Ghost Rider: meglio un documentario sulle scimmie!
Ghost Rider (Ghost Rider, USA, 2007) di Mark Steven Johnson; con Nicolas Cage, Eva Mendes, Peter Fonda, Raquel Alessi, Wes Bentley, Matt Long.Attenzione: la classifica dei peggiori cinecomix potrebbe essere stravolta! Iniziate a fare i vostri calcoli, perchè se di Mark Steven Johnson avevate già odiato Daredevil potreste avere una grossa “sorpresa”. Ci si chiede
Ghost Rider (Ghost Rider, USA, 2007) di Mark Steven Johnson; con Nicolas Cage, Eva Mendes, Peter Fonda, Raquel Alessi, Wes Bentley, Matt Long.
Attenzione: la classifica dei peggiori cinecomix potrebbe essere stravolta! Iniziate a fare i vostri calcoli, perchè se di Mark Steven Johnson avevate già odiato Daredevil potreste avere una grossa “sorpresa”. Ci si chiede com’è possibile che si facciano ancora film così, soprattutto con un genere ormai abusatissimo di cui solo alcuni film escono fuori pienamente soddisfacenti, con psicologia zero, sceneggiature da bruciare nel caminetto, interpreti da dimenticare, credibilità zero ma -ed è la cosa peggiore- di una noia mortale.
Deludente sotto ogni punto di vista, Ghost Rider è la summa del peggio che Hollywood ha saputo fare con i suoi trattamenti dei fumetti della Marvel. Siamo dalle parti di The Punisher, e chi l’ha visto nell’assolata estate del 2004 saprà bene a cosa ci si riferisce. Non bastano gli effetti speciali per catturare l’attenzione del più incallito fan (che potrebbe, a detta degli esperti, percepire senza problemi alcuni stravolgimenti della storia di partenza), se poi le situazioni sono trite e ritrite, e alcune scenette raggiungono vertici imbarazzanti.
Certo, i maschietti potranno godere della presenza di Eva Mendes, che -per dirla con un termine mereghettiano- “arreda”; ma anche per i fan di Nicolas Cage sarà impresa dura sopportarlo, con tutte le faccine improponibili che il nostro ci offre. Ghost Rider è in sostanza interminabile e anche infantile, pieno di sciocchezze da mani nei capelli (si sentono certe battute pensate per far ridere che irritano soltanto). E la colpa è senza dubbio di una regia piattissima, per niente originale, e spesso dilettantesca.
Certo, lo abbiamo praticamente detto: la sceneggiatura è penosa. Un pasticcio incredibile, un encefalogramma piatto tedioso. E guarda caso è proprio il personaggio di Cage che dà la chiave di lettura della pellicola durante la visione: in un primo momento si guarda dei documentari sulle scimmie urlatrici, il che sarebbe decisamente tempo occupato in modo migliore, e poi dice alla Mendes che “avrebbe voluto che fosse tutto diverso”. Anche noi.
Voto Gabriele: 3