Stasera in tv: “Freaks Out” su Rai 2
Rai 2 stasera propone “Freaks Out”, dramma fantasy del 2021 di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) con Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi e Franz Rogowski.
Freaks Out, su Rai 2 l’opera seconda del regista Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot). Mainetti prosegue il suo percorso nel rivisitare il cinema di genere, stavolta con un’ambientazione bellica che omaggia il neorealismo italiano, lo contamina con il fantasy e infine strizza l’occhio ai fumetti, in particolare agli iconici e perseguitati mutanti della Marvel.
Freaks Out – Cast e personaggi
Claudio Santamaria: Fulvio
Aurora Giovinazzo: Matilde
Pietro Castellitto: Cencio
Giancarlo Martini: Mario
Giorgio Tirabassi: Israel
Franz Rogowski: Franz
Anna Tenta: Irina
Max Mazzotta: il Gobbo
Sebastian Hülk: Amon
Eric Godon: Gus
Emilio De Marchi: Wolf
Olivier Bony: Guercio
Michelangelo Dalisi: Gambaletto
Francesca Anna Bellucci: Cesira
Astrid Meloni: donna scimmia
Freaks Out – Trama e trailer
Roma, 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando Israel scompare misteriosamente, i quattro “fenomeni da baraccone” restano soli nella città occupata dai nazisti. Qualcuno però ha messo gli occhi su di loro, con un piano che potrebbe cambiare i loro destini… e il corso della Storia.
Curiosità sul film
- Gabriele Mainetti (Roma, 1976) è un regista, attore, compositore e produttore cinematografico. Dopo aver realizzato i corti Basette, selezionato al Festival di Locarno, e Tiger Boy, entrato nella shortlist della nomination all’Oscar, nel 2015 dirige Lo chiamavano Jeeg Robot, prodotto dalla sua Goon Films e vincitore – tra gli altri riconoscimenti – di 7 David di Donatello, 2 Nastri d’argento, 4 Ciak d’oro e del Globo d’oro.
- La sceneggiatura del film è scritta da Gabriele Mainetti in collaborazione con Nicola Guaglianone da un soggetto originale di Guaglianone.
- Le riprese sono iniziate tra il Lazio e la Calabria (Cosenza e Camigliatello Silano) ad aprile 2018.
- Mainetti parla delle location in Calabria: “Il tragitto della Sila è stato quello più interessante tra i tanti che abbiamo visto […] Da un punto di vista fortemente tecnico, se penso a un viaggio come quello del trenino in una pianura non sento la vita scorrere. Qui in Sila invece, la vegetazione, le nuvole, tutto ti si muove intorno più che suggestivo e fortemente cinematografico.”
- Il film è una produzione Goon Films e Lucky Red con Rai Cinema, in coproduzione con a società belga Gapbusters.
- Il budget del film è di circa 12 milioni di euro.
Freaks Out – Premi e riconoscimenti
Festival di Venezia
- Premio Pasinetti speciale
- Leoncino d’oro (assegnato dalla giuria dei giovani di Agiscuola).
- Soundtrack Stars Award 2021 (riconoscimento per la migliore colonna sonora tra i film in selezione ufficiale)
- “Carlo Lizzani” (riconoscimento legato agli esercenti).
- “Sorriso Diverso Venezia Award” (riconoscimento legato alla solidarietà e all’impegno sociale).
- Premio RB Casting per la migliore interpretazione italiana ad Aurora Giovinazzo (assegnato da una giuria di casting director).
- Premio Graffetta d’Oro Migliore Film.
- Premio NUOVOIMAIE Migliore Attrice Esordiente ad Aurora Giovinazzo.
Heroes Film Fest
- Miglior film di genere.
Giornate Professionali di Cinema di Sorrento
- Biglietto d’oro.
- Chiavi d’oro al regista, allo sceneggiatore e agli interpreti principali.
- Premio ANEC “Claudio Zanchi” per il miglior talento emergente ad Aurora Giovinazzo[31].
3ª Meno di Trenta
- Premio Migliore Attrice – Cinema ad Aurora Giovinazzo.
51ª Rotterdam International Film Festival
- Premio del Pubblico VriendenLoterij.
David di Donatello [16 candidature]
- Miglior produttore a Gabriele Mainetti per Goon Films, Isabella Orsini per GrapBusters, Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi e Mattia Guerra per Lucky Red con Rai Cinema.
- Miglior scenografo a Massimiliano Sturale e Ilaria Fallacara
- Miglior truccatore a Diego Prestopino, Emanuele De Luca e Davide De Luca
- Miglior acconciatore a Marco Perna
- Migliori effetti speciali visivi a Stefano Leoni
- Miglior autore della fotografia a Michele D’Attanasio
Note di regia
LA SFIDA
Freaks Out nasce da una sfida: ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità. Per farlo ci siamo avvicinati alla Roma occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro.
TU CHE VORRESTI FARE?
Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot, con Nicola Guaglianone, ci siamo domandati «e adesso che facciamo, di altrettanto “fico”?». Un sequel era fuori discussione, e così abbiamo iniziato a buttare giù alcune idee, guidati da un’unica, grande domanda: «Tu cosa vorresti fare?». Perché un film deve nascere prima di tutto dalla passione, non da un calcolo.
CE L’HO!
Il primo a pensare ai freak è stato Guaglianone, grande appassionato della materia, che tra l’altro si era appena cimentato nel tema scrivendo Indivisibili. All’inizio non capivo: soprattutto, da grande fan di Freaks di Tod Browning, ricordavo quanto quel film – seppure di una bellezza unica – fosse costato al suo autore, bannato da Hollywood per aver mostrato la “diversità”. Sulle prime, insomma, avevo più di un dubbio. Non avevo ancora messo a fuoco la visione più “pop” che si poteva dare del mondo dei freak, e come empatizzare con quei personaggi così “diversi”, portando lo spettatore a voler stare accanto a loro. Nel frattempo, anch’io coltivavo una mia personale ossessione, quella per la prima guerra mondiale. A un certo punto, sul tavolo, c’erano 7 storie, anche molto diverse tra loro (una era il romanzo di formazione di una bambina che doveva trovare se stessa). Come era già successo per Jeeg, li “condensavamo” man mano, finché un giorno con Nicola mi ha detto «ce l’ho: i freak li facciamo con i poteri, nella Seconda guerra mondiale». È lì che ho visto per la prima volta i film, e da lì abbiamo iniziato a immaginare i nostri “eroi”.
I PROTAGONISTI
L’idea dei poteri un po’ mi spaventava: non volevo replicare Jeeg, e soprattutto mi interessava che la forza dei protagonisti nascesse – più che dai singoli poteri – dall’unione di 4 persone speciali. Mi sono sforzato di rendere originali e “cinematografiche” queste loro abilità, ovviamente a modo mio, ma senza mai dimenticare – e anzi esaltando – l’umanità dei personaggi: in questo il modello è stato, oltre a Browning, un capolavoro come La donna scimmia di Marco Ferreri. Abbiamo sempre pensato ai nostri protagonisti come gente vera, cercando di guardarli senza pietismo perché sono loro stessi i primi a
rifiutare ogni (auto)commiserazione, a non viversi come “mostri” ma come persone.
I (SUPER)POTERI
Tornando ai poteri, spesso – dopo Jeeg – sono stato raccontato come la via italiana ai “cine-comic”. Il punto, al di là del riconoscersi o meno in una definizione, è che credo che il cine-comic sia, più che un vero e proprio genere, una formula giornalistica che corre il rischio di dare lo stesso nome a opere diversissime, dai film Marvel al primo X-Men di Brian Singer a un grande western moderno come Logan. E non è certo il “potere speciale” di un personaggio a fare un cine-comic, altrimenti sarebbero cine-comic – che so io – Ghost, o Il sesto senso, o Il profeta di Jacques Audiard. Quanto alla mia formazione, io di fumetti ne ho sempre letti pochi, al massimo qualche Dylan Dog (e soprattutto perché c’era dentro un po’ di sesso): sono stato un figlio del mio tempo, per me erano più importanti i cartoni animati (come appunto Jeeg Robot). Poi, da adulto, mi sono avvicinato al mondo dei manga, dove la divisione tra buoni e cattivi non è manichea, basta pensare a Devilman. Insomma, tra Devilman e Spiderman, chi mai sceglierebbe Spiderman?
CATTIVI
Cercare di comprendere, senza giudicare. Anche i cattivi. Credo che la riuscita di un film come questo (o come Jeeg) si misuri anche nella capacità di rendere tridimensionali gli antagonisti. Franz, il cattivo di Freaks Out, incarna ovviamente una delle pagine più buie della storia, ma è anche un perdente totale, il risultato di una frustrazione famigliare e sociale, a cui Franz Rogowski ha regalato a tratti una tenerezza “inspiegabile”. I cattivi che mi spaventano di più, nella storia del cinema, sono quelli che nascondono una debolezza, una sofferenza: il Buffalo Bill di Il silenzio degli innocenti, ma anche il Darth Vader dei primi Star Wars. Per questo ci siamo avvicinati a Franz cercando nel suo vissuto personale le ragioni che possono averlo spinto ad abbracciare il Male. Credo che l’attenzione per le “sfaccettature” dei personaggi, anche le più inaspettate e imprevedibili, si ricolleghi in qualche modo alla tradizione del nostro cinema, che certo non ha il culto dell’eroe “senza macchia e senza paura”: basta guardare alla commedia all’italiana, popolata di figure irresistibili seppure meschine, bieche, persino mostruose.
UN FILM FEMMINILE
Soffrivo molto quando, all’uscita di Jeeg, alcuni che magari non l’avevano ancora visto pensavano fosse un film “maschile”. Al contrario, io l’ho sempre visto come un film profondamente femminile, che ha nell’Alessia di Ilenia Pastorelli il vero motore, una sorta di “mentore” toccata dalla grazia di saper credere in un supereroe (e non certo dei più tradizionali). Allo stesso modo, il femminile è centrale anche in Freaks Out, dove in fondo gli uomini sono tutti – chi più chi meno – un po’ “piagnoni”, ed è Matilde (interpretata da una ragazza che per me è un’autentica rivelazione, Aurora Giovinazzo) a scoprirsi la vera guida del gruppo. Abbiamo raccontato l’ingresso nella vita adulta di una ragazzina ancora pura: non ci interessava inseguire un femminile “falso”, alla Wonder Woman, con le donne che menano come fabbri. Volevamo invece accompagnare una bambina alla scoperta della forza che possiede dentro di sé. Che poi è la forza delle donne, che non ritrovo in me stesso e negli uomini che mi circondano. Ma che ho sempre visto, da quando sono piccolo, nelle donne della mia famiglia, e adesso vedo nella mia compagna.
Gabriele Mainetti – Note biografiche
Nel dicembre 2011 Gabriele Mainetti fonda la casa di produzione cinematografica Goon Films. Il fascino del cinema di genere e il modello americano costituiscono riferimenti fondanti per la cifra stilistica del regista romano. La scelta di impegnarsi nella produzione nasce dal bisogno di tutela dell’articolato percorso espressivo che si affronta nella ricerca di “cinema”, troppo spesso denso di ostacoli che annebbiano la visione autoriale della messa in scena. Il tentativo è quello appunto di realizzare progetti che rientrino nella linea editoriale sopra indicata, proteggendoli dalle troppe mediazioni che levano forza e originalità all’esito sperato. Nel 2012 la Goon Films produce il suo primo corto Tiger Boy. Matteo, il bambino mascherato, commuove le giurie e riceve consensi da tutto il mondo (Festival australiano Flickerfest, Santa Barbara International Film Festival, Children’s Indi International Film Festival, Brest European Short Film Festival e non solo). Il 26 novembre 2013 l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences seleziona Tiger Boy tra i 10 finalisti per la Nomination all’Oscar – categoria “live action short” – all’ 86esima edizione degli Academy Awards. Finalista al Globo d’Oro e al David di Donatello 2012, secondo classificato al 42° Giffoni Film Festival (Generator +13), vince il Nastro d’Argento 2013 come Miglior Corto. Nel 2015 Gabriele Mainetti debutta alla regia con il lungometraggio Lo chiamavano Jeeg Robot.
Freaks Out – La colonna sonora
- Il regista Gabriele Mainetti ha anche curato la colonna sonora di con il compositore Michele Braga. Mainetti e Braga hanno collaborato anche per il cortometraggio “Basette” del 2008 e per l’esordio di Mainetti “Lo chiamavano Jeeg Robot” del 2015.
- Edita da Edizioni Curci e Goon Films, la colonna sonora è stata orchestrata da Emanuele Bossi, missata da Goffredo Gibellini, presso gli studi della Digital Records, ed eseguita dalla Czech National Symphony Orchestra di Praga, diretta da Marek Stilec.
- La colonna sonora è stata premiata con il Soundtrack Stars Award 2021 per la migliore colonna sonora tra i film in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Braga e Mainetti, secondo la giuria, hanno reso la colonna sonora di Freaks Out un “elemento protagonista e di assoluto rilievo all’interno del film, unendo elementi della nostra tradizione musicale a un sound più contemporaneo e passando anche attraverso le riletture di classici come Creep dei Radiohead, trasformata al pianoforte in stile Rachmaninov dal nazista esaltato Franz, o Bella Ciao, riletta in chiave avanguardista”.
1. Israel
2. Cencio
3. Mario
4. Fulvio
5. La ragazza elettrica
6. Mein Herr
7. Freaks Out
8. Speciale a fa’ che?
9. America
10. Rastrellamento
11. Fuga dal camion
12. Matilde esce dal gruppo
13. Isola Tiberina
14. Nell’harem del Zikus Berlin
15. A casa dei diacoli
16. Sala torture
17. Giocamo a fa’ la guera?
18. Franz, l’etere e il futuro
19. Matilde al Zirkus Berlin
20. I miei fantastici 4
21. Benvenuti al Zirkus Berlin
22. Nel forno
23. Uno sparo nel cielo
24. Salviamo Israel
25. Caciotte e salsicce
26. Sul campo di battaglia
27. Luminescenza
28. Game Over
29. America – Titoli di coda
30. Meinn Herr – Titoli di coda / La ragazza elettrica – Titoli di coda
La colonna sonora di “Freaks Out” è disponibile su Amazon.