The Bride/Edgar Knows
11 Invisible Fish/Search for Sparky
12 A Premonition
13 The Speech
14 Mom’s Discovery/Farewell
15 Getting Ready
16 Making Monsters
17 Pool Monsters Attack
18 Mad Monster Party
19 Final Confrontation
20 Happy Ending
21 Alternate Main Titles (Bonus Track)
22 Over the Fence (Bonus Track)