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Giorno 3 a Venezia 2009: Tetsuo the Bullet Man – Prince of Tears

Non c’è stato solo Werner Herzog nel terzo giorno della Mostra di Venezia. In concorso sono passati i primi due film orientali, che sembrano non aver però catturato il pubblico… Tetsuo the Bullet Man – di Shinya Tsukamoto (Concorso) Anthony è un uomo in carriera, ha una moglie, Yuriko, e un figlio, Tom. Un giorno

5 Settembre 2009 06:41

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Non c’è stato solo Werner Herzog nel terzo giorno della Mostra di Venezia. In concorso sono passati i primi due film orientali, che sembrano non aver però catturato il pubblico…

Tetsuo the Bullet Man – di Shinya Tsukamoto (Concorso)
Anthony è un uomo in carriera, ha una moglie, Yuriko, e un figlio, Tom. Un giorno Tom viene investato senza pietà da uno sconosciuto. La moglie pretende giustizia, ma Anthony sembra quasi freddo e distaccato. Inizia per lui una serie di scoperte sul passato di suo padre e di sua madre, morta di cancro, che lo convolgono direttamente. E inizia la sua trasformazione…

Dopo i due Nightmare Detective, Tsukamoto riprende Tetsuo per dirigerne il terzo capitolo, il primo in lingua inglese e realizzato con mezzi più moderni. Già Tetsuo II sembrava un film realizzato più per il fan che per un pubblico più vasto, con la novità comunque di voler raccontare qualcosa di più sul perché della trasformazione del protagonista, e quindi con la voglia di aggiungere qualcosa di nuovo rispetto al primo, strepitoso ed indimenticabile capitolo originale.

Ma questo Tetsuo 3 non ha neanche l’urgenza di voler dire qualcosa in più, qualcosa di inedito, e sembra definitivamente destinato solo agli appassionati della trilogia e di Tsukamoto. E’ una rivisitazione ripulita e tecnicamente migliorata di molte situazioni già viste nei precedenti episodi, con una struttura della storia che non può non ricordare il secondo episodio.

Tutto deludente, quindi? No, perché lo stile martellante, veloce, con un gran sonoro e delle musiche ritmiche (anche qui, comunque, ancora un ritorno, quindi niente di nuovo sotto il sole) riescono ancora a tenere desta l’attenzione. E il cattivo interpretato da Tsukamoto questa volta è davvero cattivissimo, con il suo continuo mettere in gioco dubbi e moralità. Notevole anche l’immagine della metropoli spazzata via. Ma l’idea che questo capitolo sia stato dettato da una carenza di idee resta. Al di là che il film possa anche piacere.

Prince of TearsLei wangzi (Prince of Tears) – di Yonfan (Concorso)
Taiwan, anni ’50. E’ il periodo noto come “Terrore Bianco”: regna sovrana la campagna comunista, senza pietà alcuna, che ha provocato migliaia di morti. Due giovani sorelline di punto in bianco si ritrovano senza i genitori, catturati a causa del loro presunto tradimento in favore delle forze rosse. Da qui la storia segue le loro vicende e quelle di quattro personaggi, intrecciate tra di loro dal filo della passione e della Storia…

Lo stile di Yonfan è a suo modo inconfondibile, e per questo è sia apprezzato da una nicchia di appassionati, soprattutto per i suoi film a tematica omosessuale (di cui c’è traccia anche in questo film, anche se in modo molto limitato), che poco sopportato da altri. Colori, delicatezza e passione sono i tratti che identificano subito alcuni suoi film, e Prince of Tears non fa differenza.

E’ probabile che il nuovo Yonfan non si possa tacciare subito come brutto film, ma ha poco per cui farsi ricordare. E si ha come l’impressione che il voler intrecciare Storia e destini dei personaggi, legati dagli affetti, da rapporti che si scoprono man mano e dalla passione, non dia un carattere definitivo al film. E’ diviso in due parti, di cui la prima è molto più lunga della seconda: ma è quasi una postilla in cui tutti i nodi devono venire al pettine, tentando di risolvere all’ultimo molte questioni.

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