Hiroshima mon amour – al cinema in versione restaurata
Il capolavoro di Alain Resnais e gli afflati della Nouvelle Vague, tornano al cinema nella versione restaurata in 4K di “Hiroshima mon amour”, subito con una recensione e tante curiosità, maturate per più di mezzo secolo.
Da cinquantacinque anni il viaggio della memoria tra presente e passato di Hiroshima mon amour, continua a fluttuare con corpi abbracciati, passioni travolgenti, orrori della guerra e una struttura frammentaria stilisticamente innovativa, che ha cambiato la storia del cinema e salutato la nascita della Nouvelle Vague.
Il primo raffinato lungometraggio di Alain Resnais, scomparso lo scorso marzo, poco prima dell’uscita in sala di Aimer, boire et chanter. La prima sceneggiatura da candidatura all’Oscar di una scrittrice del calibro di Marguerite Duras.
Un capolavoro di modernità, esploso come una bomba al 12º Festival di Cannes, che viaggia tra passato e presente, la giapponese Hiroshima e la francese Nevers, amore e guerra, passione e disperazione, realtà e poesia, con l’innovativo e sorprendente uso dei flashback.
Un film senza tempo, riportato allo splendore originale del bianco e nero fotografato da Michio Takahashi e Sacha Vierny, con il restauro internazionale in 4K coordinato dalla Cineteca di Bologna, eseguito presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2013, con la supervisione di Renato Berta. Da oggi di nuovo sui grandi schermi delle sale del Circuito Cinema dell’intero territorio nazionale.
Il restauro che restituisce l’estetica, insieme all’essenza, di due corpi abbracciati e indistinti, all’inizio di un viaggio appassionante, d’amore e di guerra, ricoperti da quella pioggia di cenere che fa eco alla deflagrazione e contaminazione della bomba atomica, quanto alla cenere dell’oblio destinato a seguire l’incendio passionale che brucia gli amanti.
I corpi dei due amanti avvinghiati all’eterna contraddizione di vivere, e la tensione tra il dovere di ricordare e l’obbligo di dimenticare, nella notte di passione seguita dall’illusione di un amore votato all’oblio, i fantasmi aguzzi del passato, il volto dell’orrore e il profilo sinuoso della dolcezza.
L’incontro di corpi, storie, paesi, culture, orrori, lei e lui che prendono i nomi delle loro città. Lei, l’attrice francese (Emmanuelle Riva) ad Hiroshima per interpretare il ruolo di una crocerossina sul set di un film pacifista, divisa tra l’illusione dell’amore giapponese presente, e l’ossessionante, confusa mescolanza tra ricordo ed immaginazione, del tragico amore per il giovane soldato tedesco, ucciso sotto i suoi occhi nella natia Nevers. Lui, l’architetto giapponese (Eiji Okada) impegnato nella ricostruzione (anche politica e sociale) della nuova Hiroshima, sul quale grava il ricordo di quella distrutta dalla bomba, la sconfitta dalla guerra e la perdita della sua famiglia.
L’abile montaggio fotografico, temporale e geografico di Jasmine Chasney, Henri Colpi e Anne Sarraute, cuce il film nel film, le immagini del disastro che lampeggiano sullo schermo e le voci dei personaggi che raccontano il modo nel quale lo hanno vissuto, il complesso mondo di sensazioni con quello dei ricordi, il passato di lei (in Francia) ed il presente di lui (in Giappone), il dolore collettivo della città con il volto dell’uomo che ne condensa molti altri.
Una co-produzione Franco-Giapponese, dalla scelta della coppia di interpreti principali a quella mista della troupe cinematografica, passando per le riprese di entrambi i paesi, pregevole anche per chi non ne intravede la modernità e la capacità di rinnovare le convenzioni narrative e della comunicazione filmica, la passione e l’amore che nutrono la Nouvelle Vague, ma solo la potente reazione innescata dalla sintesi di immagini e parole.
Divorami: deformami a tua somiglianza, così che nessun altro, dopo te, capisca il perché di tanto desiderio. Resteremo soli, amor mio. La notte non finirà, il giorno non sorgerà più per nessuno mai, mai più.Ti dimenticherò. Ti ho già dimenticato. Il tuo nome è Hiroshima.
Voto di cut-tv’s: 10
Hiroshima mon amour (Francia/1959) di Alain Resnais, con Emmanuelle Riva (lei), Eiji Okada (lui), Stella Dassas (la madre), Pierre Barbaud (il padre), Bernard Fresson (il fidanzato tedesco). Di nuovo in 70 sale del Circuito Cinema dell’intero territorio nazionale, da lunedì 28 aprile 2014.
Il restauro
Il film è stato restaurato da Argos Films, Fondation Groupama Gan pour le Cinéma, Fondation Technicolor pour le Patrimoine du Cinéma, Fondazione Cineteca di Bologna, con il sostegno di Centre National du Cinéma et de l’Image Animée presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2013. Color grading supervisionato da Renato Berta.
A 54 anni dalla sua uscita nelle sale, Hiroshima mon amour è stato restaurato interamente in 4K attraverso un lungo e complesso lavoro, realizzato a partire dal negativo-camera e da un controtipo positivo di prima generazione. Particolare attenzione è stata riservata al rispetto della grana originale del film, che ha caratteristiche diverse soprattutto tra le parti giapponesi e quelle francesi ma anche nei molti e diversi stock di pellicola montati nel negativo. Il restauro ha rispettato pienamente l’estetica originale del film e il grading curato da Renato Berta è stato portato avanti grazie alla sua grande esperienza di direttore della fotografia e al costante riferimento a una copia d’epoca. Il restauro del suono è stato fatto, seguendo le indicazioni di Resnais, nel modo più trasparente possibile e nel pieno rispetto delle sonorità della copia d’epoca che anche in questo ambito ha costituito un importante riferimento.
Con Hiroshima mon amour non ci troviamo di fronte a un film classico in cui la fotografia è invariata dall’inizio alla fine. La narrazione del film è perfettamente lineare ma basata sulla discontinuità del montaggio fotografico, temporale e geografico. […] Il lavoro che ho fatto su questo restauro ha rappresentato un viaggio inusuale e affascinante nel cuore del film. Spesso mi è sembrato di avere accesso alle dinamiche più profonde dei diversi creatori: i due direttori della fotografia, gli attori e, naturalmente, il regista. Spero di non aver tradito le loro intenzioni.
Renato Berta
Gallery fotografica
Curiosità
“Parlando con Marguerite Duras, abbiamo constatato che, anche se nel 1958 bombe atomiche giravano continuamente intorno alla terra, pronte a far esplodere il pianeta, ebbene noi potevamo vivere tranquillamente come se niente fosse. Se qualcuno l’avesse detto cinque o dieci anni prima, non sarebbe stato creduto. Era l’idea che, alla fine, ci si abitua a tutto. Allora piuttosto che fare un film sulla bomba atomica, che era la commissione di partenza, da parte di Argos Films, abbiamo avuto voglia di fare un film sull’idea della bomba atomica, che presente sullo sfondo, non sarebbe stata direttamente sullo schermo.”
Alain Resnais
8 maggio 1959. Hiroshima mon amour è esploso come una bomba questo pomeriggio al Festival di Cannes, con giudizi entusiasti della critica, dal “Magnifico” di Jean Cocteau al “di sopra di tutto” di Claude Chabrol. “Un film che era impossibile prevedere in rapporto a quello che sapevamo già del cinema” per Dominique Noguez.
Il film è stato escluso dalla selezione ufficiale del 12º Festival di Cannes, a causa del suo oggetto sensibile della bombe nucleari, e per evitare di sconvolgere il governo degli Stati Uniti.
La Commissione di censura italiana pretese il divieto ai minori di 16 anni per l’esotismo dell’avventura della protagonista con un giapponese, e tre tagli, per un totale di 75metri, e 5metri dal trailer, relativi al
1 Primo piano di due corpi nudi abbracciati, con la pelle butterata dalle radiazioni; dissolvenza su altri due corpi nudi abbracciati, ma sani (metri 35).
2. Bambini e adulti orribilmente ustionati (metri 18).
3. Lei, sul letto, bacia il petto di lui (metri 22)
“Non abbiamo avuto nessun obiettivo patriottico o antipatriottico. Abbiamo voluto fare un film sull’amore. Quelli che lanciano la bomba su Hiroshima, quelli che sono stati rasati dopo la Liberazione, i 110.000 morti di Hiroshima e quelli che rasano la figlia del farmacista di Nevers sono delle vittime di questo accecamento: la guerra”. Marguerite Duras
Secondo James Monaco , Resnais è stato originariamente commissionato un breve documentario sulla bomba atomica , ma ha trascorso diversi mesi confusi su come procedere perché non voleva ricreare la sua 1955 Holocaust documentario Notte e nebbia . Successivamente si recò in suo produttore e scherzato sul fatto che il film non si poteva fare a meno di Marguerite Duras è stato coinvolto nella scrittura della sceneggiatura.
Alain Resnais sceglie Emmanuelle Riva come protagonista del suo prima lungometraggio, dopo averla scoperta ne L’Epouvantail, una pièce di Dominique Rolin messa in scena da André Barsacq.
Eiji Okada, il protagonista maschile, non sapeva una parola di francese, al punto di dover imparare ogni battuta sillaba per sillaba.
Le riprese del film si sono svolte nel periodo 01 Settembre 1958 – 24 Dicembre 1958 in Francia e Giappone, dalla Nevers francese alla Hiroshima giapponese.
La locandina del film appare nella camera da letto di Peppino Impastato nel film I cento passi.
“Può essere solo per la Cinémathèque” Resnais a riprese terminate
Nel 2002, Bryan Ferry ha pubblicato l’album Frantic con il brano “Hiroshima” e l’intera frase del coro “Hiroshima Mon Amour”.
Riconoscimenti
Marguerite Duras ha ottenuto una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale nel 1961.
Nel 1959 ottiene il Fipresci al Festival di Cannes
Nel 1959 riceve il Grand Prix del Sindacato Belga della Critica Cinematografica. Nel 1960 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori film stranieri dell’anno.
Colonna sonora
Hiroshima mon amour debutta con una sorta di prologo che potrebbe costituire un cortometraggio sulla città atomizzata. Questo prologo dispone anche di una partizione ininterrotta. Ma ancora là, più che mai, l’agglutinazione immagine-testo-musica è straordinaria. Due corpi intrecciati formano l’oggetto del primo piano: poi si alza una voce maschile dall’accento straniero, che presto si da il cambio con una voce femminile: “Ho visto tutto a Hiroshima”.
Henri Colpi, Musique d’Hiroshima, “Cahiers du Cinéma”, n. 103, gennaio 1960
musica di Georges Delerue & Giovanni Fusco
Trailer vintage
Poster
Via | Il Cinema Ritrovato – Kinopoisk