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Frastuono: recensione in anteprima del film in concorso a Torino 2014

Torino Film Festival 2014: Pistoia ovest come Berlino est? Davide Maldi in Frastuono indaga nella vita di due ragazzi e nel loro rapporto con la musica. In un progetto che accumula frammenti ma non trova uno stile adatto per non far pensare che sia più vuoto di quel che vuol far credere.

pubblicato 28 Novembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 20:10

I giovani e la musica. La provincia italiana e la grande metropoli: Pistoia ovest come Berlino est? Il romano Davide Maldi racconta il mondo di due ragazzi della citta toscana e ragiona sul loro rapporto con la musica, e di conseguenza sul loro rapporto col mondo. In un docu-film che lavora di frammenti per restituire una realtà non semplice da cogliere.

Iaui, nato e cresciuto in una comunità autogestita sull’Appennino toscoemiliano, ogni giorno scende dalla montagna per frequentare il liceo artistico di Pistoia e sogna di portare la sua musica psy-trance nei festival di tutto il mondo. Vive con la famiglia in una casetta nei boschi.

Lo stile di vita della sua famiglia ricorda un po’ alla lontana quello della famiglia de Le Meraviglie, solo che le riprese di Frastuono sono cominciate anni fa. Della vita di Iaui poi vediamo diversi momenti di quotidianità: il pullman che lo porta a scuola, le ore passate nella sua stanza a creare la sua musica, i momenti spesi nella natura, i dj-set…

Anche Angelica vive di musica, ma punk-rock, e suona in una band. Si prepara per i concerti con gli amici in lunghe e appassionate prove. Cappelli ricci, lunghi e colorati di rosa, la ragazza ama filmare tutto ciò che la incuriosisce. Si riprende anche nella sua stanza con una webcam, e contagia tutti col suo carattere esuberante.

Due vite di provincia che scorrono parallele, finché il frastuono dei loro sogni – che puntano proprio a Berlino – non darà loro la volontà di avere una svolta nella vita. Maldi, assieme a Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti, sceglie uno spunto osservazionale, che cattura la quotidianità (e spesso anche la ripetitività) della vita dei due protagonisti e di tutti i ragazzi che stanno loro attorno.

Frastuono parte non bene, ma benissimo. La prima inquadratura è una panoramica in campo lungo di Iaui che corre sulla neve, decisamente affascinante ed eseguita in modo pulitissimo. Lo vediamo poi camminare nei boschi, e anche qui si resta affascinati dal risultato. Maldi lavora sin da subito tantissimo sul sonoro: quando il ragazzo indossa le cuffie parte ad altissimo volume in colonna sonora la sua musica, e la sentiamo anche nelle poche ma evidenti soggettive del ragazzo.

Maldi promette molto con queste sue prime inquadrature: peccato che dopo 10 minuti prenda una strada decisamente diversa da quella che sembrava aver preso. E sbrodola in modo clamoroso, abbandonando una pacata linearità per abbandonarsi ad un accumulo di frammenti che non fanno progredire alcuna storia (che c’è, ovvio, però…).

Detto fuori dai denti: è davvero difficile, se non impossibile, stare dietro a Frastuono. Perché ogni segmento che si aggiunge fa peggiorare il risultato finale sotto due punti di vista fondamentali: il senso e il ritmo. Si arriva alla fine pensando di aver visto un film molto più vuoto di quel che vorrebbe apparire, ed è un peccato. E non bastano due ottime inquadrature in campo lungo e un paio di momenti azzeccati per risollevare il risultato.

Voto di Gabriele: 4

Frastuono (Italia 2014, drammatico 81′) di Davide Maldi; con Iaui Tat Romero, Angelica Gallorini, Alice Bianconi, Lorenzo Fedi, Elia Zampini, Alessandro Fiori.

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