Giorno 5 a Venezia 2009: Capitalism a Love Story – White Material
Capitalism: A Love Story – di Michael Moore (Concorso) E’ in gran forma Michael Moore con il suo nuovo film, a due anni di distanza dall’acclamato Sicko. E questa sembra la conclusione perfetta di un percorso che ha voluto narrare le contraddizioni del sistema di un paese che, dichiarandosi democratico, ha però spesso dimostrato tutto
Capitalism: A Love Story – di Michael Moore (Concorso)
E’ in gran forma Michael Moore con il suo nuovo film, a due anni di distanza dall’acclamato Sicko. E questa sembra la conclusione perfetta di un percorso che ha voluto narrare le contraddizioni del sistema di un paese che, dichiarandosi democratico, ha però spesso dimostrato tutto il contrario.
A 20 anni di distanza dal suo primo bellissimo documentario, Roger & Me, Moore ritorna in campo finanziario per illustrare quelli che secondo il suo modo di vedere sono i problemi del sistema capitalistico, e perché si possa senza peli sulla lingua definirlo il Male. E per fare questo prova a far vedere come capitalismo strida con democrazia, e anche con i valori cristiani di cui gli States vanno fieri.
In mezzo c’è modo di ripercorrere tappe fondamentali della Storia americana, da Roosvelt all’edonismo reaganiano, dal passaggio da Bush a Obama, a cui Moore dedica una parte del film molto commovente. Capitalism: A Love Story è un film particolarmente arrabbiato, in cui Moore sembra mettersi un po’ più da parte rispetto ai lavori precedenti per lasciare che parlino testimoni e immagini. Da dire sul tema ce n’è tantissimo. E si resta spesso a bocca aperta. (Qui il trailer).
White Material – di Claire Denis (Concorso)
La Denis, questa volta in concorso dopo essere rimasta fuori dalla competizione l’anno scorso con il bellissimo 35 Rhums, non si smentisce e crea un’opera affascinante, bella e cruda. E ritrova il suo Camerun, di cui sfrutta l’ambientazione e i colori, tra il verde e il marrone, unendolo ad una colonna sonora molto vicina al precedente film.
White Material racconta la violenza e la paura di una terra, devastata da odio e ribellione, e lo fa con una carica che striscia sotto la pelle, in un climax impattante che raggiunge il culmine nel cattivo e crudele finale.
Ovviamente Isabelle Huppert è un’attrice che qualunque cosa faccia la rende oro, e qui non è da meno. Ma c’è anche un redivivo Christopher Lambert, a suo agio nei panni dell’ex marito della Huppert che vuole tentare la fuga in Francia.