Gigi Proietti in 10 film, citazioni, personaggi e curiosità
In occasione dei funerali di Gigi Proietti torniamo ad occuparci dell’attore e comico romano con alcune delle sue interpretazioni cinematografiche.
In occasione dei funerali di Gigi Proietti che si stanno tenendo a Roma, torniamo ad occuparci dell’attore e comico romano con una speciale classifica video che raccoglie alcune delle più note interpretazioni cinematografiche di Proietti che hanno incluso l’iconico Mandrake di Febbre da cavallo, il vanaglorioso soldato di ventura romano Meo Patacca fino alla sua ultima interpretazione, il burattinaio Managiafuoco nel Pinocchio live-action di Matteo Garrone.
Guardando la filmografia di Proietti si percepisce che il suo è stato un talento piuttosto sottovalutato dal cinema, spesso il suo istrionismo è stato sfruttato per dare corpo e anima a film che non ne avevano, fortuna però ha voluto che teatro e tv sopperissero a questa mancanza lasciano al grande schermo una manciata di memorabili interpretazioni.
1. San Colombino in Brancaleone alla crociate (1970)
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- Nel 1990 Gigi Proietti ha creato, diretto e interpretato nei panni del giardiniere la sit-com Villa Arzilla ambientata in una villa Liberty adibita a pensionato in cui vive una comunità di vecchietti benestanti.
A volte lo spettatore meno avvertito è proprio il critico. Nel ’76 con “A me gli occhi, please” ho inventato un nuovo modo di stare in scena, quello con la cassa piena di oggetti. Da allora ho fatto numerosi spettacoli, ma quello è rimasto il mio modo di stare in scena. Il repertorio è cambiato. […] Ma bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gastone. [Proietti risponde alla critica che lo accusa di ripetitività]
2. Meo Patacca in Meo Patacca (1972)
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- Gigi Proietti era anche un doppiatore di film d’animazione: negli 60 e 70 ha prestato la voce a Gatto Silvestro nei cartoni animati dei Looney Tunes e ha interpretato il genio della lampada nei film d’animazione Disney Aladdin, Il ritorno di Jafar e Aladdin e il re dei ladri.
Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.
3. Paco in La proprietà non è più un furto (1973)
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- Gigi Proietti ha diretto diverse opere liriche, tra queste allestimenti della Tosca (1983), Falstaff (1985), Le nozze di Figaro (1986 e 2005), Don Giovanni (2002), il Nabucco (2009) e la Carmen (2010).
Sa perché noi italiani abbiamo spesso tollerato la burocrazia e i suoi misfatti? […] Perché la burocrazia era la mamma, il ventre molle e accogliente nel quale sparire e riemergere il 27 di ogni mese. Tra coloro che ce l’avevano fatta c’era la granitica convinzione che ogni cosa che accadesse fuori non li riguardava.
4. Mandrake in Febbre da cavallo (1976)
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- Gigi Proietti ha vinto 3 Nastri d’argento: miglior doppiaggio maschile per Robert De Niro in Casinò (1997); migliore attore protagonista per Febbre da cavallo – La mandrakata (2003); e Nastro d’argento alla carriera (2018).
«Sono un po’ stanco di me / sempre la stessa vitaccia / qualche volta mi cambio la faccia / ma la vita rimane com’è.» Sono le parole che cantavo anni fa nella sigla di Fregoli, uno sceneggiato che la Rai dedicò al più grande trasformista di tutti i tempi nel 1981. Leopoldo Fregoli era romano come me e, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, diventò una stella di fama internazionale. Quello che sconvolgeva di lui non era tanto la sua capacità di svestirsi e imparruccarsi alla velocità della luce, quanto la sua abilità di trasformarsi in un istante, abbinando a ogni costume una voce, una gestualità e un’intonazione diverse. Sapeva essere uomo, donna, ricco, povero, straniero, italiano, ed è stato tra i primi a reggere un intero spettacolo rimanendo da solo sul palco. Per fare questo, allenarsi e imparare un testo a macchinetta non basta. Romano, trasformista, attore di one-man show: era inevitabile che la mia storia, prima o poi, incrociasse la sua.
5. Il Padreterno in Le barzellette (2004)
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- Gigi Proietti ha doppiato Ian McKellen nei panni di Gandalf nella trilogia cinematografica de Lo Hobbit. Altri attori doppiati da proietti includono Sylvester Stallone nel primo Rocky, Robert De Niro, Charlton Heston, Anthony Hopkins. Dustin Hoffman, Paul Newman e Marlon Brando.
Un giorno mio padre mi disse che mi aveva cercato un «certo Emilio Cigoli», il più grande doppiatore italiano. Doppiava le più famose star di Hollywood: tanto per capirci, era la voce di John Wayne. Lo chiamai da una cabina telefonica. Ricordo che ero a Ostia per uno spettacolo nelle scuole e alla telefonata assisté Annabella Cerliani, incuriosita come me: «Che vorrà Cigoli?». Quando lui rispose, sentii John Wayne con la sua voce calda, profonda e suadente. Stavo per rispondergli: «Ciao, John. Dove l’hai messo il cavallo?», ma mi trattenni. Non riuscivo a nascondere l’emozione. Intanto, dietro il vetro, Annabella doveva aver notato il mio disagio e cominciò a ridacchiare. Mi feci coraggio e cominciai a parlare con un tono di voce ancora più grave di quello di Cigoli. «Buongiorno signor Cigoli, desideravo proprio parlarle.» Lui si sentì sfidato, quindi abbassò ulteriormente il suo tono: «Mi dica, prego». Io, allora,scesi ancora di un’ottava e lui fece lo stesso. La telefonata finì praticamente a rutti. Il lavoro, però, lo ottenni e cominciai a collaborare stabilmente con quel «certo Emilio Cigoli». Era un vero signore, sempre molto professionale e impeccabile. Grazie a lui il lavoro di doppiatore divenne per me, a più riprese, un’ancora di salvezza.
6. Giulio Bonetti in Un’estate al mare (2008)
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- Il 30 settembre 2013 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria della città di Viterbo con la seguente motivazione: “Considerato l’enorme successo di pubblico ottenuto dalla serie televisiva Il maresciallo Rocca, nella quale Gigi Proietti, fin dal 1996, interpreta il ruolo di Giovanni Rocca, maresciallo, comandante della stazione dei carabinieri di Viterbo”.
Raccontare la propria vita non è cosa da tutti. Certo, chiunque può ricordare gli episodi, cercare di storicizzare, fare riflessioni su come passa il tempo e come cambiano le cose. Ma l’odore della povertà misto a quello del sugo della domenica, i richiami delle mamme ai figli discoli che non tornano per cena, l’allegria irrecuperabile del mercato, le chiacchiere sui marciapiedi… E poi i «faccio un goccio d’acqua» sui muri ancora freschi di calce, la partita a tressette, la vita in strada, le donne ai davanzali, i discorsi dei disoccupati… Tutto questo, come puoi farlo rivivere in chi legge se non c’era? Forse non è stato neppure come lo ricordi tu, perché nel ricordo hai enfatizzato qualcosa, e qualcos’altro hai rimosso.
7. Nino in Tutti al mare (2011)
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- Il Proietti cantante ha inciso 11 album tra cui Alleluja brava gente (1971) con Renato Rascel tratto dall’omonimo musical, Bubù (1971) inciso con Giorgio Gaber e Meo Patacca (1972) basato sull’omonimo spettacolo taetrale poi trasposto sul grande schermo.
Nella totale perdita di valori della gente, il teatro è un buon pozzo dove attingere.
8. Leonardo Sereni in Indovina chi viene a Natale? (2013)
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- Gigi Proietti è stato insignito di due prestigiose onorificenze: Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana (1991) e Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana (2003).
Ricordare è un mestiere rischioso, perché ha bisogno di stimoli forti.
9. Giovanni Passamonte in Il premio (2017)
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- Alla fine del 2013 Proietti esordisce nella scrittura, pubblicando un’autobiografia intitolata “Tutto sommato qualcosa mi ricordo”. Tra ricordi e aneddoti, l’attore ripercorre la sua storia personale e professionale, «intrecciando le gioie della vita e quelle del palco e lasciando sempre sullo sfondo la sua Roma, città eterna e fragile, tragica e ironica, cinica e innamorata».
Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.
10. Mangiafuoco in Pinocchio (2019)
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- Nel 2003 da una sua idea nasce il teatro scespiriano Silvano Toti Globe Theatre, di cui è direttore e in cui ha diretto un allestimento di “Romeo e Giulietta” e recitato in “Edmund Kean” di Raymund FitzSimons.
La comicità è una questione complessa, non basta mettere in scena una cosetta simpatica per guadagnarsi gli applausi.