Fuck You, Prof – recensione in anteprima
Fiumi di risate nello sboccato e demenziale Fuck You, Prof, titolo riuscito ad incassare 60 milioni di euro in patria
Un’opera esageratamente esilarante, volgare e sopra le righe ma soprattutto travolgente, per quanto irriverente e orgogliosamente senza freni. Punto d’incontro tra Sister Act e Bad Teacher, Fuck You, Prof ruota attorno al criminale Zeki Müller, rapinatore appena uscito di prigione che non vede l’ora di rimetter mano su un antico bottino sotterrato durante la sua assenza dall’allora fidanzata. Peccato che i soldi nascosti in una zona che 15 mesi prima metteva in mostra un ‘semplice’ cantiere, siano ora sotto una palestra scolastica. Per questo motivo l’ignorante, fascinoso e cafone Zeki non ha altra scelta se non quella di fingersi un insegnante presso la “Scuola Superiore Goethe”. Assunto dalla disperata preside anche se privo di effettiva esperienza, Muller lavora di giorno come supplente e di notte come ‘ladro’, scavando di nascosto un tunnel sotterraneo per arrivare al proprio bottino. Se non fosse che con il passare dei mesi i suoi poco ortodossi metodi d’insegnamento riescano clamorosamente a rimettere in riga la folle classe 108, storicamente frequentata da giovani teppisti, e a coinvolgere la collega tutta casa e chiesa Lisi Schnabelstedt, presto innamorata persa di questo strambo prof tutto parolacce e sigarette.
Ridere della scuola si può, e raramente lo si era fatto con tanta irriverenza. Perché la spudorata commedia tedesca è arrivata dove neanche gli americani avevano osato con la prof Cameron Diaz, qui travolta dalla faccia tosta di Elyas M’Barek, così gratuitamente e credibilmente scurrile da lasciare il segno. La strada intrapresa da Dagtekin, infatti, è quella dell’impertinenza dura e pura, con una serie di trovate maledettamente divertenti che mai daranno sosta nei 100 minuti di durata. Esagerato persino nei colori pop e nelle caratterizzazioni volutamente stereotipate dei protagonisti, Fuck You, Prof! ha il raro merito di non conoscere la parola ‘compromesso’, se non nel ‘romantico finale’ che andrà a dipingere l’immancabile lieto fine d’amore. Ma con parolacce a traino. Perché la versione italiana della pellicola non si è davvero posta alcun limite di ‘traduzione’, anzi, abbondando nella volgarità. Ma senza mai dare fastidio.
Perché questa ‘buona scuola’ tedesca trasuda disperazione. Negli insegnanti, sottopagati e umiliati da classi il più delle volte composte da ragazzi teppisti; negli studenti, sbandati perché spesso in arrivo da famiglie dissestate e frenati da un presente così fosco da strangolare qualsiasi prospettiva futura; nei presidi, tramutati in ‘super manager’ costretti a far quadrare i traballanti conti e a rientrare tra le migliori scuole del Paese visto e considerato che è attraverso il ‘merito’ che vengono assegnati i sussidi dallo Stato. Punto, quest’ultimo, che ai più farà venire in mente la nuova riforma scolastica voluta dal Governo Renzi, fortemente contestata dalle opposizioni proprio per l’eccessivo potere esecutivo affidato ai presidi. L’idea che sia invece un criminale a rimettere in piedi la sfrenata Goethe Gesamtschule, ovviamente, sa di provocazione socio-politica, anche se proprio lui, il folle M’Barek, finirà immancabilmente per ‘mutare’ insieme alla scuola stessa, migliorando nel comportamento e soprattutto andando incontro ad una prospettiva di vita lontana dalla delinquenza.
Politicamente scorretto dall’inizio alla fine, Fuck You, Prof! abbraccia un pubblico talmente vasto da motivare il clamoroso e storico successo ottenuto in patria, presentandosi con sfacciata e naturale demenzialità a varie fasce d’età, di fatto impossibilitate a resistergli.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
Fuck You, Prof! (Germania, commedia, 2013) di Bora Dagtekin; con Elyas M’Barek, Karoline Herfurth, Katja Riemann, Jana Pallaske, Alwara Höfels, Jella Haase, Max von der Groeben – uscita giovedì 15 ottobre 2015.