Giuseppe Tornatore: “E’ dall’84 che penso a La migliore offerta”
Dichiarazioni del grande regista siciliano, candidato a ben 13 David di Donatello con il suo La migliore offerta.
Sembra ieri quando uscì nei cinema Nuovo Cinema Paradiso, eppure sono già passati 25 anni e Giuseppe Tornatore nel frattempo è diventato uno dei più acclamati registi di tutto il mondo, ambasciatore del cinema italiano all’estero e che ora, con la sua ultima fatica La migliore offerta, è candidato a ben 13 David di Donatello. Nato a Bagheria (Palermo) nel ’56, esordì a trent’anni con Il camorrista con Ben Gazzara per poi vincere l’Oscar con il già citato Nuovo Cinema Paradiso: da lì in poi altri grandi film e altrettanti successi, come L’uomo delle stelle, La leggenda del pianista sull’oceano e Malena, fino ad arrivare a La migliore offerta, con Geoffrey Rush, apprezzato sia dal pubblico che dalla critica.
Il regista, nonostante una carriera ormai trentennale, ha girato solo 11 film, poco più di uno ogni due anni e in una recente intervista al quotidiano Il Giornale, ha così spiegato la sua non eccessiva produzione, per la quale è stato scherzosamente accostato a Malick:
“Malick ultimamente si è messo a correre… La mia media biologica è un film ogni 18 mesi, anche se tra Malena e La sconosciuta sono passati sei anni.”
Quando gli viene chiesto quale tra le storie raccontate è stata la più sofferta, non esita a citare proprio l’ultima “creatura”, il cui primissimo soggetto risalirebbe addirittura all’84, perché
“Quando ho un’idea la conservo. Se dopo un po’ anche un mese o un anno mi torna in testa vuol dire che era buona e ci lavoro su. Se non riaffiora non era valida.”
E tra i suoi film non ha grossi rimpianti e non c’è nulla che non rifarebbe, tranne una piccola correzione:
“Li rifarei tutti, però modificherei il mio terzo film Stanno tutti bene. I cinque figli che Mastroianni va a trovare li ridurrei a quattro.”
Per qunto riguarda i film degli altri ci si aspetterebbe, da un artista della sua caratura, un censore terribile, invece…
“A me i film piacciono tutti, sono di bocca buona, uno che vede il bicchiere sempre mezzo pieno. Non sopporto chi va al cinema per stroncare. Quell’inquadratura è sbagliata, Il protagonista non va bene, questo no e quest’altro neanche. Specie se sono critiche preconcette.”
Se Tornatore ammette pudicamente di non riguardare mai i propri film per i suoi classici preferiti il regista trova sempre tempo:
“Gli Argonauti, non perché sia un capolavoro, ma è il primo flm che ho visto da solo, a sette anni. E lo riguardo quasi tutti gli anni. Tempi Moderni l’ho visto almeno trenta volte, poi Salvatore Giuliano e Le mani sulla città, tutti e due una ventina di volte.”