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Giornate degli Autori, programma: i film in concorso e gli eventi speciali a Venezia 80

É stato presentato il programma della ventesima edizione delle ” Giornate degli Autori” che si svolgerà nell’ambito dell’80 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre.

28 Luglio 2023 10:26

É stato presentato il programma della ventesima edizione delle Giornate degli Autori che si svolgerà nell’ambito dell’80 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 30 agosto al 9 settembre. Questa edizione sarà la prima senza Andrea Purgatori, il nostro Presidente, e senza Citto Maselli che le fondò nel 2004 insieme a Emidio Greco. Sotto la direzione artistica di Gaia Furrer presenterà 10 film in concorso, 7 eventi speciali nella selezione ufficiale, 8 titoli alle “Notti Veneziane”, una serata dedicata a Jean-Marc Vallée e al cinema del Québec, 4 Proiezioni Speciali in Sala Laguna alla “Casa degli Autori”. Questa ospiterà inoltre una serie di iniziative e dialoghi in accordo con Isola Edipo e con l’apporto delle associazioni degli autori, nonché una mostra di manifesti d’epoca ispirata al progetto “100+1: cento film e un Paese, l’Italia” realizzato da Fabio Ferzetti con la collaborazione di Giuliana Gamba.

Per le “Giornate degli Autori” la ventesima edizione è una sorta di “rito di passaggio”, ben rappresentato dall’immagine dell’anno, tratta dalla performance “Doposole” di Anna Franceschini, in cui il passato dialoga con il presente, il tempo viene interrogato alla ricerca di una identità. Un’indagine che ben si accompagna alla scelta di autrici e autori che hanno il coraggio di uscire dalla loro comfort zone; registi che, come si dovrebbe fare a vent’anni, partono alla scoperta del mondo, spesso un mondo lontano da quello in cui vivono, ma che serve a meglio definire la costruzione di un’identità adulta.

“Il carattere della selezione di quest’anno – dice Gaia Furrer – è modellato intorno all’idea di scelta, al momento in cui la vita ci obbliga a decidere se andare in una direzione piuttosto che in un’altra. La parola chiave, il fil rouge che lega i film di questa selezione, è bivio, parola quanto mai appropriata per definire il lavoro delle autrici e degli autori presentati e per definire anche il nostro, da proiettare oltre i primi
vent’anni. I film scelti, pur nel loro eclettismo tematico e formale, dialogano e si intrecciano portando avanti
un discorso comune.”

“La vera ricchezza delle Giornate – dice il Delegato Giorgio Gosetti – è sempre stata la varietà delle proposte e lo spirito conviviale, amichevole, inclusivo, in cui il sostegno a talenti coraggiosi e indipendenti si collega a momenti d’incontro, ricerca, dialogo tra voci creative. Andrea Purgatori ha saputo fare proprie queste caratteristiche e nutrirle della sua umanità, di un sorriso giocoso e vitale, della sua curiosità e passione per la scoperta. Ringrazio il Consiglio direttivo e Francesco Ranieri Martinotti che oggi si fanno carico della sua eredità e ci sostengono nel proseguire al meglio il lavoro fatto. L’edizione del ventennale vuole essere il manifesto identitario di un cinema contemporaneo che guarda al nuovo e tutela la memoria. Il “triangolo d’oro” tra La Villa (dove siamo nati 20 anni fa), la Casa degli Autori con Sala Laguna e Isola Edipo, il luogo d’elezione di Andrea e di tutte le Giornate, sono oggi l’immagine di questo progetto, una realtà che rende unica la nostra proposta.”

Giornate degli Autori – Lettera per un amico

Caro Andrea,
chissà quanti dei film di quest’edizione delle Giornate ti sarebbero piaciuti; chissà per quale ti saresti accalorato nelle lunghe notti insonni a Isola Edipo tra una canzone, un sigaro, un bicchiere di vino. In questi anni, con un impegno generoso e crescente, sei stato leader e gregario di una squadra che ti calzava addosso a pennello, a cui sapevi dare il consiglio giusto, l’incoraggiamento nei momenti difficili, l’entusiasmo nei momenti più emozionanti. François Truffaut raccontava il suo mestiere come quello dell’interlocutore necessario per tutti sul set: un punto di riferimento apparentemente onnisciente e invece costretto ogni volta a inventare la soluzione giusta, all’impronta. Tu eri uguale e, per questo, irripetibile. Avevi il fiuto della notizia e ti scorreva nel sangue quel ritmo del racconto che è dello sceneggiatore, del giornalista, del narratore. Un festival vive degli stessi ritmi sincopati e dell’improvvisazione controllata di un film nel suo farsi; guidarlo, per un artista come te, ha significato capirne il battito interiore e trasformarlo in atti “forti” e impercettibili aggiustamenti che davano man forte a quelli schierati in prima linea. Arrivavi la mattina con l’aria svagata di un turista in gita e tutto notavi e annotavi; andavi al cinema e ci restituivi l’ingenua emozione di chi, grazie all’occhio di un regista, scopre mondi e vite mai visti prima; potevi scomparire senza lasciare traccia ma riapparivi sempre quando avevamo bisogno di te: a sera tarda, quando gli altri erano stremati, cavavi dal cilindro energie imprevedibili “facendo tavola” a Isola Edipo con una parola per ciascuno, uno scherzo, una curiosità, una polemica capace di infiammare gli animi. Non hai mai preso il tuo ruolo di Presidente per una sinecura o una medaglia da aggiungere alle altre di una straordinaria carriera; sapevi viverlo come spirito di servizio, a volte da mediatore, altre da ariete. Non sempre hai mostrato un carattere docile e accomodante, abbiamo spesso discusso, ci siamo talvolta scontrati su idee diverse, ma ogni volta hai saputo riportarci a una voce sola, più forte di quelle di tutti noi, la voce delle Giornate. Oggi non ci appropriamo della tua identità e della tua storia che va ben oltre gli anni vissuti insieme. Tu hai vissuto al massimo tante altre vite e ogni volta assaporandole fino in fondo. Basti ricordare che al tempo del “Muro di gomma” avevi appena 27 anni, gli stessi in cui noi muovevamo i primi passi. Forse per questo, però, non ti abbiamo mai guardato come un modello distante. Ci piacevi tanto com’eri e come oggi un filmato “rubato” da cellulare ti riporta tra noi. Ci è venuta voglia di cantare e stonare insieme a te, con un’energia vitale che non scompare e non si appanna nel ricordo. Caro Andrea, oggi è proprio come nei film: ci si incontra, si lavora insieme, si butta il cuore, il sonno, l’energia oltre l’ostacolo e poi arriva il momento in cui tutto finisce, di colpo, all’ultimo ciak. Ci piace sapere che – come dicevi tu – quel momento ne prepara un altro, il prossimo film in cui saremo di nuovo insieme. Oggi abbiamo girato la prima scena, ma il film è appena cominciato. Adesso non sappiamo come, non sappiamo quando, ma siamo sicuri che sarai con noi. – Gaia Furrer, Giorgio Gosetti

Venezia 80 – Giornate degli Autori 2023

I FILM IN CONCORSO E GLI EVENTI SPECIALI

“Le Giornate degli Autori” compiono vent’anni, escono dall’adolescenza, fanno i primi conti con un segmento di passato e gettano le basi per l’avvenire. E noi festeggiamo questo importante compleanno con autrici e autori che hanno il coraggio di uscire dalla loro zona di comfort.

Gli oceani sono i veri continenti (Los océanos son los verdaderos continentes)

A partire dal film di apertura del Concorso internazionale delle Giornate degli Autori, Gli oceani sono i veri continenti (Los océanos son los verdaderos continentes), esordio al lungometraggio del regista milanese Tommaso Santambrogio. Il film, co-produzione italo-cubana, è integralmente ambientato a Cuba e della Cuba contemporanea riesce a restituire malinconia e vitalità, speranze e sogni perduti, attraverso una storia che tocca tre generazioni.

Viaggio in Giappone (Sidonie au Japon)

La regista francese Élise Girard si trasferisce in Giappone per il suo terzo lungometraggio,Viaggio in Giappone (Sidonie au Japon). Bisogna andare in capo al mondo per ritrovare se stessi? Per Sidonie, magnificamente interpretata da Isabelle Huppert, pare proprio di sì. In un luogo sconosciuto e impenetrabile, in un continuo alternarsi tra passato e presente, tra fantasmi e persone reali, la donna ritrova senso e identità perduti.

Kanata no uta (Following the Sound)

Restiamo in Giappone con Kyoshi Sugita, uno dei nomi più interessanti del cinema asiatico contemporaneo che in Kanata no uta (Following the Sound) affronta, con uno stile lineare, semplice ma mai semplicistico, il tema dell’empatia e dell’altruismo. Qui una ragazza solitaria osserva il dolore nei volti di sconosciuti, altrettanto solitari, che poi si trasformano in persone familiari da abbracciare.

Milk (Melk)

La sofferenza ritratta dall’esordiente olandese Stefanie Kolk in Milk (Melk) potrebbe apparire come un muro invalicabile che non offre alcuna speranza. Ma donare agli altri ciò che la sorte ha reso inutile per se stessi – in questo caso il latte materno destinato a un bambino mai nato – è un segnale probabilmente spiazzante, sicuramente forte. Ed è l’indicazione, non retorica, ma pratica, di un voler rinascere con gli altri.

Through the Night (Quitter la nuit)

La belga Delphine Girard in Through the Night (Quitter la nuit), sorta di sequel del cortometraggio Une sœur che le valse la candidatura agli Oscar 2020, è lucida e mai retorica nel narrare l’indagine poliziesca che ruota attorno a una violenza di stupro e riesce a restituire la forza salvifica di un sodalizio femminile (in questo caso tra la vittima e la poliziotta).

Foremost by Night (Sobre todo de noche)

Un figlio, una madre biologica, una madre adottiva. La più classica delle triangolazioni narrative che portano al conflitto. E invece il basco Víctor Iriarte Foremost by Night (Sobre todo de noche), rompendo convenzioni letterarie e con l’aiuto delle straordinarie interpreti Lola Dueñas e Ana Torrent, formula il racconto di un’alleanza sorta per cercare e difendere il senso autentico delle relazioni, anche di quelle che spesso sono intrappolate in vincoli burocratici costruiti da chi non pensa ai sentimenti.

Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person (Vampire humaniste cherche suicidaire consentant)

La canadese Ariane Louis-Seize è interprete di un cinema indipendente e di genere e in Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person (Vampire humaniste cherche suicidaire consentant) mette in scena una giovanissima vampira malata di empatia. Rifiuta di nutrirsi perché ucciderebbe, sovvertendo dunque la regola scritta da chi per vivere si sente autorizzato a sopraffare il prossimo.

Backstage

E parlano di sodalizi ed alleanze artistiche due film pur molto distanti tra loro, il marocchino Backstage di Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane e il greco The Summer with Carmen (To kalokairi tis Karmen) di Zacharias Mavroeidis. Nel primo, sorta di road movie danzante che si avvale delle bellissime coreografie del belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui, i registi si addentrano nella vita di una compagnia di ballo e di questa svelano le dinamiche interne tra piccole vendette e regolamenti di conti, segreti e confessioni. Il secondo è una commedia apertamente queer che esplora il significato di varie relazioni, tra cui quelle con la famiglia, i partner, gli amici e gli animali domestici e racconta di due amici che si godono una giornata nella spiaggia gay di Atene collaborando a un’idea di lungometraggio.

Snow in Summer (Wu yue xue)

A una presa di coscienza collettiva si affida Snow in Summer (Wu yue xue) di Chong Keat Aun. Fantasmi di una tragedia passata che nel presente provano a riproporsi per riportare alla luce il rimosso. I massacri della storia spesso sono dimenticati. E allora un regista dalla Malaysia sfida il silenzio con l’immaginazione e con un linguaggio personale.

The Sun Will Rise (Aftab mishavad)

Dal teatro di strada di Chong Keat Aun alla commedia greca di Aristofane (Lisistrata) come fonte di ispirazione per il regista iraniano Ayat Najafi. Dal concorso agli eventi speciali, permane il serrato confronto tra vita e arte. The Sun Will Rise (Aftab mishavad), film che inaugura il nostro fuori concorso, racconta di una potente e complessa ribellione, del rischio della vita, delle repressioni, di libertà da conquistare, di donne che si prendono in carico il compito di sovvertire regole che non sono state scolpite sulla pietra e che dovrebbero, al più presto, dissolversi per una volontà generale.

Photophobia

Due registi slovacchi, Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík (Photophobia), arrivano in Ucraina. Tra le rovine di una guerra devastante decidono di assumere un punto di vista alternativo, quello dei bambini che hanno trovato riparo in una stazione della metropolitana. Non hanno intenzione di nascondere nulla, semplicemente inseguono il quotidiano nella distruzione, pedinano la vita ostinata.

The Zola Experience (L’expérience Zola)

Gianluca Matarrese in The Zola Experience (L’expérience Zola) ci porta in un altrove linguistico e letterario dove lavora con una coppia di attori teatrali francesi e con loro percorre il tragitto che dalla realtà porta alla finzione e viceversa in uno scambio continuo tra arte e vita.

Bye Bye Tiberias (Bye Bye Tibériade)

La regista franco-palestinese Lina Soualem Bye Bye Tiberias (Bye Bye Tibériade) compie un percorso a ritroso nel tempo, incontrando sua madre, la nota attrice Hiam Abbass, e le altre donne che compongono una grande famiglia, quelle che hanno vissuto nella Palestina del secolo scorso, tra guerre, speranze, ingiustizie, diaspore e quella fiera volontà di restare per affermare la propria presenza.

L’avamposto

Un altro regista italiano, Edoardo Morabito (L’avamposto), si mette in movimento, prende la direzione della foresta amazzonica per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese che all’Amazzonia ha dedicato la sua vita. Il mondo così com’è ora non corrisponde ai nostri desideri. O meglio, i nostri desideri non dialogano con le nostre pratiche e quel mondo reagisce, muta, talvolta diventa inospitale. Si può cambiare rotta? Possiamo affidarci agli ideali di chi pare destinato a una grandiosa sconfitta?

This is how a child becomes a poet

E poi, la celebre regista francese Céline Sciamma, Presidente di giuria della scorsa edizione, ci fa omaggio di un breve film girato a Roma in modalità produttiva completamente autonoma e avvalendosi del contributo artistico della cantante Chiara Civello: un piccolo gioiello legato al nome di Patrizia Cavalli (This is how a child becomes a poet).

21 days until the end of the world

Lo stesso giorno, alla stessa ora, nella stessa sala, Sciamma si troverà accanto a Teona Strugar Mitevska (21 days until the end of the world). Anche la regista macedone ha deciso di regalare qualcosa al pubblico, un diario intimo, una riflessione politica, un atto di ribellione. E chi meglio di Mitevska e Sciamma per l’insubordinazione?

Coup! (Photo Credit Spencer Pazer. Chloe Ta)

Film di chiusura fuori concorso è lo statunitense Coup! di Austin Stark e Joseph Schuman con Peter Sargsaard. Protagonista è un piccolo gruppo asserragliato in una villa nel 1918 per proteggersi dall’Influenza Spagnola in preda agli istinti umani dai quali dovremmo liberarci. Egoismi, ambizioni, sotterfugi, trame oscure, tradimenti. Saremo mai in grado di essere migliori?

Notti Veneziane – L’indispensabile tempo delle storie

I FILM DELLE NOTTI VENEZIANE

Torna la finestra annuale dell “Giornate degli Autori” dedicata al cinema italiano d’autore con la sezione off Notti Veneziane, realizzata dalle Giornate degli Autori in accordo con Isola Edipo, che restituisce uno sguardo in presa diretta sugli immaginari che animano la produzione audiovisiva contemporanea del nostro paese. Quest’anno il filo che ci conduce all’interno della selezione, composta da 8 titoli di cui 5 film documentari e 3 film di finzione, è costituito dal rapporto con il tempo come elemento che genera una tensione narrativa all’interno delle storie in cui ci immergiamo.

A fronte di un’epoca frammentata e dalla velocità inaudita, ritroviamo al centro della riflessione cinematografica che qui presentiamo la necessità di riappropriarsi del tempo come luogo organico e indispensabile di storie personali e storie collettive. Uno spazio ritrovato che diventa politico nella misura in cui restituisce a chi se ne riappropria: possibilità di elaborazione, di crescita, di transizione, di conoscenza, di resistenza, di incontro e comprensione.

L’invenzione della neve

A partire dal film di apertura, L’invenzione della neve di Vittorio Moroni – con la rivelazione di quest’anno: la bravissima Elena Gigliotti accanto a un consolidato Alessandro Averone -, il tempo costituisce una trama scomposta di possibilità che avvicinano o mettono distanza tra i personaggi e i loro desideri e le loro responsabilità sullo sfondo di un quadro familiare attraversato da amori, tensioni erotiche, genitorialità faticose, contraddizioni e conflitti irrisolvibili.

Across

Continuando con il lavoro della regista più giovane della selezione, Irene Dorigotti, che con il suo Across, come in un romanzo di formazione, ci rende partecipi di una crisi di natura esistenziale a fronte del ritrovamento di un tesoro antico di sonorità e fotogrammi provenienti dai viaggi realizzati nei meandri più reconditi del mondo dal proprio nonno, fondatore della prima agenzia di viaggio italiana. Riconnettendosi alle memorie di famiglia, che in qualche modo sono le memorie delle culture del mondo, Dorigotti attraversa una profonda crisi spirituale che la porta a mettere in discussione la propria fede pure se granitica.

Frammenti di un percorso amoroso

Il tempo è detonatore narrativo per un’altra delle registe presenti quest’anno alle Notti: Chloé Barreau che in Frammenti di un percorso amoroso realizza un peculiare autoritratto più che sentimentale, attraverso la raccolta delle molte e composite testimonianze da parte dei variegati amori della sua vita – dagli adolescenziali fino agli attuali – recuperando un’interezza e un’organicità che solo i sentimenti di chi ci ha amate e amati possono darci.

Semidei (Flesh and Bronze)

Siamo portati in un’altra immersione, verticale, nel tempo della Storia, da Semidei (Flesh and Bronze) di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta in cui mito, archeologia sottomarina, arte riemersa, primato storico, umanità locale, si raccolgono nel rapsodico sorprendente rievocare il ritrovamento miracoloso di due statue ultra bimillenarie detti Bronzi di Riace, avvenuto 40 anni fa nel Tirreno sudcalabrese.

Casablanca

Altri luoghi perno del tempo che scorre: Adriano Valerio in Casablanca racconta la storia della forse impossibile relazione tra un uomo marocchino e una donna italiana vissuta ai margini della realtà per quasi dieci anni, restituendo con il cadenzato tempo del suo sguardo parvenza di continuità alla frammentazione dolorosa che sostanzia e attraversa la vita dei due protagonisti.

Con la grazia di Dio (Photo Credit @GialucaBazzoli)

Il tempo attraversa anche la finzione nel film di Alessandro Roia Con la grazia di un Dio in cui Tommaso Ragno, protagonista nel ruolo di un uomo fuggito dal suo passato, deve tornare nella dedalica e misteriosa Genova, sua città di origine, causa la morte forse sospetta dell’amico di gioventù le cui ultime ambigue tracce di vita sono da cogliere soprattutto dai racconti della fidanzata, interpretata dalla sempre bravissima Maya Sansa.

Anna

La riconnessione con le origini in un rapporto di continuità tra presente e passato è centrale anche in Anna di Marco Amenta ove la protagonista, una ferina ed espressiva Rose Aste, vera scoperta interpretativa, si muove con sensuale furore per ribellarsi alle rigidità tipiche di una comunità pastorale dell’entroterra sardo, nel tentativo faticosissimo di proteggere i confini dei propri terreni appellandosi a consuetudini ancestrali di rapporti umani attaccati da speculazioni e accordi prepotenti.

Le mie poesie cambieranno il mondo

A chiudere il cerchio del tempo è il dialogo nudo e leggero realizzato da Annalena Benini e Francesco Piccolo con la poetessa Patrizia Cavalli in Le mie poesie non cambieranno il mondo. In uno scambio mai contraffatto e dove le mediazioni stanno quasi a zero, Patrizia Cavalli ci porta a pie pari in un tempo di vita che si espande nello spazio della poesia e ci restituisce la possibilità dell’eternità.

Il poster ufficiale

Promosse dalla Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura per iniziativa di ANAC e 100autori, coordinate dal Delegato Generale Giorgio Gosetti con la presidenza ad interim di Francesco Ranieri Martinotti, le Giornate riaffermano il loro ruolo di voce indipendente e autonoma in accordo con la Fondazione La Biennale di Venezia e si realizzano grazie al generoso sostegno della SIAE, che assegnerà il Premio al talento creativo e il Premio alla carriera, da quest’anno intestato ad Andrea Purgatori su iniziativa del Presidente Salvatore Nastasi; di Miu Miu, cui si deve il progetto “Women’s Tales”; del Parlamento Europeo con il programma “27 Times Cinema” e le attività del LUX Audience Award; del nuovo main media partner The Hollywood Reporter Roma; di partner e sponsor tecnici che oggi rappresentano una esemplare realtà di collaborazione tra pubblico e privato a favore della cultura.

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