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Giorno 9 a Venezia 2009: The Traveler – Foxes – La doppia ora

Al Mosafer (The Traveler) – di Ahmed Maher (Concorso) La vita in tre atti: giovinezza, maturità e vecchiaia. Gli unici tre giorni speciali per un uomo in una vita ordinaria, se non piatta. Il filo conduttore? L’amore. Sono questi gli ingredienti del film che Maher porta in concorso a Venezia 66, ad un anno dalla

11 Settembre 2009 10:00

Al Mosafer Ahmed Maher

Al Mosafer (The Traveler) – di Ahmed Maher (Concorso)
La vita in tre atti: giovinezza, maturità e vecchiaia. Gli unici tre giorni speciali per un uomo in una vita ordinaria, se non piatta. Il filo conduttore? L’amore. Sono questi gli ingredienti del film che Maher porta in concorso a Venezia 66, ad un anno dalla morte del grande rappresentante del cinema egiziano, ovvero Chahine.

Ma rispetto al maestro, Maher non possiede la stessa intensità e allo stesso tempo la stessa “leggerezza” nell’affrontare i suoi temi importanti, e il film affonda in troppa voglia di autorialità, con la sua lunghezza e un pizzico di pretenziosità di troppo.

Uno dei problemi forse sta anche nella struttura stessa del film. Se già è difficile appassionarsi alla storia del nostro personaggio per il ritmo “blando”, dividere la pellicola in tre episodi smorza il coinvolgimento, facendo ripartire il tutto. Non convince.

foxes

Listicky (Foxes) – di Mira Fornay (Settimana della critica)
Ecco un film particolarmente difficile, per quei cinefili che vogliono vedere qualcosa di puro, difficilmente coinvolgente, come se il cinema dei Dardenne si complicasse e non avesse punte emotive.

Per questi motivi, chi non vuole un film del genere difficilmente riuscirà ad orientarsi nelle vicende di Azbeta, ragazza slovacca arrivata a Dublino per stare con la sorella, ma con la quale non c’è grande comprensione. Bisogna aspettare la fine per entrare davvero dentro al film. Per alcuni, un po’ troppo tardi.

la doppia ora foto film

La doppia ora – di Giuseppe Capotondi (Concorso)
E’ una pellicola abbastanza riuscita l’opera d’esordio di Capotondi, che ai selezionatori di Venezia è piaciuto talmente tanto da aver deciso all’ultimo di inserirlo addirittura nel concorso. E, soprattutto rispetto ai molti film passati nelle ultime edizioni in corsa per il Leone d’Oro, il risultato ha un suo perché.

Incomincia con l’incontro tra i due personaggi ad uno speed-date, poi il tutto assume toni da noir, poi da mistery-thriller dalle punte horror. A metà film succede qualcosa, c’è un colpo di scena (forse arrivato un po’ in anticipo? Una seconda visione dovrebbe cacciare via i dubbi) che rimescola letteralmente le carte in tavola: la prima parte tuttavia è migliore della seconda.

Capotondi ha un certo talento, e speriamo lo coltivi per bene e ci offra opere di grande valore. Intanto La doppia ora già dimostra qualche bel motivo per seguire il regista. Per quel che mi riguarda, mi basta anche solo una scena: quella in cui la protagonista, in casa, con la luce della lampadina che pian piano va via, passa un bel momento di terrore. Straordinaria la coppia formata da Filippo Timi e Ksenia Rappoport. Qui l’enigmatico trailer.

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