Giant God Warrior Appears in Tokyo – il corto live-action dello Studio Ghibli
Dopo il trailer ecco finalmente disponibile online e in versione integrale il cortometraggio live-action Giant God Warrior Appears in Tokyo (Kyoshinhei Tokyo ni Arawaru), prodotto dalllo Studio Ghibli e diretto da Higuchi Shinji (Neon Genesis Evangelion).
Davvero impressionante questa prima incursione dello Studio Ghibli nel formato live-action che ci mostra una inerme Tokyo annientata da un mostruoso dio guerriero (materializzatosi come la creatura Kyoshinhei creata da Hayao Miyazaki nel 1984 per il lungometraggio d’animazione Nausicaa della Valle del Vento), immagini che contengono reminiscenze di Godzilla e di tutto il bestiario del filone Kaiju.
La mostruosa creatura comparsa dal nulla oscura il cielo della città come le astronavi di Independence Day restando per un po’ sospesa al di sopra dei grattacieli, in attesa, osservando la popolazione troppo indaffarata con cellulari e tablet per accorgersi della mostruosità che incombe su di loro. Una volta che la creatura avrà toccato terra la distruzione avrà inizio, con edifici che si sbricioleranno sotto la sua possente avanzata. Poi il terrore muterà in morte e distruzione con la scoperta di una natura “meccanoide” della creatura, che si trasformerà in una vera e propria arma di distruzione di massa usando una sorta di cannone laser fuoriuscitogli dalla bocca per terminare il suo lavoro e trasformare Tokio in un cumulo di macerie.
La parte finale del corto è degna di un disaster-movie hollywoodiano, ma il lavoro fatto dallo Studio Ghibli sullo scenario, per lasciare che si percepisca un nostalgico refrain visivo dei monster-movies nipponici o di serie tv come Megaloman, è davvero apprezzabile. Il corto è si un live-action, ma in realtà incorpora in se sia peculiarità degli anime (vedi la sequenza finale con il fungo atomico) e sia, come accennato in precedenza, del filone “mostri giganti” che da Godzilla a Gamera hanno fatto la storia del cinema nipponico di fantascienza e allietato l’infanzia e adolescenza di molti di noi cultori del cinema orientale.