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Gli amanti passeggeri: Recensione in Anteprima

La trentennale carriera di Pedro Almodovar andrebbe divisa in due parti. La prima, che va dal folgorante ed irriverente esordio di Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio allo straordinario e forse irripetibile Donne sull’orlo di una crisi di nervi; e la seconda, che salta a piè pari quasi tutti gli anni 90 per poi impattare con Tutto su mia madre, titolo svolta di una filmografia che da questo momento in poi cambia del tutto registro. Perché arrivano gli Oscar, i premi e la consacrazione internazionale.

pubblicato 14 Marzo 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 16:45

Il trasgressivo Pedro degli esordi, quello della movida madrilena degli anni 80, tutto trans, drag, gay, sesso e divertimento, cede al passo ad un Almodovar più maturo e d’autore. E’ qui che il regista cavalca con sapienza il melò, realizzando capolavori indiscussi che ammaliano la critica ed ampliano a dismisura il suo pubblico. Tanto da fargli dimenticare quegli inizi così colorati ed eccessivi. Fino ad oggi.

Perché dopo aver spiazzato con La pelle che abito, Pedro torna a casa, con coraggio e sfrontatezza, realizzando la sua prima ‘reale’ commedia da un quarto di secolo a questa parte, ovvero dal già citato e ovunque idolatrato Mujeres al borde de un ataque de nervios. Peccato che Gli amanti passeggeri, accolto in patria da incassi record, ci conceda innegabilmente un Almodovar esilarante ed eccessivo ma tendenzialmente leggero. Troppo leggero, per poter davvero competere con l’Almodovar di 30 anni fa.


Un aereo in volo verso Città del Messico, con oltre 15 ore di viaggio davanti a se’. Peccato che un incredibile guasto tecnico trasformi il viaggio in un’Odissea sopra i cieli di Spagna, costringendo l’aeroplano a girare a vuoto. Uno dei 4 carrelli non funziona più. L’aereo non può atterrare. Quindi come fare? Facile. Bisogna attendere l’allestimento di una pista di atterraggio d’emergenza. Ma nell’attesa c’è da volare, cercando di non far scatenare il panico a bordo. Per riuscirci, ovviamente, il surreale personale dovrà provare ad intrattenere i passeggeri…

Splendidi titoli di testa color pastello, ingresso immediato in scena dei due camei forti della pellicola, ovvero Antonio Banderas (doppiato da cani) e Penelope Cruz, una goccia di sangue e via. Si sale sull’aereo più queer del mondo grazie a colui che ha avuto la forza, il coraggio e le capacità di cavalcare un genere nei lontanissimi anni 80, quando ciò sembrava impensabile. Omaggiando continuamente quei tempi ormai andati, Pedro Almodovar si prende una rapida pausa dal cinema impegnato di questi ultimi 3 lustri, divertendosi sfacciatamente.

Perché Gli amanti passeggeri trasuda cinema ‘almodovoriano’ dalla prima all’ultima scena. Come in Donne sull’orlo di una crisi di Nervi ci ritroviamo in uno spazio chiuso, con tot personaggi costretti ad interagire tra loro, in un tripudio di situazioni al limite dell’imbarazzo. Se 25 anni fa tutto o quasi prese vita in un appartamento, ora siamo su un aereo, che gira su se stesso sopra il cielo di Toledo, in una sorta di labirinto decisionale, nella speranza che l’atterraggio di fortuna sia salvifico e non distruttivo. Una metafora, ovviamente, sull’attuale situazione politica spagnola, da anni in crisi economica e sempre più sull’orlo del precipizio, tanto da volare in bilico tra la vita e la morte. Nel dover pennellare i personaggi principali del suo film, Almodovar esagera volutamente con le varie caratterizzazioni, grazie anche all’immancabile uso di dialoghi sboccati e a dir poco svitati. Si parla di sesso e droga, di erezioni ed alcool, di rapporti bisessuali ed omosessuali, di 69 e sesso orale, di bondage Reale e prostituzione, mentre i passeggeri in economy sono stati tutti drogati-addormentati, a differenza di quelli in business, ovviamente svegli e tesi, perché consapevoli che qualcosa non sta andando per il verso giusto.

Ed è proprio il film di Almodovar, purtroppo, a non andare per il verso giusto. Perché la pellicola stenta soprattutto in fase di scrittura, affondando dinanzi ad una leggerezza a tratti disarmante, perché ripetuta, ostentata e facilmente evitabile. Come se non fosse riuscito ad andare oltre ad alcune spassose e geniali ‘scenette’ (imperdibili i dialoghi tra il personale di bordo, piloti compresi), il regista inciampa pericolosamente sulla costruzione dell’intera storia, che sbanda pericolosamente per 10 minuti buoni a causa di un ‘salto’ cinematografico di tipo ‘telefonico’ dal cielo alla Terra, totalmente gratuito, lento e inatteso, anche perché dimenticato nel corso della pellicola. Se i tre stuart apertamente omosessuali fanno furore, con l’ex Benigno di Parla con Lei Javier Cámara e un fantastico Carlos Areces a dominare la piazza, il grande Pedro da’ sfogo al proprio lato glbtq inscenando una vera e propria scena ‘drag’ sulle note della trascinante ‘I’ m so excited‘, a cui far seguire poco più tardi un delirante momento a tinte porno sotto ‘mescalina’, che vedrà metà aereo sfogare qualsiasi tipo di istinto sessuale.

In un trionfo di promiscuità bisex, tra ex alcolisti, amanti, sensitivi che prevedono il futuro afferrando i ‘pacchi’ dei diretti interessati, truffatori, sicari, sposini sonnambuli e vergini, Pedro ritrova i propri ingredienti di un tempo, ma senza la mano da ‘chef’ che negli anni 80 lo rese unico nel suo genere. Perché ne Gli amanti passeggeri manca quell’amalgama e quella costante qualità di scrittura che hanno spesso caratterizzato le sceneggiature del regista, in questo caso quasi in ‘avaria’ e tutt’altro che costante lungo i 90 minuti di durata, tanto da ‘saltare’ continuamente da un gag all’altra, tra una battuta riuscita ed una meno, tra una ‘scheccata’ e una rivelazione. “Sto perdendo il controllo e mi piace“, cantano le Pointer Sisters di I’m So Excited, momento coreografico già diventato stracult grazie al trailer di lancio, per un concetto purtroppo applicabile all’intero titolo di Pedro.

Perché perso nuovamente il controllo dopo 15 anni di assoluta stabilità, che ha fatto rima con Oscar e riconoscimenti vari, il cinema di Almodovar è sicuramente tornato ad essere quello sfavillante, gayo, divertente ed eccessivo di una volta, ma senza riuscire a farsi piacere come un tempo, causa barcollante tenuta e ingombrante leggerezza. Ed è un peccato, perché questo Pedro, anche se palesemente difettoso, rimane comunque assolutamente inimitabile.

Voto di Federico: 5,5
Voto di Gabriele: 5

Gli amanti passeggeri (Los amantes pasajeros, Spagna, commedia, 2013) di Pedro Almodovar; con Penelope Cruz, Antonio Banderas, Cecilia Roth, Paz Vega, Lola Dueñas, Blanca Suárez, Guillermo Toledo, Hugo Silva, Javier Cámara, Antonio de la Torre, José María Yazpik, Carmen Machi, Carlos Areces, Miguel Angel Silvestre, Raúl Arévalo, José Luis Torrijo, Laya Martí, Bárbara Santa Cruz, Pepa Charro, María Morales – uscita giovedì 21 marzo 2013qui il trailer italiano