Home Festival di Venezia Gerontophilia: recensione in anteprima del film di Bruce LaBruce

Gerontophilia: recensione in anteprima del film di Bruce LaBruce

Festival di Venezia 2013: Bruce LaBruce presenta nelle Giornate degli Autori il suo film più “mainstream”, Gerontophilia. Una storia d’amore gay tra un ragazzo di 18 anni e un uomo di 81. Con qualche vistoso problema formale, un’opera lineare e giusta.

pubblicato 29 Agosto 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 10:30

Arrivato al Lido con l’aura di scandalo, Gerontophilia ha subito confermato quello che tutti ipotizzavano: è il film più “mainstream” di Bruce LaBruce, il provocatorio autore di L.A. Zombie. Niente scene porno, niente scene che possono turbare anche le platee dei festival, ed una linearità assolutamente inedita nel cinema dell’autore canadese.

Resta pur sempre un cinema di nicchia, quello di LaBruce, ma comunque c’è un’apertura verso un pubblico più ampio. I confini si allargano e il regista indirizza i suoi messaggi in modo più pacato, ma non “normalizzato”. Perché questo Harold e Maude in versione gay magari non crea più facili polemiche ad un festival, ma farà sicuramente discutere per l’argomento.

Lake non è un ragazzo comune: è un giovane con un’anima anziana che scopre di avere una strana fissa per gli uomini vecchi. Nonostante abbia una ragazza della sua stessa età, Desiree, Lake talvolta si chiede se la sua fissazione per gli anziani sia innaturale e morbosa, forse pure sessuale. Quando Marie, sua madre, riceve un’offerta di lavoro amministrativo in una casa di riposo, Lake prende subito la palla al balzo per un lavoro estivo.

Poco a poco, Lake scopre che ai pazienti dell’istituto viene data una droga per mantenerli in stato catatonico. Lake diventa amico di un uomo in particolare, Mr. Peabody, che pare avere ancora un po’ di forze. Tra loro si instaura un forte legame. Mr. Peabody gli confessa il sogno di vedere l’oceano un’ultima volta. Stando attento a non farsi notare dall’occhio vigile dell’infermiera Stonehenge, che si occupa delle iniezioni e delle pillole, Lake comincia a sospendere le cure a Mr. Peabody.

Quando incontriamo Lake per la prima volta sta baciando appassionatamente la sua ragazza, ma pochi minuti dopo si trova ad osservare in modo languido un anziano per strada. In piscina si trova poi a dover salvare un altro anziano che sta affogando, e mentre gli fa la respirazione bocca a bocca ha un’erezione di fronte a tutti. Però finché non rivela nulla a nessuno e tiene nascosto il suo blocchetto degli schizzi dove disegna solo corpi di anziani non c’è problema.


Ma quando Lake inizia a far visita sempre più spesso a Peabody le cose gli sfuggono di mano. Così Gerontophilia si trasforma in un coming-of-age sull’accettazione del proprio “feticismo” (parole dello stesso protagonista). Anche perché Desiree, che si definisce una “rivoluzionaria”, definisce Lake un “santo”, in quanto è il ragazzo perfetto che deve pure badare alla madre infantile e ubriacona. Però Lake non si sente affatto un “santo”…

LaBruce dà ogni tanto qualche steccata al pubblico impellicciato: si vedano le scene in cui Lake si spoglia per un vecchietto e si concede, oppure quando si masturba davanti al corpo nudo di Peabody. Ma sono solo le zampate di un autore che sa che per descrivere certe situazioni non c’è un altro modo. Detto questo, il tono di Gerontophilia è comunque tenero e amorevole, leggero e ironico.

Quello che funziona poco nel film, paradossalmente, è la confezione. Vero è che è più curata della media delle opere del regista, ma ci sono dei problemi evidenti. La recitazione del cast, se escludiamo Walter Borden (classe 1942) che interpreta Peabody, è scarsetta. Pier-Gabriel Lajoie (classe 1994), che interpreta Lake, ha il viso e il corpo adatti, ed ha la stessa “innocenza” dell’Alex di Paranoid Park. Ma ad esempio gli manca anche un po’ di studio.

Una sceneggiatura non perfettamente oliata e un abuso di musica e rallenti possono poi far storcere il naso. Ma di Gerontophilia si apprezza soprattutto che LaBruce, pur avendone le possibilità, decida consciamente di non virare mai verso la lacrima facile o la retorica. Vuole solo raccontare una storia, e lo fa in modo limpido e lineare. Così Lake capisce che può tranquillamente accettare di essere definito un “santo” lo stesso, indipendentemente dalle sue inclinazioni sessuali…

Voto di Gabriele: 7

Gerontophilia (Canada / Francia 2013, commedia 85′) di Bruce La Bruce; con Walter Borden, Katie Boland, Pier-Gabriel Lajoie, Nastassia Markiewicz, Mélodie Simard, Marie-Hélène Thibault, Yardly Kavanagh, Jean-Alexandre Létourneau, Rosalie Simard.

Festival di Venezia